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"Una soluzione equa per tutti". Gli azzerati del Salva-Banche chiedono incontro a Matteo Renzi

Questa volta puntano dritto al presidente del consiglio. Dopo essere stati ricevuti da Laura Boldrini alla Camera e essere entrati anche a San Pietro per l'udienza di Papa Francesco, le associazioni Vittime del Salva-Banche e Amici di Banca...

Questa volta puntano dritto al presidente del consiglio. Dopo essere stati ricevuti da Laura Boldrini alla Camera e essere entrati anche a San Pietro per l'udienza di Papa Francesco, le associazioni Vittime del Salva-Banche e Amici di Banca Etruria hanno messo nero su bianco una lettera congiunta indirizzata a Matteo Renzi. Nella missiva Giorgianni, Lacroce, Aguti e Battistelli ripercorrono i principali nodi della vicenda scaturita dalla emanazione del decreto Salva-Banche per Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrrara e chiedono di poter incontrare il premier proprio nel giorno in cui ricorre il primo anno da quel fatidico giorno. Il 22 novembre prossimo infatti a Roma si terrà una grande manifestazione sotto il palazzo di Banca d'Italia in via Nazionale. aguti-giorgianni-lacroce-bancaetruria-esposto

"A pochi giorni dalla ricorrenza del Decreto Salva-Banche che ha azzerato i risparmi di 130 mila famiglie italiane, l’Associazione Vittime del Salva-Banche e l’Associazione Amici di Banca Etruria scrivono al Presidente del Consiglio Matteo Renzi per poterlo incontrare il 22 novembre a Roma, giorno in cui, ad un anno esatto dal decreto, le Vittime del Salva-Banche scenderanno in piazza, davanti alla sede nazionale di Banca d’Italia, per protestare contro le scelte irresponsabili e i danni irreparabili di Governo e Banca d’Italia e per le soluzioni parziali ed inique adottate dal Governo."

Ecco il testo della lettera:

Oggetto: Richiesta urgente di incontro con Associazione Vittime del Salva-Banche e Associazione Amici di Banca Etruria. Egregio Signor Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri,

a scriverle è il direttivo dell’Associazione Vittime del Salva-Banche che si è formata all’indomani della approvazione del Decreto Legge 183/2015 ed è composta dai risparmiatori azzerati di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti e l’Associazione Amici di Banca Etruria, per chiederle un incontro formale ed ufficiale per il giorno il 22 novembre 2016, data di ricorrenza del suddetto Decreto.

Tale incontro risulta ancora più urgente in considerazione di quanto sta emergendo dalle indagini della Procura circa le responsabilità di decine di direttori di filiale di Banca Etruria indiziati di truffa aggravata per spaccio di obbligazioni vendute come “sicure”.

Proprio ad un anno dal decreto, ci meravigliamo e stupiamo ogni volta che Lei affronta la questione dei risparmiatori azzerati, soprattutto il suo ingiustificato accanimento verso i suoi cittadini che trovandosi in profonda difficoltà dopo aver perso i propri risparmi, hanno cercato un dialogo con istituzioni pubbliche e private e hanno protestato di fronte alla sordità dimostrata dalle stesse. Per questo, quando le forze e l’impegno in questa battaglia per i diritti di 130 mila risparmiatori italiani sono ormai allo stremo, le chiediamo di poterLa incontrare per un confronto e per ascoltare le nostre storie personali, la frustrazione e il senso di impotenza che ci è stato imposto dall’alto.

La sentiamo ancora parlare di tassi di interesse inesistenti, almeno nelle mani dei piccoli risparmiatori, e per questo le alleghiamo il documento che mostra come i tassi di interesse delle obbligazioni subordinate, messi a confronto con quelli dei titoli di Stato, sono per la maggior parte con rendimenti inferiori. Sono stati pubblicati su moltissimi quotidiani, ma pare che non siano arrivati tra le sue mani o quelle del Ministro Padoan.

Inoltre, il decreto sui rimborsi forfettari ha dato vita ad ulteriori frustrazioni create proprio dall’iniquità intrinseca dallo decreto stesso; solo per fare alcuni esempi, il decreto esclude risparmiatori che nel 2014 hanno ricevuto il Tfr e superano la soglia di 35.000 euro; esclude risparmiatori che hanno acquistato dopo il 12/06/2014, data di pubblicazione in Gazzetta Europea del recepimento della direttiva Europea BRRD, o obbligazionisti che soddisfano i requisiti specificati dal testo del decreto, ma che abbiamo acquistato da una banca diversa dalle 4 risolte.

Ad aggravare i fatti è stata la successiva interpretazione del Fitd al decreto sui rimborsi che esclude gli obbligazionisti il cui contratto è stato concluso non in contropartita diretta o che abbiano ceduto o suddiviso la proprietà a titolo non oneroso a parenti fino al secondo grado.

Le ricordiamo che solo 4000 obbligazionisti su 12500 verranno rimborsati parzialmente e ancora non ci è dato sapere se questi rimborsi saranno tassati a 26%.

Ci aveva garantito l’impegno politico nell’istituire una commissione parlamentare di inchiesta ed apprendiamo dalla stampa che sul punto il Governo non si è espresso e la maggioranza ha dato voto contrario a 13 disegni di legge presentati, nella conferenza dei capigruppo del Senato.

Se è vero che c’è stato ostacolo alla vigilanza e le indagini delle procure portano a credere che i bilanci fossero falsificati, gli azionisti e gli obbligazionisti che hanno acquistato sul secondario, sono da considerarsi truffati alla stessa stregua degli obbligazionisti che hanno acquistato allo sportello di una delle 4 banche. La Commissione di inchiesta potrebbe fare chiarezza proprio su questi aspetti.

Ad oggi, dopo 5 mesi dalla data di scadenza di emanazione, non si hanno notizie sui decreti che regolamenteranno l’arbitrato; sappiamo solo che il testo è stato bocciato dal Consiglio di Stato perché inesatto e pieno di refusi.

Ad oggi, non si hanno notizie sui decreti che regolamenteranno l’arbitrato; sappiamo solo che il testo è stato bocciato dal Consiglio di Stato.

Lei ha dichiarato di aver salvato i posti di lavoro, mentre dalle New Banks fanno sapere che ci sono esuberi e che si prevedono moltissimi licenziamenti. Non ritiene evidente che tutto questo derivi dalla perdita di fiducia originata dall'azzeramento azioni ed obbligazioni?

Tre delle 4 banche (Banca Etruria, Banca Marche e CariChieti) verranno vendute ad un valore simbolico di 1 euro, rendendo quindi evidente che il debito del Fondo di Risoluzione di 1,6 miliardi verso Banca Intesa, Unicredit, Ubi e Monte dei Paschi non potrà essere rimborsato per mancanza di fondi e che sarà, dunque, necessario l’intervento di Cassa Depositi e Prestiti e, quindi, il coinvolgimento delle Casse pubbliche.

Infine un’ultima considerazione sul famoso “Bail-in” anticipato: alla luce di quanto sta accadendo, non ritiene che l’averlo applicato in anticipo sia stato un grave errore, dato che con gli stessi capitali (1,8 mld di €) si poteva ricapitalizzare le quattro banche risolte e permettergli di continuare la loro attività? In questo modo si sarebbe evitato l’ingiusto azzeramento di 130 mila risparmiatori e non si sarebbe minata la fiducia nei confronti dell’intero sistema bancario italiano.

Non crede che dopo le ammissioni di Banca d’Italia ed ABI sul nefasto effetto domino causato dalla risoluzione delle 4 banche, finalmente anche la politica possa prenderne atto e rimediare agli errori commessi, perlomeno verso chi detiene il titolo di unici risparmiatori azzerati per decreto della nostra repubblica?

Queste sono solo alcune delle tematiche che ci piacerebbe affrontare con Lei per capire e mettere un punto con una soluzione equa per tutti i risparmiatori e i cittadini italiani coinvolti in questa triste vicenda.

Nella speranza di poterla incontrare e finalmente confrontarci liberamente, restiamo in attesa di un cortese riscontro. Le inviamo tanti cordiali saluti.

Associazione Vittime del Salva-Banche e Associazione Amici di Banca Etruria Carmen Letizia Giorgianni, Vincenzo Lacroce, Silvia Battistelli e Alvise Aguti

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