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Economia

L’arbitrato per i risparmiatori espropriati della vecchia Banca Etruria sarà un’altra fregatura

Il comunicato del Governo sul cosiddetto arbitrato per gli obbligazionisti subordinati della vecchia Banca Etruria è a dir poco allarmante. Infatti sembra di capire, ma dobbiamo attendere la pubblicazione del decreto in Gazzetta ufficiale per dare...

Il comunicato del Governo sul cosiddetto arbitrato per gli obbligazionisti subordinati della vecchia Banca Etruria è a dir poco allarmante. Infatti sembra di capire, ma dobbiamo attendere la pubblicazione del decreto in Gazzetta ufficiale per dare un giudizio definitivo, che le peggiori previsioni verranno rispettate. Infatti, seppur con una prosa involuta, viene annunciato che verranno presi in considerazione i diritti dei risparmiatori “..subordinatamente all’accertamento della responsabilità per violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza…” Se è veramente così Lorsignori non si sono mossi di un centimetro rispetto a quanto hanno deciso a fine 2015. Se è veramente così i risparmiatori possono solo sperare che la banca abbia commesso degli errori significativi al momento della vendita dei titoli quali mancanza di firme, moduli sbagliati, questionari sbagliati, ecc. Insomma, per farla breve, le giustissime richieste dei risparmiatori potrebbero essere appese alla fortuita, per così dire, scoperta di errori burocratici, o di altre irregolarità. In altre parole i diritti dei risparmiatori potrebbero essere lasciati troppo spesso al caso. E così avremmo un’altra riprova di come Lorsignori continuino a non voler (saper) proteggere il risparmio, come sarebbe invece loro preciso dovere secondo il dettato costituzionale. Va da sé che la cosa ormai non ci meraviglia più, visto quello che purtroppo avverrà a breve in banche molto più importanti della piccola – seppur per noi preziosissima – Banca Etruria. Banche, è bene ricordarselo, date ingenuamente dai più – e furbescamente da pochi - per “salvate” nei mesi scorsi. Sembra infatti che i buchi nei conti di alcune banche, se veri o almeno parzialmente provocati ad arte sarà da vedere, si allarghino ogni giorno di più grazie a diktat europei che Lorsignori non sono in grado, o non vogliono, contrastare. Non è che ci voglia molto, basta per esempio imporre la valutazione dei crediti in sofferenza a valori molto bassi – meglio se stabiliti stabiliti da non si sa chi con una stupefacente versione dell’italico scarica barile - ed il gioco in gran parte è fatto, come abbiamo già sperimentato sulla nostra pelle. Comunque tutto fa pensare che, o con un arzigogolo o con un altro, altre banche verranno tra qualche mese sì “salvate”, ma con risultati nella sostanza molto simili a quelli prodotti con la “risoluzione” della vecchia Banca Etruria e delle sue compagne di sventura. Banche, per inciso, che verranno anche “salvate”, ma con il destino già scritto di essere pappate da qualche colosso straniero all’ormai abituale prezzo di listino di un euro. Magari previo passaggio di proprietà, tanto per confondere le idee, a qualche banca italiana, promossa in fretta e furia, ma solo per l’occasione, a salvatrice della Patria. Ma tornando al punto, tanto abbiamo scritto sulle ragioni che spingono Lorsignori a far ricadere lo sfascio pianificato di una parte rilevante del sistema bancario sui risparmiatori che non c’è bisogno di ripeterle. Ragioni per le quali il cordone dei rimborsi automatici ai nostri risparmiatori è stato stretto con degli assurdi limiti di reddito e di patrimonio. Ragioni per le quali il cosiddetto “arbitrato” potrebbe rivelarsi, alla fine della fiera, l’obbligo di trattare in maniera totalmente diversa situazioni nella sostanza analoghe, ma purtroppo differenti tra di loro nella forma. Ma si sa, nella patria del cavillo la forma diventa troppo spesso sostanza, specialmente quando questo è l’obbiettivo. Insomma, un altro probabile esempio dell’ormai sin troppo frequente italica scissione tra Giustizia e legalità dove, in questo caso, Lorsignori continuano a far finta di ignorare che siamo sempre in presenza di risparmiatori che hanno tutti acquistato, in buona fede e senza colpe, titoli da una banca cooperativa, quotata in borsa e vigilata da Consob e da Banca d’Italia. Banca, peraltro, oggetto di una opaca procedura di “risoluzione” sulla quale speriamo - ed in tal senso ci adopereremo - che venga fatta ampia luce. Comunque per scrupolo attendiamo di vedere cosa scriveranno realmente Lorsignori in Gazzetta ufficiale; si tratta dell’ultimo passaggio che attendevamo. Dopo di ché faremo le valutazioni definitive. Ed assumeremo le opportune iniziative, senza tanti complimenti né riguardi. Ormai su questa partita non ci sono più né ignavi, né innocenti. E tanto meno neutrali.

p.s.: qualcuno ci vuol far cortesemente sapere che fine hanno fatto gli oltre otto miliardi e mezzo di euro (16.000 miliardi di lire) di crediti in sofferenza delle quattro banche “risolte” che sono stati conferiti in una tal società Rev spa?

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