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Memar, in 32 rischiano il posto dopo la fusione con Ubi. Striscioni di protesta vicini alle sedi dell'istituto

Sono in 32 e oggi hanno affidato ad alcuni striscioni, affissi nei pressi delle sedi di Ubi,  le loro paure e la loro voglia di lottare per il proprio posto di lavoro. Sono i dipendenti di Memar, azienda aretina in stato di agitazione da circa...

Sono in 32 e oggi hanno affidato ad alcuni striscioni, affissi nei pressi delle sedi di Ubi, le loro paure e la loro voglia di lottare per il proprio posto di lavoro. Sono i dipendenti di Memar, azienda aretina in stato di agitazione da circa dieci giorni per i problemi di occupazione che in seguito alla fusione di Banca Etruria con Ubi si stanno concretizzando.

Lo spettro della disoccupazione è dietro l'angolo: alcuni giorni fa alla sede Memar è arrivata la lettera di trasferimento, da Arezzo a Roma, dal 1 dicembre, agli 8 addetti che si occupavano del call center. Il contratto è stato infatti disdetto da Ubi.

Oggi gli eloquenti striscioni: "32 persone possono far fallire Ubi?" scrivono in blu e rosso. E ancora "Per 30 anni colleghi... da oggi estranei?", poi l'appello "Ubi salva anche noi".

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