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Economia

"Ambulanti e organizzazione eventi dimenticati da governo". L'appello di Ricciarini: "Quale futuro per noi?"

L'ideatore di Streetfood lancia un appello al governo: "Occorrono forme di tutela per tutto il comparto"

"Siamo stati dimentati dal governo, dai comuni e dalle associazioni di categoria". Massimiliano Ricciarini si sfoga con un lungo post su Facebook. L'ideatore di Streetfood lancia un appello perchè associazioni come quella aretina, che dal 2010 organizza eventi in tutta Italia, stanno soffrendo le misure di sicurezza causate dall'emergenza Coronavirus.

"Commercianti ambulanti e organizzazione eventi dimenticati da governo, comuni e associazioni di categoria - eventi di successo organizzati da noi dal 2010 girando l’Italia e riempiendo hotel e aumentando l’indotto nelle città italiane, milioni di euro versati all’erario ogni anno dalle tante partite iva di commercio ambulante (in progressivo aumento di numero) - scrive Ricciarini sulla pagina Facebook di Streetfood - idem per gli eventi organizzati da altre realtà entrate ad operare nel comparto sempre in maggior numero dal 2014 ad oggi. 
I mercati settimanali e rionali in tutta Italia e circuiti di eventi come Mercato Europeo e Mercato internazionale (organizzati dalle due associazioni di categoria riferite al comparto: rispettivamente Confesercenti e Confcommercio) coinvolgono in media un centinaio di operatori ambulanti cadauno di varie categorie merceologiche iscritte al circuito Anva e Fiva. Le associazioni presumiamo si stiano battendo per tutelare i settore ma ad oggi non ci è dato sapere quali forme di sostegno prevede il governo per tutti noi organizzatori e associazioni di categoria e relative attività di commercio ambulante iscritte. A leggere i vari decreti usciti compreso il DL “Cura Italia” nessuna tutela è prevista e purtroppo se questo è l’andazzo si prevedono chiusure di attività e relativo mancato introito nelle casse dello stato. Ben venga la tutela della salute in primis ma non si tratta di tapparsi gli occhi e pretendere a prescindere di continuare a organizzare eventi prevedendo assembramenti e contagi in aumento esponenziale, bensì si tratta di pretendere forme di tutela per le attività del comparto (così come avvenuto per altre categorie) in attesa di ripartire una volta rientrato l’allarme covid 19. Altrimenti che futuro c’è per il settore? Che futuro c’è per l’Italia?"

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