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Economia

Non è tutto oro l'export che luccica, Ciabatti: "Ma il futuro dà fiducia. E quante occasioni di lavoro per i giovani"

L'imprenditrice aretina è presidente nazionale di Federorafi e analizza il boom delle esportazioni "gonfiate" dal prezzo del metallo: "Ma la seconda metà dell'anno fa pensare all'ottimismo: nel settore c'è fermento"

Sono stati pubblicati i dati relativi al primo semestre 2019 dell'export dei distretti orafi italiani: Arezzo fa registrare, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, una crescita dell'11,4% e Ivana Ciabatti, presidente di Federorafi, inquadra il momento dell'oro italiano. Tra ombre presenti (instabilità internazionali e crescita del prezzo del prezzo del metallo) e luci future.

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La gioielleria da indosso cala del 6,4%

Come evidenzia correttamente il nostro Centro Studi i dati semestrali vanno letti con estrema cautela e senza particolari entusiasmi perché sono ampiamente condizionati dall’escalation delle quotazioni dei metalli preziosi - ha detto a caldo commentando i dati di Confindustria -. Nel periodo in esame, del resto, il prezzo in euro dell’oro archivia una crescita del +6,3% su base annua. D’altra parte, in termini di quantità esportate, le merceologie qui considerate presentano tutte dei cali. La gioielleria da indosso, ad esempio, fa registrare una contrazione del -6,4% dei volumi esportati.

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Le previsioni per la seconda parte dell'anno

Ciabatti continua, guardando al futuro con ottimismo.

Fatta questa doverosa precisazione, se non subentreranno ulteriori tensioni geopolitiche, resto ottimista sull’ultima parte dell’anno perché, come ho potuto constatare anche tra i colleghi presenti a VicenzaOro September, c’è fermento nel settore. Mi riferisco alle iniziative che sono state attivate, ad esempio, nel campo della formazione con i progetti presso gli Its, o le scuole, gli istituti o le fondazioni presso i nostri distretti per rilanciare, anche con il contributo dei top brand, la conoscenza tecnica.

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Caccia a talenti del futuro

Nei prossimi 15/20 anni - aggiunge Ciabatti - usciranno dal settore, per raggiunti limiti di età, almeno il 30/40% di collaboratori altamente qualificati: occorre quindi trovare e formare nuovi talenti.

E poi conclude parlando delle inziative rivolte ai mercati americano, giapponese e cinese.

A questo si aggiungono le iniziative che con Ice (Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, nda) stiamo sviluppando con successo in Usa (quasi 200 milioni di dollari di vendite con gli accordi con la grande distribuzione americana) o avviando con il progetto per un nuovo approccio della gioielleria italiana in Giappone per sfruttare il volano dell’accordo di libero scambio con l’Ue. Sempre per presidiare i mercati che si stanno aprendo, non posso infine non ricordare che, per monitorare le recenti riduzioni dei dazi all’import di gioielli in Cina, Federorafi sarà presente a novembre - chiude Ciabatti - con ben 14 aziende alla seconda edizione del China International Import Expo di Shanghai, l’evento voluto dal presidente Xi e dove l’Italia sarà paese ospite d’onore.

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