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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

Le sofferenze svalutate della vecchia Etruria fanno gola ai grandi gruppi finanziari

Trenta pretendenti per le sofferenze della fu Banca Etruria. Molti dei quali grandi gruppi finanziari che potrebbero acquistare a prezzo di saldo i crediti difficili finiti nella Rev, il veicolo nato dopo la risoluzione di Banca Etruria, Marche...

Trenta pretendenti per le sofferenze della fu Banca Etruria. Molti dei quali grandi gruppi finanziari che potrebbero acquistare a prezzo di saldo i crediti difficili finiti nella Rev, il veicolo nato dopo la risoluzione di Banca Etruria, Marche, Carife e Carichieti del 22 novembre 2015.

Sarebbe stato dato un nome al pacchetto di un miliardo di Npl, Project Rossini, dal nome del grande compositore pesarese Gioacchino. Una scelta non a caso, visto che il 65% delle sofferenza della Rev, la bad bank, è eredità della vecchia Banca Marche.

Ne dà notizia oggi il Sole 24 Ore, che spiega:

Nella Rev sono confluiti i 10,3 miliardi di crediti difficili di Banca Etruria, Carichieti, Cariferrara e, appunto, Banca Marche. Il processo (di cessione, nda) gestito dal consulente di Kpmg, è entrato nel vivo in questi giorni con l’arrivo di 30 manifestazioni d’interesse, a conferma della fame di operazioni da parte degli investitori, soprattutto quando il portafoglio sottostante è di tipo immobiliare. Tra i soggetti in gara ci sarebbero grandi gruppi finanziari come Starwood, Blackstone, Cerberus, Algebris, che ha appena messo a segno l’operazione sugli Npl di BancoBpm, oltre a Fonspa (società partecipata dal fondo Elliott) e a Fortress, con gli ultimi due player super attivi in questi mesi e coinvolti pure assieme ad Atlante nell’operazione sui crediti problematici di Mps.

Il dossier Project Rossini, che vale un miliardo di euro, è composto per 40% da immobili residenziali. Le offerte non vincolanti da parte degli interessati dovrebbero arrivare entro la fine di giugno. Entro l'estate la cessione dovrebbe concretizzarsi.

Le sofferenze, di cui si è molto parlato un anno fa per via della loro svalutazione al 17,5%, una volta vendute, andranno a compensare le uscite del Fondo di risoluzione, che si era impegnato nell'operazione di salvataggio delle 4 banche.

Nessun segnale, invece, è arrivato a seguito della proposta da parte degli azzerati, caldeggiata anche dalle associazioni dei consumatori e dai sindacati dei lavoratori di Banca Etruria come Cgil, di usare i proventi di questa cessione per ristorare i risparmiatori scottati.

@MattiaCialini

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