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Vecchia Banca Etruria: nessun accordo!

Sembra incredibile ma il Governo sta continuando ad aggrovigliarsi rovinosamente intorno alla vecchia Banca Etruria. Come commentare l’ingenuità di dichiararsi orgogliosi per aver salvato la banca espropriando i denari dei risparmiatori? Come è...

Sembra incredibile ma il Governo sta continuando ad aggrovigliarsi rovinosamente intorno alla vecchia Banca Etruria. Come commentare l’ingenuità di dichiararsi orgogliosi per aver salvato la banca espropriando i denari dei risparmiatori? Come è possibile continuare a fare i finti tonti sullo status di risparmiatori dei pensionati acquirenti le obbligazioni subordinate della vecchia Banca Etruria? Come si può escludere, a priori, qualunque irregolarità da parte dalle banche nella vendita di questi titoli? Capisco la disperazione di chi non sa dove sbattere la testa, ma questi atteggiamenti sembrano le iniziative di allarmati avvocati difensori. Purtroppo, e lo ripeteremo all’infinito, le legioni di pensionati alle quali sono state vendute le obbligazioni subordinate della vecchia Banca Etruria erano, e sono, indubitabilmente dei risparmiatori. Spericolarsi poi a dare giudizi di regolarità burocratica in ordine alle singole operazioni di compravendita a suo tempo fatte, è molto, molto avventato. Lasciamo ai tribunali il giudizio sulla regolarità delle cessioni. Tanto avranno da lavorare, soprattutto se il Governo non trova la forza di risolvere la situazione. A tal proposito pare che stiano cercando il modo, sicuramente arzigogolato, di fare una qualche proposta agli obbligazionisti subordinati. Si parla di una proposta, a saldo e stralcio, di forse un terzo delle somme perdute. Immagino che tale proposta, di fatto una transazione, preveda la rinuncia a qualsiasi altra rivendicazione. Ebbene, sarebbe una ipotesi offensiva, contro la quale va fatta una fiera Crociata. La Costituzione parla chiaro, il risparmio deve essere tutelato per intero, senza se e senza ma. Tuttavia l’aspetto ancor più preoccupante è che siamo solo all’inizio di un percorso che rischia di travolgere la Nazione. La piccola, e parecchio raffazzonata, prova generale che abbiamo subito con la vecchia Banca Etruria ha dato risultati devastanti. Quali tragedie sociali accadranno quando altre banche andranno in dissesto con le cosiddette regole europee che una classe politica nazionale, inetta se non connivente, ha approvato? Quali altri danni verranno arrecati agli interessi nazionali dall’imminente ispezione dalla Banca Centrale Europea, con a rimorchio la Banca d’Italia, alle banche popolari quotate? E’ inutile tergiversare: se il paese non si smarca dalle tagliole europee, e non riacquista la piena sovranità nazionale, non sarà mai possibile pensare ad una ripresa. Se continua a fare il cagnolino obbediente della Germania il Governo arriverà al capolinea prima di quello che pensa e senza rimpianti da parte di nessuno, come tutti quelli che lo hanno preceduto. Possibile che i risultati elettorali che si susseguono in tutta Europa non insegnino niente? La rovina economica, e quindi sociale ed occupazionale, si traduce sempre, sottolineo sempre, in scelte politiche. E’ solo una questione di tempo. Come è solo una questione di tempo, andando avanti per questa strada, la liquefazione dell’Unione Europea, dalla sera alla mattina, come accadde all’Unione Sovietica. Ho sentito dire che il presidente del consiglio attribuisce le colpe ai governi degli ultimi venti anni. Ha anche ragione, tutti i governi dell’ultimo quarto di secolo sono stati lesivi per gli interessi nazionali. Purtroppo, anche volendo per amor di Patria tralasciare il picco di devastazione raggiunto con la vicenda della vecchia Banca Etruria, non ci sono miglioramenti con l’attuale Governo. Gli ordini continuano ad arrivare da Berlino. Addirittura sembra che i tedeschi, ed i loro vari camerieri, ultimamente non si scomodino neanche più a fare atti formali, cavillosamente impugnabili dinanzi alla Corte Europea di Giustizia. Pare che bastino le mail per comandare a bacchetta, come facevano con la Grecia. Ma ormai sono un paio di anni che il dottor Renzi è premier. Parliamoci chiaro: se continua ad andare avanti così, quanto si illude di durare?

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