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L'embrione

VIDEO | La Regione tiene a battesimo il primo nucleo della Multiutility Toscana. Arezzo alla finestra

Estra ne è in parte dentro attraverso il socio Consiag

Questa mattina tutti i soggetti coinvolti presenti a Firenze per la prima presentazione pubblica della Multiutility Toscana, un progetto pensato per anni che adesso prende un via, seppur parziale. Per il momento Arezzo, come aveva spiegato in un'intervista ad Arezzo Notizie il sindaco Ghinelli, resta alla finestra a guardare, non convinto di alcuni aspetti che la caratterizzano. E non è l'unica provincia che non si presenta ai nastri di partenza.

A dare il battesimo a questa compagine dell'energia il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. In questo momento è pronta la bozza di proposta tecnica di un primo nucleo di Multiutility Toscana, che gli altri soggeti auspicano sia destinato a crescere ed allargarsi.

Le prime adesioni

Il primo passo (e l’idea) è la fusione infatti di Alia (azienda pubblica che gestisce i rifiuti), Consiag (società di 23 comuni con partecipazione pesanti in Estra e Publiacqua), Publiservizi (holding di 35 Comuni) e Acqua Toscana (costituita dalle amministrazioni comunali per raccogliere le loro partecipazione azionarie di maggioranza in Publiacqua).  L’atto è già stato approvato dai consigli di amministrazione delle quattro società. Sessantesei comuni coinvolti: Firenze, Prato, Empoli e Pistoia i più grandi. Ma l’obiettivo finale è costruire una vera multiutilities regionale per la gestione di tutti i servizi pubblici: non solo acqua e rifiuti, ma anche gas ed energia elettrica (ovvero Estra e Toscana Energia). Il progetto guarda quindi a Siena e ad Arezzo che per adesso ne sono rimaste fuori.

La tappa di oggi è un passo decisivo in avanti rispetto al progetto avviato a dicembre 2020. Adesso la partita dovrà tornare nelle mani dei consigli comunali, che si dovranno pronunciare entro settembre.

 “E' innegabile – sottolinea il presidente Eugenio Giani  - che si tratta di un momento storico”. Un snodo importante, “che era giusto che fosse vissuto all’ombra del gonfalone della Regione”. “La Regione – spiega – non ha competenze su questo tema: l’operazione sta in capo alle amministrazioni comunali. Ma per la Toscana tutta diventa un elemento di grandissimo significato avera una multiutility di dimensione regionale. Non possiamo dunque che sostenere e guardare con grande simpatia a questo progetto, che vede collaborare assieme amministrazioni di colore diverso, di centro destra, di centro sinistra e civiche, per far sì che la Toscana non diventi terra di conquista di soggetti esterni, per offrire a cittadini ed imprese servizi migliori con prezzi più contenuti e per reinvestire i dividendi sul territorio”. 

L'holding pubblica

Oggi la Toscana, è stata spiegato durante la conferenza stampa numeri alla mano, costituisce una realtrà frammentata, con tante aziende che gestiscono nei singoli territori i servizi pubblici locali. Nel Nord e Centro Italia da anni sono presenti invece multiutilities quotate. Si tratta di colmare questo gap. Con la fusione in Alia di Consiag, Publiservizi e Acqua Toscana, il Comune di Firenze conferirà in aumento di capitale la partecipazione in Toscana Energia e Pistoia la partecipazione in Publiacqua. La nascitura Multiutility toscana, secondo la proposta di piano presentata, sarà la holding, interamente pubblica, che coordinerà le partecipazioni nelle società operative: ovvero Alia OpCo (e Publiacqua (57,6 per cento), ma anche  Estra (39,6%), Acque spa (19,3%) e Toscana Energia (31%).

Gli obiettivi

Un piano con due condizioni – un progetto aperto, senza soci di serie A o di serie B, lasciando alle amministrazioni che oggi non ne sono parte il tempo per decidere se entrarvi -  e cinque capisaldi e vantaggi, riassunti e richiamati un po’ da tutti i sindaci intervenuti stamani:  controllo pubblico blindato (almeno il 51 per cento), più risorse per maggiori investimenti (un mliardo di euro già all’inizio, un miliardo e mezzo a regime), duemila posti di lavoro in più, raddoppio dei dividendi e quindi più soldi a disposizione dei Comuni per gestire i servizi ai cittadini (scuole ed anziani, ad esempio), la prospettiva infine di tenere sotto controllo l’aumento delle tariffe.   

Se il progetto riceverà il via libera dai consigli comunali, nel 2023 la società potrebbe già quotarsi in borsa. La nuovo multiutility, già solo con il nucleo di partenza, sarebbe il quarto o quinto gruppo a livello nazionale, è stato detto stamani, con 72 milioni di euro di benefici (solo per acqua e rifiuti) dalle prime sinergie orizzontali, 700 milioni di ricavi e 171 di investimenti.    

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