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Economia

L'oro di Arezzo trascina la ripresa dell'export toscano: +25%

La provincia aretina al top in Toscana per incremento percentuale delle esportazioni rispetto al 2021: +23%

L'economia aretina può sorridere per quanto riguarda le esportazioni. Nei primi nove mesi del 2022 l'export distrettuale dell'intera Regione Toscana ha superato il valore di 18 miliardi di euro, il massimo dal 2008 con una crescita di circa 2,4 miliardi rispetto al corrispondente periodo del 2021 (+15,1%) e il contributo della provincia di Arezzo è notevole, ricadendo per buona parte sulle spalle dell'oreficeria.

Focus sulla provincia di Arezzo

Basti pensare che all'incremento di 2,4 miliardi della Toscana il distretto orafo aretino ha contribuito con 464 milioni di euro. Arezzo, in particolare, è riuscita a realizzare la miglior performance provinciale anno su anno in termini percentuali: +23% nel gennaio-settembre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021, davanti a Lucca e Prato (21%) e a fronte di una media regionale del 15,1%. Una cavalcata continua, anche in confronto al periodo pre Covid: rispetto ai primi 9 mesi del 2019 l'incremento di export percentuale della provincia è stato del 29%, secondo solo a quello di Lucca (33%) e ben oltre la media regionale del 17,4%. Va detto che una parte di questi risultati è spiegata dall’aumento dei prezzi alla produzione che si è intensificato nel corso del 2022; tuttavia da una valutazione interna elaborata stimando la variazione delle esportazioni al netto dell’effetto prezzo, si rileva come per le produzioni manifatturiere dei distretti toscani nel loro complesso la crescita resti consistente sia nel confronto con il 2021 (+8,9%), sia rispetto al 2019 (+7,1%). Meglio rispetto al 2021 ma ancora in calo rispetto al 2019, invece, i dati dei distretti Tessile e abbigliamento e Pelletteria e calzature di Arezzo. Il primo fa registrare un incremento di 30,1 milioni e il secondo di 19 milioni, ma il loro peso nel totale dell'economia regionale (rispettivamente 1,4% e 1,3%) è decisamente più esiguo rispetto a quello dell'oreficeria (12,4%). I dati sono quelli del Monitor dei Distretti elaborati dalla direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

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Panoramica regionale

Tutti i macro-raggruppamenti settoriali - spiega il rapporto di Intesa Sanpaolo - mostrano il superamento del valore delle esportazioni dei primi nove mesi del 2019, con crescite particolarmente rilevanti per il Cartario di Lucca (+55,2%) e la filiera Agro-alimentare (+35,7%). Nel confronto con l’anno precedente, invece, il comparto dei Mezzi di trasporto mostra un calo del -16,7%, condizionato da una buona tenuta negli anni della pandemia e da un 2021 particolarmente positivo, che aveva segnato il valore massimo dal 2008. Il comparto più rilevante rimane il Sistema moda, che copre più del 70% dell’export distrettuale e, con un incremento di circa 1,9 miliardi di euro, ha superato i 12,7 miliardi di euro di vendite all’estero, grazie alla ripresa della socialità e del turismo, con un percorso di recupero post pandemia che evidenzia crescite migliori per le imprese posizionate nell’alto di gamma e nel lusso. Si evidenzia in particolare la crescita dell’Oreficeria di Arezzo, che complessivamente nei 9 mesi 2022 ha incrementato le esportazioni del 25,1% grazie alla tenuta nei principali mercati di sbocco, come Emirati Arabi Uniti (+15,0%) e Stati Uniti (+10,7%), e all’attivazione dei flussi verso l’Algeria per effetto dei provvedimenti legislativi adottati dal mercato nordafricano, che a fine 2021 ha semplificato le modalità di regolamento e ha quindi riaperto un’operatività che era stata precedentemente penalizzata.

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Positivi anche i risultati dei distretti fiorentini della moda come la Pelletteria e calzature di Firenze (+14,2% verso il 2021) e l’Abbigliamento di Empoli (+13,3%). Si evidenzia, inoltre, la buona evoluzione del distretto del Tessile e abbigliamento di Prato, che mostra una crescita del +22,2%. Anche se con un 2022 in ripresa, restano ancora sotto i livelli del 2019 i distretti della Pelletteria e calzature di Arezzo (-31,9% rispetto al 2019), delle Calzature di Lucca (-14,0%) e delle Calzature di Lamporecchio (-26,6%). La filiera Agro-alimentare ha confermato i buoni ritmi di crescita che già avevano caratterizzato l’anno precedente (+15% nel 2021) e, con una crescita di circa 200 milioni di euro (+14,3%), ha realizzato nel periodo gennaio-settembre 1,6 miliardi di euro di esportazioni. Particolarmente brillante il risultato dei distretti dei Vini dei colli fiorentini e senesi (+15,1%) e dell’Olio toscano (+29,4%), che grazie al sostegno di un cambio favorevole con il dollaro hanno rafforzato la presenza nel mercato nordamericano. Tra i distretti del Sistema casa si distingue il distretto del Marmo di Carrara, che con un’ulteriore crescita del 15,1% nel 3° trimestre realizza nei primi nove mesi del 2022 565 milioni di euro di esportazioni, sostenute in particolare dalla componente lavorata (+19,3%), che ha registrato importanti crescite verso gli Stati Uniti (+32,9%) e gli Emirati Arabi Uniti (+21,0%), mentre il marmo grezzo ha confermato il livello di export del 2021, frutto di una battuta d’arresto delle esportazioni verso la Cina (-9,8%), compensate da maggiori vendite in India (più che raddoppiate con il +144,5%).

I Poli del settore farmaceutico e del biomedicale confermano l’importante contributo al commercio internazionale della regione e complessivamente hanno realizzato esportazioni per 3,5 miliardi di euro, concentrate in particolare nel Polo farmaceutico toscano che mostra crescite in tutte le province di specializzazione. In particolare, si rileva la crescita registrata nella provincia di Siena, che ha quasi raddoppiato il valore del 2021 (+85,4%) con importanti incrementi dei flussi verso gli Stati Uniti, probabilmente da ricondurre anche a logiche distributive delle multinazionali. A conferma del buon andamento del settore, si sottolinea la capacità del territorio di attrarre capitali, come il recente investimento concentrato nella provincia di Siena per implementare un nuovo centro di ricerca e sviluppo di GSsk, che vuole rappresentare un collegamento tra ricerca e industria con l’obiettivo di sviluppare i processi per passare dalla produzione in piccola scala degli antigeni identificati in ricerca alla produzione su larga scala di vaccini".

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