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Economia Capolona

Rifiuti, maggiori costi e aumenti della Tari. Una ventina di comuni pronti a fare ricorso al Tar

Nota congiunta delle due amministrazioni rivolta all'Ato Toscana Sud che è l'organo di controllo e di indirizzo delle politiche tariffarie

Si prospetta una battaglia legale sul metodo Arera applicato nella Toscana del Sud. Una decina di comuni della provincia di Arezzo, insieme ad altri che fanno parte dell'Ato sono pronti a fare ricorso al Tar per annullare la delibera che introduce un piano economico e finanziario unico. Meccanismi complicati ma che si sostanziano in un aspetto fondamentale: mentre prima ogni comune aveva con il gestore dei rifiuti Sei Toscana il proprio piano economico e finanziario calibrato e quindi il quadro dei costi sui servizi necessari a quel territorio, con l'ultima approvazione avvenuta in sede di assemblea di Ato e nonostante il voto contrario di una decina di sindaci/soci arriva un unico piano economico finanziario che viene spalmato su tutti i comuni, ne consegue che ricadono sulle amministrazioni, e quindi sulle tariffe, costi che prima non c'erano perché fanno riferimento magari a servizi non utilizzati dal quel territorio.

Un gruppo di comuni aretini, ma non solo, si sono riuniti per promuovere insieme il ricorso al Tar, tra questi ci sono Capolona e Subbiano, ma anche Bibbiena, Montevarchi e Sansepolcro, Castiglion Fiorentino, Bucine, Laterina, Talla e Castel Focognano. Con loro anche comuni non aretini ma facenti parte dell'Ato rifiuti della Toscana del sud come l'Isola del Giglio, Campagnatico e Chianciano. L'operazione dovrebbe ricalcare quella già depositata da Capalbio. 

"Alla fine i costi ricadono sulle tariffe - spiega Daniele Pasqui assessore all'ambiente e al bilancio del comune di Capolona - e da noi si prospetta un aumento della Tari del 6-7% nonostante ci sia stato un aumento della raccolta differenziata, siano diminuiti i costi perché il porta a porta è stato sostituito dai cassonetti inteligenti. Rischiamo di pagare servizi di altri comuni perché il piano economico e finanziario unico non è calibrato su ogni singolo comune."

Come si è arrivati a questo punto?

La spiegazione cronologica arriva da una nota congiunta di Subbiano e Capolona che ripercorre gli ultimi fatti.

"All’assemblea dell’ Ato Toscana Sud dell’undici giugno scorso il Piano Economico Finanziario non aveva avuto l’approvazione della maggioranza dei comuni, quasi tutti concordi ad opporsi ad un sistema che priva le amministrazioni locali della facoltà di determinare il proprio Pef sulla base del servizio che scelgono di erogare. Alla successiva convocazione molti comuni hanno clamorosamente cambiato il loro voto e il Pef di Ato è stato approvato. Tra le amministrazioni decise a resistere con convinzione ad un sistema divenuto perverso, ci sono quelle di Capolona e Subbiano."

In sede di assemblea di Ato i comuni che hanno programmato di fare ricorso hanno mantenuto il voto contrario, ma la delibera è stata approvata anche con il voto favorevole di Arezzo (che esprime con il sindaco Ghinelli la presidenza dell'Ato).

"Le regole prescritte da Arera stabiliscono che nell’applicazione della Tari si debba tenere di conto del piano economico e finanziario del singolo comune. Ato Toscana Sud ha invece deciso di accettare dal Gestore 6 Toscana un unico Pef grezzo da ripartire poi tra tutti i comuni sulla base di una serie di driver, le cui dinamiche non consentono la possibilità di una valutazione oggettiva dei costi reali che ogni singolo comune è tenuto a corrispondere. In questo modo si viola il principio fondamentale della trasparenza della spesa pubblica e si obbligano i comuni a pagare senza avere cognizione dei costi reali dei servizi scelti ed erogati ai cittadini, con conseguenti aumenti, paradossalmente, anche e soprattutto per i comuni virtuosi che hanno scelto un sistema di conferimento differenziato dei rifiuti. Così operando, l’Ato ha leso le prerogative dei singoli comuni perché l’approvazione di un unico Pef grezzo sovracomunale mette inevitabilmente i comuni dell’Ambito nella posizione di esprimere una volontà che, travalicando i confini territoriali, va ad impattare sulla determinazione del corrispettivo del servizio gravante su ciascun ente e quindi su una materia che è di competenza esclusiva.  Di conseguenza i comuni non sono più in grado di programmare il proprio piano dei servizi, poiché il loro costo diviene noto solo al termine di un complicato e poco chiaro procedimento valutativo.

Il voto favorevole all’approvazione del Pef di Ato Toscana Sud, significa quindi che i Pef comunali 2021 avranno come base di partenza un Pef grezzo che viene ripartito da Ato tra i vari comuni e quindi non saranno corrispondenti ai servizi erogati ai loro cittadini. Un tale sistema non consente un controllo pieno e consapevole rispetto a quanto pagato dai contribuenti, ma spalma i costi del gestore anche su comuni che non dovrebbero sostenerli.

Nei comuni di Capolona e Subbiano nel 2019 è  stato avviato un servizio volto ad aumentare la percentuale di differenziazione della raccolta dei rifiuti. Oggi si è raggiunta una percentuale di differenziata superiore al 70%, valore molto più alto rispetto a tanti altri comuni. Ai cittadini sono stati richiesti collaborazione e senso civico; si è passati da un servizio di porta a porta ad un servizio di raccolta su strada creando, per certi aspetti, anche disagi; è stato diffuso il messaggio che chi tende a rispettare l’ambiente viene in qualche modo premiato, e venendo a ridursi  la spesa per il conferimento in discarica, si è pensato di poter applicare delle agevolazioni ai cittadini, invece no, tocca a noi amministratori metterci di nuovo la faccia e denunciare un sistema ormai perverso che non tiene conto degli sforzi fatti dai cittadini e dalle amministrazioni comunali, che impone aumenti sconsiderati e immotivati,deturpando le prerogative dei comuni.

Il nostro voto contrario all’approvazione del Pef 2021 rappresenta il no dei nostri concittadini ad un meccanismo tipicamente italiano che ha come obiettivo principale il risanamento dei bilanci delle grosse società di servizio a scapito dei comuni che sono costretti a fungere da veri e propri esattori senza possibilità di contestare i costi imposti. Capolona e Subbiano, insieme ad altri comuni, stanno valutando di intraprendere altri percorsi per continuare ad opporsi."

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