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Saldi in partenza. Le previsioni di Confesercenti, le famiglie investiranno 350 euro in abbigliamento

Fra una settimana, venerdì 5 gennaio, iniziano i saldi invernali. Gli acquisti a prezzi scontati nei negozi rappresentano un’opportunità per consumatori e commercianti. C’è attesa per l’avvio della stagione dei saldi. Le famiglie, secondo...

Fra una settimana, venerdì 5 gennaio, iniziano i saldi invernali. Gli acquisti a prezzi scontati nei negozi rappresentano un’opportunità per consumatori e commercianti. C’è attesa per l’avvio della stagione dei saldi. Le famiglie, secondo un’indagine condotta da Confesercenti spenderanno, mediamente, dai 300 ai 350, che significa 170 euro, più o meno, a persona per rinnovare il guardaroba. Si prepara quindi alla riscossa il settore dell’abbigliamento che si conferma di grande appeal per i consumatori. Subito decise le percentuali di sconto dal 30% al 50%.

“Fino ad oggi – puntualizza il direttore di Confesercenti Mario Checcaglini – gli acquisti natalizi hanno in parte penalizzato l’abbigliamento e le calzature. Adesso invece si prevede un maggiore interesse con gli acquisti spinti proprio dagli sconti. Purtroppo l’avvio dei saldi così a ridosso delle festività natalizie frenano i consumatori nel periodo prenatalizio rimandando l’appuntamento con giubbotti, maglie, scarpe e altri capi di abbigliamenti di qualche giorno a discapito dei regali natalizi. Anche per questo Confesercenti è impegnata a far slittare la partenza dei saldi invernali di qualche settimana in modo che possa tornare ad essere l’occasione di smaltimento delle scorte piuttosto che l’avvio delle vendite”.

Ed in occasione della partenza dei saldi, il direttore Checcaglini analizza anche i consumi del 2017 e in particolar modo quelli del mese di dicembre.

“Nel 2017 – spiega Checcaglini – i consumi sono stati sottotono e le cause sono molte: tra queste, la principale, rimane la limitata disponibilità delle famiglie con i salari fermi quando va bene, peggio quando c’è cassa integrazione o peggio ancora disoccupazione. Al contrario le tariffe crescono soprattutto quelle dei servizi pubblici. A questo si aggiungono i fattori locali propri della nostra provincia; si pensi a quanto ha inciso e incida ancora la vicenda di Banca Etruria. In questo quadro è chiaro che la propensione ai consumi rimane frenata. È altrettanto vero che a differenza degli ultimi anni non si è registrata una caduta e questo fa ben sperare per il futuro. Il mese di dicembre ha poi visto lavorare bene i pubblici esercizi, i ristoranti e anche il settore dell’alimentare. La spinta è arrivata non solo ad Arezzo, ma anche nelle vallate e in tutta la provincia dal turismo che sta registrando numeri in crescita. È andata meglio soprattutto in quelle realtà dove le amministrazioni comunali hanno investito sul Natale organizzando eventi e iniziative capaci di attrarre famiglie e visitatori. Naturalmente il turismo non è stato solo giornaliero ma ha dato segnali di ripresa anche alle strutture ricettive. È stato quindi un dicembre tutto sommato positivo anche se non per tutti alla stessa maniera”.

“Naturalmente ci aspettavamo di più – puntualizza il direttore di Confesercenti - perché il settore del commercio continua a soffrire soprattutto nelle strutture tradizionali cioè piccole. Un settore che certamente è andato bene è quello dell’alimentare tipici: cesti natalizi con prodotti genuini e artigianali hanno infatti registrato un significativo interesse proprio grazie a queste qualità. Queste sono le caratteristiche degli esercizi di vicinato in tutti i settori: buoni prezzi e qualità. Passato il Natale adesso i commercianti saranno sicuramente protagonisti con la loro merce e la gentilezza che caratterizza le nostre vetrine”.

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