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Tassa di soggiorno ad Arezzo, le associazioni di categoria: "Ok solo con un piano per il turismo ben fatto"

Bene, non benissimo. Il tormentone estivo, nelle impressioni degli albergatori aretini, si cuce addosso alla querelle sulla tassa di soggiorno, nata a seguito dell'annuncio dell'introduzione del gabello a partire dal 2018 per finanziare un grande...

Bene, non benissimo. Il tormentone estivo, nelle impressioni degli albergatori aretini, si cuce addosso alla querelle sulla tassa di soggiorno, nata a seguito dell'annuncio dell'introduzione del gabello a partire dal 2018 per finanziare un grande progetto per il rilancio turistico cittadino. Un piano ambizioso, su cui il Comune, e il particolare l'assessore Marcello Comanducci, scommettono molto negli anni a venire.

Fin dal primo momento in cui, ormai un po’ di anni orsono, è stata ventilata l’ipotesi di introduzione della tassa di soggiorno - spiega Catiuscia Fei, vicedirettore Confcommercio - i nostri albergatori hanno sempre chiesto un impegno preciso da parte dell’amministrazione comunale, scritto nero su bianco: che i proventi fossero impiegati per potenziare il sistema turistico locale e non semplicemente per rimpinguare le casse comunali, diventate di certo più magre dopo il taglio dei fondi nazionali. Perché è giusto che i soldi ricevuti dai visitatori che scelgono il nostro territorio servano a creare una destinazione più efficiente e all’altezza delle loro aspettative. Sono risorse preziose, che ci consentono di rilanciare il

progetto turistico aretino anche a medio e lungo termine. Il turismo è un comparto economico e per crescere ha bisogno di investimenti, né più né meno come l’agricoltura, l’industria o il commercio. Finalmente si comincia a capirlo, spezzando l’equivoco “turismo uguale cultura” che per troppo tempo ha sviato il discorso. Se il Comune di Arezzo si prende un impegno in questa direzione, la categoria è pronta ad appoggiare il provvedimento della tassa di soggiorno.

Sulla tassa in sé, però, qualcosa da dire la trova Confesercenti, che spiega:

Siamo contrari per principio - dice il direttore di Arezzo Mario Checcaglini - ad Arezzo, come nel resto d'Italia. Comporterà un aumento della burocrazia per chi lavora nel campo ricettivo, che, peraltro, dovrà spiegare ai turisti il perché della tassa. Però se la volontà del Comune è quella di destinare le risorse al turismo se ne può parlare. Speriamo che questi introiti siano ben spesi. Tuttavia ho fiducia in Comanducci, che finora si è mosso bene e, oltretutto, è un operatore del settore. Ha la giusta sensibilità.

@MattiaCialini

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