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Rsu del Comune di Arezzo contro le politiche di governo: " I sindacati guidino la battaglia su pensioni e lavoro"

La RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) dei dipendenti del Comune di Arezzo ha approvato il seguente Ordine del Giorno, relativo alle politiche governative in materia di pensioni. Lo stesso è stato inviato ai vari sindacati di riferimento, allo...

La RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) dei dipendenti del Comune di Arezzo ha approvato il seguente Ordine del Giorno, relativo alle politiche governative in materia di pensioni. Lo stesso è stato inviato ai vari sindacati di riferimento, allo scopo di promuovere una diversa politica in materia.

“I sindacati confederali si sono sempre dichiarati contrari nei confronti della Legge Fornero.

Però ancora oggi la maggior parte dei lavoratori criticano le organizzazioni sindacali per non essersi sufficientemente impegnate per contrastare quella legge, né allora né oggi.

I lavoratori stanno osservando in quale maniera insufficiente i sindacati rispondono al provvedimento sulle pensioni inserito nella Legge di Bilancio.

I lavoratori si aspettano azioni forti e risultati, non più la sola testimonianza. E per i risultati è imprescindibile una mobilitazione vera, cioè lo sciopero generale, non l’ennesima manifestazione di sabato.

La Segreteria Nazionale della CGIL ha recentemente dichiarato che non ci sono le condizioni per uno sciopero generale. Ammesso - e non concesso - che fosse davvero così, ammettere che non ci sono le condizioni e non mettersi da subito all’opera per crearle quelle fantomatiche condizioni, per uno sciopero generale vero, con una campagna di assemblee in tutti i luoghi di lavoro, in mezzo al nostro popolo, equivale all’autodenuncia della propria inutilità.

Non si può giustificare l’immobilismo col timore dello scontro e dell’incomprensione da parte delle altre componenti della società.

Questo sistema previdenziale, il peggiore d’Europa, è tra le principali cause della disoccupazione dilagante. E’ evidente anche ai giovani, ai precari, che se i lavoratori anziani rimangono in servizio fino a 67 anni, le giovani generazioni resteranno al palo. Il tema delle pensioni e quello del lavoro sono strettamente legati.

Ancora una volta i sindacati confederali dichiarano di non condividere l’impianto del Governo, ma nei fatti non si propongono come protagonisti per una seria opposizione a queste misure.

Sarebbe stato doveroso aver già proclamato la convocazione dello sciopero generale.

Non è più tollerabile proseguire il confronto con il Governo nei termini attuali, che hanno già preso un binario morto.

La legge Fornero va abrogata. E non basta bloccare lo scatto automatico previsto nel 2019, né esonerare soltanto le mansioni più gravose, né tanto meno favorire le pensioni integrative. Bisogna ripristinare il sistema delle pensioni di anzianità, rafforzare il sistema previdenziale pubblico e abbassare per tutte e tutti l'età pensionabile.

Nel 2011 sulla legge Fornero, Cgil Cisl e Uil proclamarono soltanto tre ore di sciopero. Nel 2014, solo Cgil e Uil scioperarono contro il Jobs Act, ma quando ormai il Parlamento lo aveva approvato.

Da molto tempo, soltanto la CGIL, il CSA RAL ed alcuni altri sindacati autonomi hanno espresso un giudizio negativo sulla legge di stabilità 2018, giacente ancora in Parlamento per l'approvazione, ed in particolare sulle proposte del Governo concernenti le pensioni.

Solo a titolo di esempio, appare una scelta grave ed illogica, che pretende una riparazione immediata, non considerare tra coloro che svolgono lavori usuranti 60.000 uomini e donne che prestano servizio nella Polizia Locale, spesso con turni h24 per 365 giorno l'anno compresi i giorni festivi, anche considerato l'elevato rischio connesso con le funzioni espletate (vedere i molti infortuni e decessi in servizio), tenuto conto anche delle nuove minacce terroristiche.

Serve pertanto una grande mobilitazione per riaprire la vertenza sulle pensioni e chiedere l'abrogazione della Fornero.

La RSU del Comune di Arezzo invia alle organizzazioni sindacali una forte sollecitazione per un cambio di linea e affinché si pongano da subito alla testa di un deciso conflitto contro le politiche del Governo in materia di pensioni e del lavoro in generale.”

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