Licenziati i 176 lavoratori della Bekaert
Non essendoci altri ammortizzatori sociali disponibili dal 9 marzo 2021, “Bekaert ha avviato oggi, come già previsto nei precedenti accordi e cioè in tempo utile rispetto alla scadenza del trattamento di integrazione salariale, la nuova procedura di licenziamento collettivo"
E' stata avviata la procedura di licenziamento collettivo per i lavoratori in cassa integrazione della Bekaert di Figline Valdarno, molti dei quali provengono da comuni limitrofi della provincia di Arezzo. Una mazzata per il Valdarno. La conferma è arrivata oggi dalla stessa multinazionale.
“Da oltre due anni, col supporto di un Advisor specializzato e in stretta collaborazione con Istituzioni e Sindacati, Bekaert sta ponendo in essere tutte le azioni e gli interventi indicati nell’accordo siglato il 2 ottobre 2018 presso il Mise, finalizzati a dare continuità occupazionale ai lavoratori dopo la cessazione delle attività produttive avvenuta il primo gennaio 2019. Sono stati raggiunti risultati positivi in termini di ricollocamenti, ma l’intensa attività di promozione e ricerca di possibili investitori finalizzata alla reindustrializzazione del sito, portata avanti anche nel 2020, pure con tutte le difficoltà, rallentamenti e limitazioni date dall’emergenza epidemiologica, non hanno ancora portato alla sottoscrizione di alcun accordo vincolante in grado di assicurare l’occupazione dei 176 lavoratori rimanenti”.
Non essendoci altri ammortizzatori sociali disponibili dal 9 marzo 2021, “Bekaert ha avviato oggi, come già previsto nei precedenti accordi e cioè in tempo utile rispetto alla scadenza del trattamento di integrazione salariale, la nuova procedura di licenziamento collettivo per il personale che sarà ancora in forze a tale data”. "Nella prossima riunione di aggiornamento presso il Mise verrà condiviso lo stato di avanzamento delle azioni intraprese e delle opportunità emerse, con l’auspicio che si possa arrivare in tempi stretti ad una chiara dichiarazione di impegno da parte dei potenziali investitori”, conclude la nota.