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"Nessun voucher alla Cgil di Arezzo". Mugnai lancia i due referendum sul lavoro

"La Cgil di Arezzo ha detto no all'uso dei voucher". Così Alessandro Mugnai, segretario generale della Camera del Lavoro ha risposto alla domanda su quale fosse la situazione ad Arezzo dopo gli attacchi alla Cgil nazionale per l'uso di voucher per...

"La Cgil di Arezzo ha detto no all'uso dei voucher". Così Alessandro Mugnai, segretario generale della Camera del Lavoro ha risposto alla domanda su quale fosse la situazione ad Arezzo dopo gli attacchi alla Cgil nazionale per l'uso di voucher per pagare prestazioni di lavoro occasionali.

"Noi siamo un po' più radicali, diciamo così. Questa scelta è stata fatta perché può dare meno fianco a strumentaliazzazioni. Oggi anche in questa città basta poco per essere strumentializzati visto che abbiamo il coraggio di affrontare temi interessanti e forti per la cittadinanza, ma che spesso si ritiene più opportuno non affrontare e fare gli struzzi."

Le dichiarazioni sono arrivate a margine della presentazione delle attività di diffusione sul territorio delle informazioni sui due referendum promossi dalla Cgil a livello nazionale, il primo per l'abrogazione del sistema dei voucher, l'altro per abrogare le norme che limitano la responsabilità solidale negli appalti.

Per questo la Cgil torna in piazza per il lavoro. Domani sarà la prima giornata nazionale per lanciare i due nuovi referendum. Distribuzione di volantini e palloncini in strade, piazze e mercati: Viale Giotto ad Arezzo, Piazza Torre di Berta a Sansepolcro, Corso Italia a San Giovanni, area Coop a Camucia e località palazzetto a Bibbiena.

“Sarà una mobilitazione nazionale – annuncia il Segretario provinciale Alessandro Mugnai – perché il Governo non ha ancora fissato la data per la consultazione elettorale e perché questi temi diventano ogni giorno più gravi”.

I voucher sono l’esempio più evidente:

“in pochi anni si è passati da un utilizzo di nicchia, previsto per poche tipologie di lavoratori “svantaggiati” e per limitate attività, prevalentemente effettuate in ambito familiare (baby sitter, lavori domestici, …), ad un impiego generalizzato in termini di attività e di soggetti che possono utilizzare questa tipologia contrattuale”.

Alcuni dati: dal 2012 ad oggi il suo incremento in Toscana è stato del 626% con un aumento esponenziale dell’acquisto dei “buoni lavoro” presso le tabaccherie, queste per il 90% sono state il luogo dove i toscani hanno acquistato, nel 2016, i “buoni lavoro”. Nella provincia di Arezzo, nel 2016, ne sono stati acquistati quasi 900mila.

“Il pensiero dell’acquisto del lavoro insieme ad un pacchetto di sigarette o ad un gratta e vinci già è un’immagine per noi pessima, ma è ancora più grave – sottolinea Mugnai – che l’80% del totale è destinato alle fasce d’età più giovani: 39% fino a 29 anni e 40% dai 30 a i 49 anni. Questo contribuisce alla precarizzazione e rende impossibile il solo pensare un progetto di vita. Al danno si aggiunge la beffa: i voucher entrano nei conteggi sull’occupazione e finiscono per “drogare” alcune statistiche che rendono la situazione meno drammatica di quella che è. Infatti il voucher non rappresenta un rapporto di lavoro ma solo una modalità di retribuzione ed è ormai la concreta possibilità di sostituire forme garantite di lavoro con una nuova frontiera di precarietà”.

Il secondo referendum della Cgil ha un obiettivo preciso: eguali diritti e tutele per i lavoratori che operano nel sistema degli appalti.

“I lavoratori impiegati negli appalti sono moltissimi, e sono in tutti settori, e purtroppo moltissimi di loro li incontriamo quando si rivolgono a noi per i mancati pagamenti da parte delle aziende appaltanti o subappaltanti – ricorda Alessandro Mugnai. Solo una pari responsabilità tra committente, appaltatore e subappaltatore, nei confronti di tutto ciò che succede nei rapporti di lavoro, può garantire ai lavoratori di vedersi assicurata la retribuzione. Chi subisce il mancato pagamento dei salari nella filiera degli appalti si ritrova in un vero e proprio “sistema” che tutela le sole imprese a discapito dei diritti dei lavoratori. Non è un caso che nel rinnovo del contratto degli edili, settore nel quale il sistema degli appalti è molto strutturato e la responsabilità solidale c'è, le imprese abbiano presentato una controproposta molto chiara cioè l'esonero da essa. Con il referendum vogliamo ripristinare il principio di una responsabilità solidale inderogabile e piena da parte del committente e cioè del soggetto che sceglie l’appaltatore, da un lato, e che beneficia della prestazione lavorativa dei dipendenti, dall’altro".

Per parlare di lavoro, referendum, voucher e sistema degli appalti la Cgil ha messo in calendario anche gli incontri con tutti i partiti politici "a prescidere dal loro colore".

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