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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Scuole, negozi e abitazioni accanto alle imprese. La Pratacci del futuro, come la Lebole

Superare le aree omogenee, recuperare e riconvertire i capannoni dismessi, ridare vita ad un'area che diventi così parte integrante della città. Asili, scuole, servizi pubblici, case, in piena convivenza con il mondo produttivo. Questa la visione...

Superare le aree omogenee, recuperare e riconvertire i capannoni dismessi, ridare vita ad un'area che diventi così parte integrante della città. Asili, scuole, servizi pubblici, case, in piena convivenza con il mondo produttivo. Questa la visione futura dell'area industriale di Pratacci presentata dall'omonimo consorzio dal suo presidente Alberto Bidini, accanto a lui l'architetto Massimiliano Baqué che ha illustrato le potenzialità dell'area ed il progetto racchiuso in alcune slide.

Pratacci 2

L'obiettivo è quello di far partire la rinascita dell'area nei prossimi due anni. I tempi non possono essere lunghi, altrimenti gli investitori sceglieranno altre aree di sviluppo, altrimenti Pratacci arriverà ad un tale livello di degrado urbanistico che sarà molto più oneroso da recuperare.

Massimiliano Baquä"Vogliamo condividere un progetto di rilancio integrato per trasformare Pratacci in un vero pezzo di città dove i laboratori di produzione e gli ingrossi si mescolino con negozi al dettaglio, scuole, abitazioni" ha detto Alberto Bidini.

"Lavoriamo su un modello di trasformazione urbana e funzionale di lungo periodo, ispirato a quanto avvenuto già in realtà simili in Italia e all'estero" ha aggiunto l'architetto Baqué che ha redatto il progetto.

Il progetto per immagini:

Il ruolo dell'Amministrazione

Ad ascoltare i contenuti del progetto il sindaco Alessandro Ghinelli che aveva già ricevuto le carte della proposta e che ha sposato la visione presentata dal consorzio Pratacci Sviluppo senza però dimenticare i vincoli:

"Accolgo con favore questa proposta di riconversione dell'area - ha detto il primo cittadino - ma non ci possiamo dimenticare che ci dobbiamo muovere tra i vincoli della legge 65 della Regione Toscana che frustrano l'iniziativa privata. Noi come amministrazione siamo in fase di revisione dello strumento urbanistico con una variante di manutenzione del piano strutturale che volgio ricordare essere nato ad inizi anni 2000 con Peter Caltorpe, anche se è stato poi modificato dalla giunta Fanfani. Possiamo pensare ad un pacchetto di cambi di destinazione d'uso per i capannoni esistenti ed anche alle variazioni di volumetrie in senso positivo che si intreccino con la maglia infrastrutturale e imprenditoriale presente. Credo che questo sia un passaggio fondamentale per realizzare il secondo punto del mio programma elettorale e cioé rendere Arezzo una città attrattiva. E' il superamento delle aree omogenee che già il mio babbo negli anni '70 da consigliere di opposizione proponeva."

Un visione d'insieme quindi che ricalca quella pensata e progettata per l'ex Area Lebole i cui lavori inizieranno nei prossimi mesi:

"E' un processo di trasformazione di un'area simile a quella di Pratacci - ha ricordato Ghinelli - ancora più unitaria perché lì c'era un'unica industrai che produceva un unico prodotto, ritornerà ad essere un pezzo della città fruibile per tanti cittadinie c on un disegno infrastrutturale modifica e più moderno in gardo di risolvere problemi di mobilità degli aretini."

Pratacci oggi

Le imprese sono 520 di cui 200 sono di commercio all'ingrosso, 100 di servizi, 90 dell'artiginato e 30 dell'industria. Il fatturato complessivo raggiunge quasi i 2 miliardi di euro all'anno per un totale di 2500 occupati, senza contare i clienti che arirvano da tutta Italia, così come rappresentait e agenti di commercio. Queste imprese ogni anno pagano 350 mila euro di tasse e imposte per immobili non utilizzati. Una zavorra che il consorzio vuole riconvertire in risorse da investire.

"E' un progetto che contempla la trasformazione, l'ampliamento o la demolizione di grandi manufatti che hanno fatto il loro tempo lasciando spazio a nuovi edifici, aree verdi e spazi pubblici funzionali come asili, scuole e palestre, prevedendo dove possibile il cambio di destinazione d'uso per gli immobili recuperabili. Tutto pur di scrollarsi di dosso la polvere di questi dieci anni di crisi, che si sono incisi profondamente perfino sul paesaggio visivo di Pratacci - spiega ancora Bidini - capannoni dismessi, edifici abbandonati all'incuria, aree diventate discariche abusive. Un'immagine che non è certo degna del passato glorioso di Pratacci, polo d'eccellenza del commercio all'ingrosso in Italia, né delle tante imprese che qui lavorano ancora oggi."

Le azioni

"Chiediamo al Comune di aiutarci a capire se e come sia possibile rimodellare il tessuto urbanistico di Pratacci per evitare questo spreco inutile e liberare risorse per lo sviluppo - ha aggiunto Bidini - Abbiamo già protocollato lo studio di fattibilità contenente alcuni contributi al nuovo regolamento urbanistico della città, ora però vorremmo fissare le linee guida condivise con l'amministrazione per portare avanti il nostro progetto più ambizioso, al quale stiamo lavorando."

"Stiamo mettendo a punto un modello di trasformazione urbana e funzionale di lungo periodo, tale da costituire una road map nel percorso di rilancio di Pratacci - ha commentato l'architetto Baquè che lavora al progetto con il collega Giacomo Fabbri - il confronto è con quanto avvenuto in realtà simili come le aree produttive di Fano e Pesaro in Italia e con progetti già attuati in Svizzera e Amsterdam. Dal progetto passeremo alle strategie per attuarlo che potranno essere adottate direttamente dall'amministrazione per quanto gli compete, oppure dagli stessi imprenditori, magari con il sostegno di finanziamenti pubblici"

La posizione del commercio

“Il rilancio di Pratacci è una scommessa da vincere per l’intera città, non solo per gli imprenditori dell’area”, ha aggiunto la vicedirettrice della Confcommercio aretina Catiuscia Fei, “per questo da sempre la nostra associazione sostiene concretamente il Consorzio Sviluppo Pratacci, che in questi anni è riuscito a mettere a segno diversi obiettivi importanti, come la messa in sicurezza di incroci pericolosi, il rifacimento di alcune infrastrutture, il potenziamento dell’illuminazione. Ma ora dobbiamo passare ad azioni più incisive se vogliamo davvero riportare in auge questa parte di città. Del resto la trasformazione dei mercati e delle regole commerciali oggi corre molto più veloce di quanto l’urbanistica e la pianificazione economica possano fare. E se Pratacci fino agli anni Ottanta è stata polo commerciale d’eccellenza in Italia ora necessita di trovare un altro status. Una cosa è certa: con Pratacci Arezzo ha l’opportunità di colmare un gap di almeno trenta anni”.
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