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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Pagamenti ai fornitori: aumentano i ritardi gravi

La Toscana è al 9° posto della classifica italiana stilata dallo Studio Pagamenti di Cribis, aggiornato al 31 marzo 2021. A dicembre 2020 le imprese che effettuavano i pagamenti con ritardi superiori ai 30 giorni erano il 13,4%, lo scorso marzo sono passate al 14%, con una variazione del +4,5%. Incrementi anche ad Arezzo

Con il 34,8% di imprese che pagano alla scadenza i propri fornitori, la Toscana è al 9° posto della classifica italiana stilata dallo Studio Pagamenti di Cribis, aggiornato al 31 marzo 2021. Aumentano i ritardi gravi: a dicembre 2020 le imprese che effettuavano i pagamenti con ritardi superiori ai 30 giorni erano il 13,4%, lo scorso marzo sono passate al 14%, con una variazione del +4,5%.

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Fra le 20 province italiane le cui imprese, a confronto con l’ultimo trimestre del 2020, hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti oltre 30 giorni, tre sono toscane: Grosseto è al 7° posto (+9,1%), Firenze al 14° (+7%), Siena al 19° (+6,2%). Meno drammatico il dato aretino, anche se la tendenza è sempre all'aumento: anche in provincia crescono i ritardi gravi (+1,7%).

In regione, Prato è l’unica provincia che fa segnare un decremento nei ritardi gravi (-0,8%), mentre diminuiscono i pagamenti puntuali a Pistoia (-1,3%), Siena (-1,1%) e Pisa (-1%).

Ritardi complessivi in regione

Nella classifica delle province, in regione la migliore è Pisa (40°), seguita da Arezzo (43°), Prato (46°), Pistoia (48°), Lucca (50°), Siena (55°), Firenze (59°), Massa (61°), Livorno (66°) e Grosseto (80°). Rispetto a dicembre 2020, Grosseto perde 4 posizioni, Siena 3, Pistoia 2; Prato ne guadagna 3, Livorno, Massa e Pisa una, mentre rimane invariata la posizione di Firenze, Lucca e Arezzo.

Uno sguardo nazionale

Le aziende italiane che pagano puntualmente clienti e fornitori rappresentano il 36,5% del totale, un dato superiore del 4,6% rispetto a quello dello stesso trimestre nel 2020, quando l’emergenza Covid-19 era appena iniziata, mentre le imprese che effettuano i pagamenti in grave ritardo sono il 13,1% (+23,6% rispetto a fine marzo 2020). 

Il Nord Est si conferma l’area geografica più affidabile, con il 44% dei pagamenti regolari, mentre il Sud e Isole sono le zone dove le imprese incontrano maggiori difficoltà: solo il 24% delle aziende, infatti, rispetta i tempi di pagamento.

Ai vertici del ranking regionale dei pagamenti puntuali troviamo Lombardia (45,6%) ed Emilia-Romagna (44,8%), seguite da Veneto (44%), Marche (42,9%) e Trentino – Alto Adige (42,7%). In ultima posizione la Sicilia, dove solo un’impresa su 5 adempie nei termini i propri obblighi di pagamento (20%), e che è preceduta da Calabria (20,9%) e Campania (23,6%). Sicilia, Campania e Calabria si aggiudicano inoltre il primato negativo per quanto riguarda i pagamenti oltre i 30 giorni, rispettivamente con il 23,1%, il 22,8% e il 20,5%. 

A livello provinciale, la più virtuosa è Brescia che torna in vetta alla graduatoria nazionale, seguita da Sondrio, Bergamo, Lecco e Trento. In coda alla classifica regionale resta Trapani, preceduta da Reggio Calabria, Crotone, Palermo e Siracusa. Le province che rispetto alla fine del 2020 hanno guadagnato più posizioni nel primo trimestre dell’anno sono Oristano (dal 78 al 70), Torino (dal 48esimo al 42esimo posto), Parma (da 28 a 24) e Taranto (da 88 a 84). Quelle che hanno perso più terreno sono state, invece, nell’ordine Rieti (dal 71esimo posto al 78esimo), Pescara (da 82 a 88) e Teramo (da 63 a 68).

Microimprese virtuose

Le microimprese, con il 38,5% di pagamenti alla scadenza, sono le più virtuose ma registrano anche la maggiore quota di ritardi gravi (14%, a fronte del 9,7% delle piccole, del 6,8% delle medie e del 6,3% delle grandi). Per quanto riguarda i settori, rispetto a dicembre 2020 il commercio al dettaglio è il settore con l’incremento più elevato di ritardi gravi (+4,5%), seguito da agricoltura, foreste, caccia e pesca (+4,1%) e servizi finanziari (+3,3%).

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