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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Il deragliamento del prezzo del gas mette a rischio aziende artigiane

Già nel 2021 una piccola impresa italiana pagava l’elettricità il 12,9% in più rispetto alla media dell’Eurozona

Deragliamento del prezzo del gas. Eppure in Italia l’utilizzo di questa commodity è aumentato a fronte di una riduzione nel resto d’Europa. “Le differenti matrici di generazione elettrica e le loro evoluzioni nella crisi  -  spiega in proposito il presidente di Confartigianato Arezzo, Ferrer Vannetti  -  determinano un divergente andamento dei prezzi dell’elettricità al consumo. Secondo i dati Eurostat il prezzo dell’energia elettrica sale dell’82,3% in Italia, un ritmo doppio della media dell’Eurozona”.

Tutto questo a fronte di un più limitato dinamismo in Germania, dove i prezzi salgono del 17,6%, e in Francia, dove l’aumento si ferma al 6,0%.

Il motivo qual è? Secondo Confartigianato è molto chiaro: “Il mix di generazione elettrica è alla base del divergente andamento dei prezzi al consumo dell’elettricità riscontrata nei maggiori paesi europei. L’analisi del report mensile dell’Agenzia Internazionale per l’Energia dell’Ocse evidenzia la differente reazione delle maggiori economie europee all’escalation dei prezzi del gas, letteralmente deragliati nella seconda metà del 2021”.

“L’estensione di queste tendenze sul mercato elettrico delle imprese  - afferma Vannetti lanciando un forte allarme - determinerebbe una perdita di competitività, aggravando la già fragile posizione precedente all’inasprirsi della crisi energetica: nel primo semestre del 2021 una piccola impresa italiana pagava un prezzo dell’elettricità del 12,9% superiore rispetto alla media dell’Eurozona”.

A gennaio 2022, sul totale di energia elettrica prodotta nei dodici mesi, in Germania il 42,6% proviene da rinnovabili, il 29,2% dal carbone, il 14,9% dal gas e l’11,1% dal nucleare. In Francia domina il nucleare, dal quale proviene il 67,4% della produzione di elettricità, seguito dalle rinnovabili con il 23,3% mentre l’uso del gas è limitato al 5,8%. Maggiore esposizione dell’Italia alla bolla dei prezzi del gas, fonte con cui viene prodotta la metà (48,4%) dell’elettricità, superiore al 41,5% della quota da rinnovabili, mente è basso l’utilizzo di carbone (5,4%) e petrolio (3,6%).

“La sfida più delicata  -  secondo Vannetti - vista la nostra scarsità di materie prime e la nostra scelta di sostanziale rinuncia al nucleare, appare senza dubbio quella legata ad un sostanziale incremento dell’impiego e quindi dell’impegno nelle Rinnovabili”.

E su questo un piccolo segnale positivo il presidente di Confartigianato Arezzo lo riscontra: “Sul fronte delle rinnovabili, la produzione eolica è in calo in Francia (-8,9%)  e Germania (-5,7%), mentre è in controtendenza in Italia (+5,6%). La produzione da solare sale del 13,1% in Francia e del 4,0% in Germania, mentre è più ferma (+0,8%) in Italia. I fenomeni di siccità hanno determinato una diffusa riduzione di produzione di energia idroelettrica”.

“C’è da dire poi che -  approfondisce Vannetti  - nel cuore green dell’Europa, in Germania, la produzione di elettricità con il carbone, oltre ad avere un peso più elevato, sale di molto nell’ultimo anno, segnando un aumento del 20,1%. La Francia, pur registrando un contributo del carbone più limitato, ha aumentato del 61,5% la produzione di questa commodity, mentre per l’Italia la crescita è del 5,6%.

E il gas? “Qui – insiste il presidente – le cose non vanno bene: causa crisi Ucraina ora costa molto, e di conseguenza Francia e Germania, che peraltro già lo usano meno, ne riducono ulteriormente l’utilizzo, rispettivamente del 5,1% e del 6,0%. Al contrario l’Italia, con quasi metà dell’elettricità prodotta dalle centrali a gas, ne aumenta l’utilizzo, registrando una crescita del 5,6%; stiamo parlando di una commodity che a dicembre 2021 segna un aumento del 255% dei prezzi all’importazione”.    

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