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La domenica di OroArezzo: visita dell'assessore Marras. Focus sulla sostenibilità

“Celebriamo il ritorno in presenza di un altro grande appuntamento fieristico della Toscana – ha commentato Marras -. Oro Arezzo è, ormai da anni, un punto di riferimento internazionale per il settore"

Oggi, domenica 8 maggio, a visitare gli stand di Oro Arezzo c’era anche l’assessore all’economia e al turismo della Regione Toscana, Leonardo Marras.

“Celebriamo il ritorno in presenza di un altro grande appuntamento fieristico della Toscana – ha commentato -. Oro Arezzo è, ormai da anni, un punto di riferimento internazionale per il settore ed è davvero importante che ci si ritrovi adesso, per condividere le esperienze dei mesi difficilissimi passati e confrontarsi su come affrontare al meglio quelli che ci aspettano, ugualmente complessi e pieni di incertezze”.

Ad Arezzo si espongono gioielli finiti, ma anche semilavorati ed elementi che li compongono, dalle chiusure alle montature alle pietre. Spazio anche all’argenteria. Oltre trecento sono i brand presenti per questa quarantunesima edizione.

Nei quattro padiglioni di fiera ci sono aree dedicate al pronto vendita, ma anche stand dedicati alla tecnologia applicata al settore. Torna, nella quattro giorni, anche lo storico concorso “Premiere” che premia la migliore manifatture orafa italiana per design ed abilità produttive e creative.

“Il comparto dell’oro, ed in generale dei metalli preziosi, - si sofferma Marras - rappresenta per l’econoFino al 10 maggiomia della Toscana uno dei settori più rilevanti. I numeri dell’export nel 2021 tracciano un quadro positivo: i gioielli made in Tuscany sono amati nel mondo e mercati come gli Emirati Arabi, abbiamo avuto modo di constatarlo personalmente nel viaggio ad Expo Dubai, hanno grande interesse e trainano questo trend di ripresa “. “La crisi delle materie prime che stiamo attraversando – conclude - si ripercuoterà anche sulla produzione di gioielli, ma questo ha dimostrato di essere un settore dinamico e saprà gestire al meglio eventuali criticità”.

Workshop Federorafi

La sostenibilità come percorso comune per l’industry orafa, la ricerca di una certificazione unica come obiettivo d’insieme. È il quadro emerso stamani nella seconda giornata di Oroarezzo, la manifestazione di Italian Exhibition Group dedicata all’oreficeria Made in Italy e internazionale presso Arezzo Fiere e Congressi, nel corso del workshop a cura di Federorafi e organizzato in collaborazione con la Consulta Provinciale dei Produttori Orafi e Argentieri di Arezzo.

All’evento, dal titolo “La sostenibilità come lasciapassare per il futuro”, moderato da Stefano de Pascale, direttore generale Federorafi, hanno preso parte Silvia Bezzone, Bulgari Gioielli, Egidio Chini, F.lli Chini, Raul Sapora, auditor, esperto in CSR e gemmologo, Cristina Squarcialupi, Unoaerre Industries, vicepresidente Federorafi con delega alla sostenibilità e Damiano Zito, Progoldx, con la partecipazione di Luca Parrini , coordinatore consulta orafa aretina. A introdurre il convegno, Marco Carniello, global exhibition director jewellery & fashion IEG, mentre Simone Chierici, assessore alle attività produttive del Comune di Arezzo, ha portato il saluto del sindaco Alessandro Ghinelli, con un messaggio che sottolinea il “grande interesse e l’attualità” del tema, particolarmente caro alla nostra amministrazione. Parlare oggi di scenari futuri è anche un segno chiaro della lungimiranza di questo settore”.

Filiera sostenibile

“La manifattura orafa italiana si trova in una posizione di vantaggio per produrre gioielli sostenibili e per alimentare una consolidata economia circolare dei metalli preziosi”, ha dichiarato Cristina Squarcialupi. “ A questi aspetti si aggiunge il talento degli italiani come artigiani e designer creativi di alta qualità, le cui eccellenze artistiche e artigianali sono riconosciute in tutto il mondo. Tutti questi fattori, insieme alle certificazioni a garanzia del mercato di riferimento, giocano insieme per creare gioielli allo stesso tempo belli e sostenibili”.

Per Egidio Chini “la responsabilità sociale e la sostenibilità sono temi fondamentali per gli acquirenti finali quindi sempre più stanno diventando banco di prova per le nostre produzioni. Rispondiamo a questi temi perché lo vuole la clientela ma soprattutto per dovere etico. Le filiere, nell'ambito della sostenibilità, avranno una forte identità, certificata, quantificabile e dimostrata”.

Damiano Zito vede la sostenibilità come “un tema di estrema importanza ed attualità e per le aziende un’occasione, ma soprattutto un dovere, per fare la propria parte nel viaggio verso un mondo migliore, seguendo i principi etici che dovrebbero guidare le azioni di tutti.”

Etica e sostenibilità

Silvia Bezzone ha invece illustrato il ruolo e le modalità di collaborazione di un brand internazionale nei rapporti con la supply chain. “Ci spendiamo per fare training specifici alle aziende nostre partner e continueremo a investire sui temi legati all’eticità anche in futuro”.

Alla domanda su che cosa possano davvero fare i produttori di gioielli per evitare di contribuire alle violazioni dei diritti umani nella loro supply chain ha risposto con forza Raul Sapora, dichiarando che “ dovrebbero assicurarsi di avere catene di approvvigionamento tracciabili e trasparenti in cui i diritti umani siano regolarmente monitorati e rispettati. La certificazione costituisce il ponte tra lo standard (per esempio RJC) e l’impatto che un’azienda ha sul tessuto sociale: aiuta a trasformare le pratiche di gestione in azioni misurabili”.

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