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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Stop al degrado. La denuncia di Ance Arezzo: "E45 e Due Mari i grandi cantieri incompiuti del territorio"

Ance Arezzo si mobilita insieme alle sezioni Ance delle altre province toscane per aderire alla campagna nazionale dei nastri gialli #bloccadegrado

"E’ il momento di dire basta all’incuria e all’abbandono in cui versano città, infrastrutture, scuole ed edifici del Paese. E’ il momento di reagire ad una burocrazia asfissiante che blocca tutto e peggiora le condizioni di vita di tutti".

Con questo obiettivo oggi, 23 maggio, Ance Arezzo (la sezione costruttori della delegazione di Arezzo di Confindustria Toscana Sud) si mobilita insieme alle sezioni Ance delle altre province toscane per aderire alla campagna nazionale dei nastri gialli #bloccadegrado, varata nei giorni scorsi dall’ Associazione Nazionale Costruttori.

“La burocrazia è un pesante macigno che blocca il Paese. Impedisce la messa in sicurezza dei territori, frena la manutenzione delle opere esistenti e arresta la realizzazione di quelle nuove, necessarie alla collettività – dice il presidente di Ance Arezzo Igor Michele Magini - con un paradosso: i soldi ci sono, ma non si riesce a spenderli. Si incagliano in mille pastoie burocratiche, al punto che occorre restituirli prima ancora di averli utilizzati. Due esempi eclatanti, che ormai da troppi anni angustiano il nostro territorio provocando un gravissimo danno sociale a cittadini ed imprese sono la E45 e la E78. Il 16 gennaio scorso la magistratura aretina ha posto sotto sequestro il viadotto Puleto della E45. Sono passati quasi 5 mesi e questa importante strada di grande comunicazione di interesse nazionale resta vietata al traffico pesante di carattere commerciale.

I danni per l’economia di vallata e nazionale sono ingenti e non è prevedibile una soluzione in tempi brevi – spiega Magini - in alternativa alla E45 e per agevolare i traffici locali, l’Anas è stata autorizzata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti  ad appaltare i lavori di ripristino della vecchia arteria ex SS 3bis, da Valsavignone a Canili, inoltre dispone di oltre 24 milioni di euro per provvedere alla manutenzione straordinaria di un altro viadotto (il Tevere 4) anch’esso in condizioni di degrado strutturale causati da decenni di gestione grossolana.

In tutti questi casi i cantieri, pur avendo a disposizione finanziamenti certi, sono fermi o vanno avanti con inaccettabili lentezze - denuncia Magini, che continua passando ad analizzare la situazione dell’altra “eterna incompiuta” - la situazione della Sgc E78 Due Mari non è diversa. Pensata nel 1968, è stata realizzata negli anni 80 solo nel tratto di 12 chilometri fra Palazzo del Pero e Le Ville Monterchi, interamente aperto al traffico nei primi anni duemila, cioè dopo circa 20 anni.

Il Comune e la Provincia di Arezzo, con fondi propri e con il sostegno della Regione Toscana, di Confindustria e Confcommercio hanno provveduto alla redazione di progetti da mettere a disposizione dell’Anas. Due di questi progetti sono arrivati fino alla valutazione positiva di impatto ambientale e approvati con decreto del Ministero dell’Ambiente nel 2005. Si tratta dei progetti relativi al tratto San Zeno – Magnanina, definito “nodo di Olmo” con la Due Mari che interseca la ferrovia Firenze-Roma, e il raddoppio del tratto Arezzo-Palazzo del Pero.

Nel febbraio 2018 i due progetti sono stati inseriti nel contratto di programma 2016-20 fra il mit e l’Anas, con l’indicazione dei tempi relativi alle revisioni dei progetti redatti nei decenni precedenti: il termine per presentare il progetto definitivo da sottoporre a conferenza di servizi entro il dicembre 2018 e il progetto esecutivo per l’appalto entro il 2020. La previsione per la gara di appalto era stata stabilita entro il novembre 2020 con un importo complessivamente impegnato di 427 milioni di euro. E’ notizia delle ultime settimane che il governo ha chiesto all’Anas una “rimodulazione” del contratto di programma e, per l’ennesima volta, le scadenze relative al completamento della Due Mari sono slittate: le scadenze relative al nodo di Arezzo e al raddoppio del tratto Arezzo – Palazzo del Pero vengono posticipate al 2022, mentre quella del settimo lotto, da Le Ville Monterchi all’innesto con la E45 di Selci Lama (importo 435 milioni di euro) viene rinviata al 2021.

Ancora una volta il risultato è un gravissimo danno sociale per cittadini ed imprese, che non possono contare su un Paese moderno con infrastrutture sicuri ed efficienti – conclude Magini – da un documento diffuso da Anas, per l’iter autorizzativo di una nuova opera sono necessari ben 27 passaggi fra verifiche, controlli, pareri, nulla osta, validazioni ecc. che si traducono mediamente in 5 anni per arrivare all'approvazione di un progetto esecutivo ed andare in appalto! Questo è ovviamente inconcepibile, è necessario dare uno stop alla burocrazia per far ripartire il Paese. Un altro esempio è quello delle conferenze di servizi, che non possono essere infinite. Nello spirito iniziale della norma che le disciplina, avrebbero dovuto, anzi, rappresentare uno strumento di accelerazione dell’iter decisionale a monte della gara, all’insegna del momento decisorio che riunisce le diverse fasi che portano all’approvazione di un’opera pubblica.

Per sbloccare l’impasse potrebbe essere utile prevedere in forma espressa che tutti i termini indicati nell’ambito del procedimento di qualsiasi tipologia di conferenza dei servizi abbiano carattere perentorio e che la mancata risposta da parte dell’ente interessato, nei tempi prescritti, comporti l’applicazione dell’istituto del silenzio assenso”.

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