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Prestito d’uso per orafi. Vannetti: "Necessaria ridefinizione delle iniziative di finanziamento per gli artigiani

“Forte preoccupazione per la chiusura dello strumento dei fondi rotativi creato nel 1997 dalla Regione Toscana, prima in Italia” . La esprime, a nome delle imprese artigiane aretine, fortemente interessate a questo tipo di finanziamento, Ferrer...

“Forte preoccupazione per la chiusura dello strumento dei fondi rotativi creato nel 1997 dalla Regione Toscana, prima in Italia” .

La esprime, a nome delle imprese artigiane aretine, fortemente interessate a questo tipo di finanziamento, Ferrer Vannetti, presidente di Confartigianato Arezzo.

“E’ uno strumento attivo da oltre 15 anni, che la nostra associazione aveva richiesto di snellire per migliorarne l’efficacia e che da oltre cinque anni non viene rifinanziato grazie alla puntualità nei rimborsi da parte delle aziende artigiane e pertanto con costi minimi in termini di risorse pubbliche in relazione ai vantaggi per il nostro tessuto economico spiega in proposito Vannetti. Una vasta platea di imprese aretine hanno beneficiato, in carenza di risorse fresche, di uno strumento valido ed efficiente per gli investimenti, alternativo o complementare all’intervento nelle banche, proprio nel periodo di credit crunch”. Ecco quindi che la misura regionale si traduce di fatto “in tagli pesanti al credito per le imprese toscane, ed in particolare per la nostra provincia nella quale le aziende utilizzato i fondi rotativi più che altrove”.

Tutto nasce dalla delibera della Giunta Regionale del 6 ottobre scorso, nella quale sono state ridefinite le strategie regionali di accesso al credito, ossia la cosiddetta ingegneria finanziaria della Regione, trasformando gli strumenti fino ad oggi a disposizione per le imprese per favorire investimenti e per accedere alla garanzia pubblica gratuita per la liquidità. “La ridefinizione della strategia in proposito rischia quindi di creare problemi gravissimi anche al settore orafo aretino per la specifica misura prevista sul prestito d’uso e legata all’incremento occupazionale”, insiste Vannetti, che ricorda anche come “in base alla delibera, le disponibilità attuali dei fondi rotativi, al netto degli impegni già assunti per le graduatorie approvate e finanziate, dovranno essere riversati al bilancio regionale e non è ancora chiaro per quale finalità”.

Confartigianato Arezzo esprime, quindi, preoccupazione anche per il fatto che, nella delibera della Giunta “viene sì definita per la graduatoria dei fondi rotativi la nuova data del 23 ottobre con risorse pari a circa 11 milioni di euro”, ma che “i fondi di garanzia legati alla liquidità rimarranno solo a sostegno delle imprese colpite dalle calamità naturali” mentre “il fondo microcredito per imprese colpite da calamità naturali rimarrà fino al 31 marzo del 2016. Di più questo provvedimento non solo avrà effetti sul futuro, ma anche nel recente passato e sul presente. Penso a tutte le imprese che hanno fatto richiesta di accesso al bando dallo scorso aprile ad oggi e che a seguito di questo provvedimento rischiano di non vedersi assegnato l’aiuto rimborsabile: verranno penalizzate le aziende che investono”.

Secondo Vannetti il problema principale nasce dalla mancanza di confronto rispetto a questi provvedimenti regionali che quindi “sembrano distanti dalla vere esigenze delle imprese artigiane”. Eppure – insiste il presidente - “quando si sono aperti spazi di interlocuzione, anche nel recente passato, si è arrivati a progettare ed attuare misure utili ed efficaci come il sostegno all'occupazione o la misura per la garanzia per le imprese orafe”.

Ecco perché “Confartigianato - conclude Vannetti - a questo punto offre il suo pieno contributo perché si possa aprire un confronto sano con le istituzioni regionali e perché questa questione possa, alla fine, essere ripensata in una logica sia di sussidiarietà cosi da evitare sovrapposizioni inutili che di semplicità. Questo perché l’eccessiva complessità, anche delle poche misure rimaste, genera incertezza e dilatazione dei tempi, aspetti inconciliabili con le esigenze di chi deve gestire in modo efficace un’impresa.”

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