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Economia

Super bonus 110%, il freno della burocrazia. L'ingegnere: "Nei comuni più piccoli va meglio"

A parlare è Cristian Angeli, ingegnere della provincia di Arezzo che da tempo si occupa di questo argomento sia a livello professionale sia tramite approfondimenti e pubblicazioni

"Effettivamente ce lo eravamo immaginati un po' diverso. Forse ci ha tratti in inganno il nome “Rilancio”, che hanno dato al decreto da cui trae origine. Sarà poi per l’aggettivo che gli hanno associato, ma ci aspettavamo che questo Super bonus 110% avesse un effetto dirompente sulla nostra economia e così lo avevamo descritto nei precedenti articoli. Oggi, a distanza di 7 mesi dalla sua effettiva entrata in vigore e a poco più di un anno dalla scadenza, ci stiamo accorgendo che di gru e di impalcature in giro continuano ad essercene poche. Probabilmente le cose stanno andando in modo diverso da come le avevamo immaginate". A parlare è Cristian Angeli, ingegnere della provincia di Arezzo che da tempo si occupa di questo argomento sia a livello professionale sia tramite approfondimenti e pubblicazioni.

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Ingegnere, ci eravamo illusi tutti quanti?

"Parlare di illusione forse è eccessivo, però sono d’accordo anch’io che di cantieri con scritto Superbonus se ne vedono pochi. Ma non ci eravamo sbagliati a parlarne bene, perché il 110% rappresenta davvero una opportunità senza precedenti che, se correttamente applicata, potrebbe portare a un concreto rinnovamento dei nostri edifici. Una specie di vaccinazione di massa contro i consumi energetici e contro i danneggiamenti che derivano dai terremoti".

E invece, in pratica, cosa sta succedendo?

"Siamo in Italia, il Paese più bello del mondo, ma anche il Paese della burocrazia, quello nel quale per avere una risposta dalla Pubblica Amministrazione possono servire mesi… E quando i mesi sono pochi può diventare un problema. È appunto ciò che sta avvenendo. Prima di iniziare un progetto e, ancor più, un cantiere finalizzato a beneficiare del Superbonus, è necessario che i tecnici effettuino, oltre ai rilievi del caso, anche il cosiddetto 'accesso agli atti' presso la pubblica amministrazione per verificare la regolarità urbanistica e strutturale degli immobili. Per fare questo può servire molto tempo, mesi, perché gli uffici tecnici dei comuni, in particolare quelli più grandi, non sono strutturati per far fronte a così tante richieste".

Nei comuni piccoli va un po' meglio?

"Sì. Per assurdo va meglio nei comuni piccoli. Per fortuna in provincia di Arezzo ce ne sono tanti. In essi è possibile instaurare un dialogo diretto con i responsabili degli uffici tecnici e avere risposte in tempi rapidi, a volte addirittura in tempo reale. Questo permette al professionista incaricato di potersi concentrare fin da subito sulle attività progettuali, che anch’esse richiedono tempo. Questa almeno è la mia esperienza e quella che mi riferiscono molti colleghi".

Ma in cosa consistono queste ricerche?

"I decreti attuativi hanno chiarito che si può beneficiare del Superbonus solo per i lavori svolti su edifici “regolari” da tutti i punti di vista. Sono ammesse solo piccole difformità, comunque da sanare prima dell’apertura del cantiere. Questo significa dover svolgere accertamenti non solo in comune e al catasto, ma anche presso gli uffici del Genio Civile. Ad esempio mi è capitato un caso di un edificio in muratura realizzato nel 1984, pochi mesi dopo l’entrata in vigore delle norme sismiche, per il quale è emerso che non era stata effettuata la “denuncia” delle opere strutturali. Probabilmente una dimenticanza del tecnico di allora, magari in totale buona fede. Per fortuna che me ne sono accorto! In questo caso prima di iniziare i lavori dovrà essere regolarizzata la situazione con una sanatoria".

Dunque una procedura complessa. Ma c’è anche qualche storia a lieto fine?

"Rispondo molto volentieri a questa domanda. Non so perché, ma si tende a parlare più dei problemi che delle cose belle. Vi racconto il caso di un piccolissimo borgo ubicato nell’estrema periferia del territorio provinciale, semiabbandonato, nel quale la mia famiglia possiede una abitazione che, ovviamente, ristrutturerò con il Superbonus. Tra poche settimane, se tutto va bene, inizierò i lavori. Si è sparsa la voce e, nonostante l’iniziale scetticismo, altri proprietari hanno deciso di approfittarne anche per le loro case. Quindi, grazie alla mia iniziativa (e grazie al Superbonus), una fetta del paesino tornerà al suo splendore. Se sarà un lieto fine lo vedremo solo al termine dei lavori, certo, ma è già una bella soddisfazione".

Che consiglio si sente di dare a chi è ancora incerto?

"Il mio consiglio è di non perdere tempo, perché i mesi che rimangono sono quelli strettamente indispensabili per svolgere l’iter progettuale e, soprattutto, per fare i lavori. Non significa che bisogna decidere “in fretta”. La decisione deve essere ponderata nei minimi dettagli, se possibile con l’aiuto di professionisti esperti, sulla base di uno studio di fattibilità tecnico e finanziario. Se ci sono le condizioni e se gli immobili necessitano realmente di opere di ristrutturazione, non c’è alcun motivo per lasciarsi sfuggire questa opportunità".

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