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Vecchia Banca Etruria, lorsignori aspettino a cantar vittoria

Come sappiamo il Tribunale di Arezzo ha dichiarato lo stato di insolvenza della vecchia Banca Etruria. In sintesi ha ritenuto che lo stato di crisi al momento del patatrac fosse irreversibile. Sulla sentenza c’è poco da dire. I giudici dovevano...

Come sappiamo il Tribunale di Arezzo ha dichiarato lo stato di insolvenza della vecchia Banca Etruria. In sintesi ha ritenuto che lo stato di crisi al momento del patatrac fosse irreversibile. Sulla sentenza c’è poco da dire. I giudici dovevano appunto valutare se la vecchia Banca Etruria era in dissesto irreversibile, oppure no, nel momento immediatamente precedente alle note decisioni del Governo che hanno poi spennato i risparmiatori.

La decisione non è definitiva perché la parola forse finale la pronuncerà la Corte di Appello che sarà inevitabilmente chiamata a riesaminare la sentenza del tribunale aretino. Per quanto più ci interessa, ovvero per la tutela dei risparmiatori espropriati, come ci siamo già detti la notizia è rilevante perché apre la possibilità per la Procura della Repubblica di Arezzo di riesaminare la vita della banca negli ultimi anni.

Qualora da queste verifiche dovessero scaturire dei processi, ferma restando la sacrosanta presunzione di non colpevolezza costituzionalmente garantita, ed al di là dell’esito degli stessi si potrebbe comunque aprire la possibilità per i risparmiatori di poter meglio tutelare, nei vari modi che la Legge consente, i propri interessi. Invece Lorsignori ci dovrebbero pensare di più prima di fregarsi le mani dalla gioia perché il tribunale non ha rilevato l’incostituzionalità della terrificante normativa.

Tanto le eccezioni di incostituzionalità verranno sicuramente sollevate di nuovo nelle varie controversie che si susseguiranno per questa vicenda. Nel caso aretino è possibile che Il tribunale, chiamato a valutare soltanto l’insolvenza abbia anche ritenuto di non poter tener conto delle successive ricadute espropriative a carico degli obbligazionisti subordinati e degli azionisti della vecchia Banca Etruria. Inutile nasconderselo la confisca deriva dalle decisioni del Governo, anche indotte dall’Unione Europea.

Sicuramente il Governo si è sentito in parte costretto dall’Unione Europea a fare certe scelte, visto l’evidente stato di permanente subordinazione psicologica nei confronti della signora Merkel e dei suoi camerieri. Basta per esempio vedere come ormai gran parte degli stati se ne infischiano dei parametri europei mentre l’Italia, a parte qualche brontolio dell’ultima ora, continua a farsi dissanguare come avviene ormai da oltre venti anni a questa parte. Di sicuro sarebbe molto avventato da parte di Lorsignori ricavarne strumentalmente un attestato di buona operatività. E soprattutto ritenersi definitivamente legittimati a poter rimborsare soltanto gli ormai famosissimi cento milioni di euro ai risparmiatori, magari balbettando di presunti vincoli europei. Loro ci proveranno, ormai è certo, ma noi venderemo cara la pelle.

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