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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Il primo trimestre di Ubi. Massiah: "Conclusa l'incorporazione delle tre banche: risultato storico" - VIDEO

Il Consiglio di Gestione di Unione di Banche Italiane Spa (UBI Banca) ha approvato i risultati consolidati del primo trimestre del 2018, che includono gli impatti della prima adozione dell’IFRS9. L’andamento economico del Gruppo  I risultati...

Il Consiglio di Gestione di Unione di Banche Italiane Spa (UBI Banca) ha approvato i risultati consolidati del primo trimestre del 2018, che includono gli impatti della prima

adozione dell’IFRS9. L’andamento economico del Gruppo

I risultati consolidati del Gruppo UBI includono, a partire dal 1 aprile 2017, le tre Banche recentemente acquisite. A causa della differenza di perimetro, non è quindi significativo il raffronto del 1 trimestre 2018 con il 1 trimestre 2017.

Per contro, risulta più significativo - seppur influenzato dall’introduzione dell’IFRS9 nel 2018, che impatta soprattutto sulle voci relative al margine d’interesse e alle rettifiche su crediti - il confronto congiunturale trimestrale a perimetro omogeneo. Il 1 trimestre 2018 (che recepisce la prima applicazione dell’IFRS9 negli schemi del 5° aggiornamento, datato 22/12/2017, della Circolare Banca d’Italia n. 262/2005, applicabile a partire dall’1/1/2018) viene quindi raffrontato con il 4 trimestre 2017 (ancora in vigenza dello IAS39, ma riesposto per tener conto delle nuove classificazioni introdotte dal 5° aggiornamento della Circolare Banca d’Italia sopra citata). I risultati economici del 1 trim 2018 rispetto al 4 trim2017

Il primo trimestre del 2018 si è chiuso con un utile netto di 117,7 milioni di euro rispetto ai -11,9 milioni registrati nel 4 trimestre 2017.

Al netto delle componenti non ricorrenti, l’utile netto del 1 trimestre del 2018 si è attestato a 121 milioni di euro, in significativa crescita rispetto ai 21,4 del 4 trimestre 2017.

Il 1 trimestre dell’anno è stato caratterizzato:

- dalla conferma, per il 3° trimestre consecutivo, dell’andamento positivo del margine d’interesse generato dall’attività di intermediazione con la clientela - dalla sostenuta ripresa delle commissioni collegate all’attività di collocamento prodotti di risparmio gestito e assicurativi, attività che nel 4 trimestre era stata impattata dai lavori per l’integrazione - sia informatica che operativa - delle 3 Banche acquisite e dalla complessiva riorganizzazione commerciale del Gruppo - dall’ulteriore contrazione degli oneri operativi, nonostante l’inclusione nel primo trimestre 2018 del consueto contributo stimato al Fondo di Risoluzione (34,2 milioni), non presente nel 4 trimestre 2017 (che includeva solo 8,1 milioni di adeguamento del contributo al Fondo Tutela Depositi)

- dalla significativa riduzione del costo del credito, che include ulteriori rettifiche emerse a conclusione dell’ispezione da parte di BCE sul portafoglio crediti Imprese del Gruppo, in bonis e non, terminata operativamente a fine febbraio 2018.

In seguito al Consiglio di Gestione il consigliere delegato Victor Massiah ha rilasciato una lunga intervista.

Dottor Massiah, come giudica la prima trimestrale in cui tutte le “bridge banks” sono già incorporate in UBI Banca?

In effetti è una trimestrale storica. Con l’incorporazione della Banca Teatina si è conclusa completamente l’operazione di incorporazione delle tre banche, devo dire con grande soddisfazione. Siamo ormai completamente operativi: per certi aspetti sembra già passato molto tempo. Evidentemente questa è una trimestrale molto positiva, perché abbiamo segni “più” su tutte le componenti. Innanzitutto abbiamo un utile che cresce in maniera molto elevata: credo che da molti anni non vedevamo 120 milioni di utile in un solo trimestre. Aggiungiamo che a questo si deve una distribuzione delle componenti tutta ben equilibrata, perché abbiamo i ricavi che crescono, i costi che sono assolutamente sotto controllo e un costo del credito coerente con – diciamo così – le nuove dimensioni di uscita dalla crisi. Conseguentemente portiamo a casa un risultato perfettamente in linea con l’evoluzione del piano industriale previsto. Evidentemente, come abbiamo visto nelle trimestrali precedenti, resta sempre qualche imperfezione perché la parte del mark-up resta ancora in sofferenza quindi i tassi sugli impieghi sono comunque da mercato particolarmente competitivo e non comprendono fino in fondo la dimensione di premio al rischio che faccia giustizia della storia del periodo precedente, però siamo riusciti a compensarla con questo nostro iter sempre positivo di crescita del margine commerciale con una diminuzione del costo del funding che ha ragionevolmente compensato questo minor mark-up in confronto a quello atteso.

Ci possiamo aspettare annunci sulla strategia di gestione NPL dato l’obiettivo di ridurne la quota sotto il 10% entro il 2019?

Evidentemente nel corso dell’anno metteremo a terra l’annunciata operazione di first time adoption dei principi IFSR9; come sapete tutti abbiamo isolato un pacchetto di crediti non performing che in questo momento è in corso di valutazione e sul quale siamo ottimisti in termini di execution. Abbiamo tutti i motivi per confermare quanto avevamo annunciato con i risultati di fine anno e cioè di attraversare la doppia cifra verso la singola cifra nel corso del prossimo anno. Le operazioni di finalizzazione del pacchetto, di valutazione dello stesso e di richiesta delle GACS sono al momento perfettamente in linea con le nostre previsioni e, sì, credo che qualche annuncio prima della fine dell’anno riusciremo a farlo, ovviamente a condizioni di mercato coerenti con quelle attuali.

La Commissione Europea ha comunicato le stime di crescita del PIL dell'Italia all'1,5% nel 2018 e all'1,2% nel 2019. Nel rapporto con le imprese e le famiglie si avverte questo trend?

Io vorrei distinguere la situazione tra aziende e famiglie, e al loro interno tra le aziende che hanno avuto la capacità di esportare e le altre aziende. È un discorso ben noto, ma dobbiamo continuare a ricordarcelo. Le aziende che hanno saputo cavalcare la componente export e addirittura accentuarla, hanno attraversato la crisi con grande capacità di controllo e sono uscite come le aziende vincenti. Queste aziende non sono solo solide, sono molto più forti di prima della crisi e stanno continuando la loro crescita in maniera brillante. Le aziende che più dipendevano dai consumi interni evidentemente hanno sofferto molto di più anche se ultimamente, grazie alla ripresa del segno positivo del Pil, stanno cominciando a vedere qualche segnale positivo. Lo stesso vale per le famiglie. Le famiglie hanno molto sofferto durante la crisi; hanno evidentemente cercato di aumentare la propensione al risparmio anche se ovviamente era più difficile proprio perché hanno realizzato il grave rischio che era in corso e sono diventate più prudenti e hanno quindi consumato di meno. Ultimamente vediamo una ripresa dei consumi, ma la memoria di quello che è stato è importante e quindi non possiamo aspettarci un improvviso ‘ripartire forte’ dei consumi: è una crescita lenta, io credo anche saggia, e dobbiamo avere tutti la pazienza e la resilienza di fare un passo alla volta. Si entra nella crisi come si scivola in un precipizio, e quando si è scivolati in un precipizio si risale con grande attenzione e lentamente.

Quali sono le iniziative specifiche della banca per sostenere la ripresa?

Evidentemente noi cerchiamo di far crescere la nostra base di impieghi e conseguentemente, attraverso ad esempio gli accordi per l’industria 4.0 con Confindustria, attraverso gli sforzi che continuiamo a fare con gli enti non profit, attraverso la sempre maggiore evoluzione e finalizzazione della cessione del quinto dello stipendio piuttosto che dei prestiti personali, piuttosto che l’evoluzione ulteriore del prodotto mutuo, supportiamo famiglie e aziende nel cercare di crescere meglio. Ma ripeto: deve essere un approccio moderato, seguendo quello che secondo me è il saggio approccio moderato delle nostre controparti: le aziende e le famiglie.

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