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Economia

"2021 anno terrificante, -80% d'olio ad Arezzo". Ed è caccia a quello dell'anno scorso

Pochi frutti e poco succosi, la qualità è salva ma la quantità sarà esigua. L'allarme del frantoio Donati: "Si rischia un altro 2019, quando ci fu la mosca. Tutta l'economia del settore sarà colpita, ci sarà un taglio drastico agli stagionali"

La raccolta delle olive quest'anno non filerà liscia come l'olio. Tutt'altro. Le drupe sono poche e poco succose: sarà olio di qualità, ma quanto ne verrà prodotto? L'improvvisa e micidiale ghiacciata d'aprile ha bruciato la fioritura di buona parte delle piante, soprattutto in pianura. Restano poche settimane per una (piccola) svolta, magari con l'aiuto di qualche pioggia. Ma c'è chi è fortemente pessimista, come l'ex presidente di Confartigianato Toscana (in carica fino allo scorso dicembre) Giovan Battista Donati, titolare di una delle più antiche imprese del territorio legate all'economia dell'olio d'oliva: il frantoio Gino Donati. "Temo che sarà un'annata terrificante", dice sconsolato profetizzando perdite di produzione fino all'80% (come nel 2019, anno della mosca olearia) rispetto a un'annata standard. E anche di più in confronto all'anno scorso: il 2020 fu esagerato nella quantità oltre che splendido nella qualità.

Qual è l'origine della carenza di olive?

"Il problema principale si è registrato ad aprile con il gelo: in piana c'è stata una strage per via dell'inversione termica. Nelle colline qualcosa si era salvato".

E poi cosa è successo?

"La siccità estiva ha fatto il resto: in quota ci sono terreni ciottolosi e secchi, le piante salvaguardano prima le foglie poi i frutti. E così le olive sono rade e piccole".

Un'annata del genere è un'eccezione?

"Lo era, un tempo. Ultimamente queste annate nere stanno diventando sempre più frequenti. Una vola c'erano annate di carica e di scarica. Mi spiego: una raccolta fruttava 100 e quella successiva 60, per dire. Ma c'era armonia nell'andamento. Adesso capita di fare 120 un anno e poi 30 quello dopo. L'anno scorso il raccolto è stato abbondante, anche eccessivamente. E quindi ci attendevamo per il 2021 minor produzione. Ma non a questi livelli. Come cambia il clima, cambiano le raccolte olearie. Per il 2021 si rischia di arrivare a -70% o -80% di produzione rispetto a un'annata normale. Anche se di normale, a 74 anni, vedo ormai poco". 

Beh, le poche olive rimaste possono dare origine a una piccola produzione di qualità?

"La qualità non si discute, quest'anno non c'è stata la mosca che tanti danni aveva fatto in passato. Il problema è che le olive sono solo in collina, la raccolta va fatta a mano oppure con gli abbacchiatori, ma vanno stesi i teli. C'è un grande lavoro per ogni pianta e le olive per albero sono poche: raccoglierle tutte è un'impresa antieconomica. Soltanto gli hobbisti, per lo più anziani, riusciranno a far l'olio per casa, non di più. Chi ha grandi estensioni di oliveti, avrà grossi problemi. I costi della manodopera restano invariati".

Come sta cambiando il consumo d'olio extra vergine in provincia di Arezzo?

"Sì mangia di più fuori, per via del lavoro, e si cucina di meno in casa. Una famiglia giovane compra 5 litri per volta, non di più. Un tempo le famiglie compravano un fusto da 30 litri per tutto l'anno. Un tempo a gennaio l'olio nuovo era già tutto venduto. Ora si vende l'olio tutto l'anno, o quasi. Non solo con acquirenti aretini, ma con le spedizioni".

Quest'anno però non ci saranno rimanenze.

"L'olio 2020 sta già sparendo. Chi ha notato la situazione degli uliveti è corso a fare scorta. Scommetto che a metà ottobre l'olio vecchio sarà finito".

A quale prezzo si vende?

"A 10 euro. Di solito l'olio nuovo costa 12 euro il litro, quello vecchio la metà. D'altronde, chi comprerebbe a settembre l'olio vecchio quando entro un mese e mezzo potrebbe avere a disposizione quello nuovo? Quest'anno però non funziona così, perché già si sa che l'olio aretino 2021 sarà pochissimo. E quindi si compra quello dell'anno scorso, che era di ottima qualità".

E quanto costerà il poco olio nuovo d'Arezzo?

"Questo è un indovinello".

Ci sarà olio Evo per tutti quest'anno?

"Io credo di sì. Non ci sarà quello di Arezzo, ma regioni come Puglia, Molise, Abruzzo dovrebbero garantire una raccolta sufficiente. E anche la qualità dovrebbe essere salva. Se non ci sono olive qui, bisognerà comprarle altrove: e come frantoio è una valutazione che dovremo fare. L'unica raccomandazione che mi sento di fare è questa: occorre chiarezza. Se non vendo olio da olive della Toscana lo devo dichiarare. L'olio dei colli aretini ha qualità peculiari e quest'anno sarà davvero poco quello in circolazione".

Ci saranno ripercussioni anche sul fronte del lavoro?

"Ovviamente. Parlo per la nostra impresa: di solito durante la raccolta il nostro frantoio è attivo 24 ore su 24. Quest'anno non sarà così. Di solito assumiamo fino a 30 stagionali per 2 mesi. Quest'anno prenderemo 5-6 persone. Ci sarà un crollo dell'80% anche sul fronte delle offerte di lavoro, purtroppo. Come detto, io sono molto pessimista".

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