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Economia Capolona

Open day alla Tca. Oltre 200 cittadini hanno partecipato al tour aziendale

Molti i giovani presenti, sia alla conferenza che ai tour. La visita degli impianti, di circa 60 minuti, ha toccato le tappe principali del viaggio del metallo

"Crediamo sia importante percepirsi come parte di una rete più ampia di soggetti, non solo recuperatori, che insieme possono rispondere a esigenze che non sono più solo locali o nazionali e che non sono più solo una questione di business ma che  riguardano la vita di tutti". Con questo proposito i membri del consiglio di amministrazione della ditta Tca spa di Castelluccio hanno dato accolto cittadini e visitatori all'interno della propria sede aretina. Un momento di confronto al quale hanno preso parte in molti. "Che la partecipazione sarebbe stata alta - spiegano dall'azienda - lo si era capito fin da subito, quando i 200 posti disponibili per i tour aziendali, sono andati esauriti immediatamente dopo l’apertura delle prenotazioni online. Così abbiamo aperto ulteriori tour per permettere altri ingressi".

Oltre 200 persone, tra cui rappresentanti delle istituzioni, aziende di recupero, associazioni, partner e persone della comunità, sono poi state accolte all’interno della tensostruttura, appositamente allestita per la conferenza tecnica ‘Le materie prime nel mondo: recuperare per dare nuova vita’. All’interno dello spazio, il dibattito, moderato da Sandra Rogialli, ha visto succedersi relatori come: Passarini Fabrizio, docente di chimica dell'ambiente dell’Università di Bologna, Simona Bonafé, deputata al Parlamento Europeo e membro della commissione ambiente, Fabrizio Bernini, presidente Confindustria Toscana Sud e Iacopo Ciabatti, responsabile processi chimici e ricerca e sviluppo per Tca. I relatori hanno approfondito argomenti riguardanti l'economia circolare nonché le necessità e opportunità che la stessa porta con sé, per il mondo imprenditoriale e per la comunità nel suo insieme. Ma non solo, sono stati toccati da vicino temi come la cittadinanza attiva e l’inclusività ovvero la necessità di garantire a tutti la possibilità di partecipare con il proprio valore al recupero e alla comunità. Di questo tema in particolare si è fatta portavoce l’associazione Crescere, presente con Faustina Bertollo che ha raccontato il progetto ‘Il recupero parte da tutti’.

"Non sono mancate - proseguono dall'azienda - informazioni concrete sul come Tca sappia operare e sul cosa sia importante saper fare e saper garantire nell’attività di recupero delle materie prime. Un punto del quale si sono fatti carico Costanza Acciai, Nico Giommoni e Marco Panarese esperti del team ambientale, impiantistica e analisi". Da ultimo Il presidente Marco Manneschi ha concluso la conversazione rappresentando l’importanza del fare le cose insieme, tra comunità, imprese, competitor e istituzioni, le quali possono in particolare fare la differenza nell’agevolare il processo di trasformazione.

Molti i giovani presenti, sia alla conferenza che ai tour. La visita degli impianti, di circa 60 minuti, ha toccato le tappe principali del viaggio del metallo: dall’ammissibilità del materiale di scarto in ingresso al suo campionamento, dalla visione della fonderia 4.0 al transito nel suo cuore tecnologico, la control room. Sono stati descritti e visitati i locali di affinazione e il laboratorio analisi. Il pubblico, adeguatamente vestito con caschetti e gilet di protezione, è stato accompagnato lungo il percorso accessibile, ad eccezione di alcuni locali che per motivi assicurativi non è stato possibile esibire, come il caveau dal tetto di cristallo blindato.

“I nostri ospiti - spiega Marco Panarese, responsabile impianti di Tca - è stato molto attivo ed è intervenuto numeroso con attenzione e curiosità, ascoltando con interesse le varie informazioni. Abbiamo cercato di rispondere a tutte le domande, con la voglia di trasmettere informazioni tecniche a chi non lavora in un settore specialistico come il nostro. L’automazione espressa dal nuovo impianto è percepibile al primo sguardo: dalla movimentazione dei materiali al processo fusorio vero e proprio. Una cabina di regia, costantemente presieduta da personale qualificato che monitora in ogni momento l’operato dell’impianto. Sensori, capaci di rilevare ogni più piccolo dettaglioutile, a completare il quadro di un sistema di monitoraggio sofisticato e meticoloso che va ben oltre le rilevazioni di base. E il cuore innovativo dell’ impianto che risiede nell’area destinata al trattamento delle emissioni di lavorazione. Un sistema articolato, progettato e dotato di svariate stazioni di trattamento, che assicurano un prodotto finale in uscita altamente depurato e sicuro".

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