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Economia

La politica aretina e la teoria dei giochi

A molti non sarà sfuggito il recente confronto/scontro all’interno del Consiglio Comunale di Arezzo che ha portato al cambiamento del perimetro della maggioranza che sostiene il Sindaco Ghinelli. La situazione è peraltro molto simile a quella...

A molti non sarà sfuggito il recente confronto/scontro all’interno del Consiglio Comunale di Arezzo che ha portato al cambiamento del perimetro della maggioranza che sostiene il Sindaco Ghinelli.

La situazione è peraltro molto simile a quella analoga avvenuta nella scorsa consiliatura, nella quale fu il PD a tagliare i cosiddetti ‘cespugli’.

A parte le considerazioni politiche vediamo come la situazione può essere analizzata attraverso la lente della teoria dei giochi, ramo della teoria economica di cui molti parlano ma che non molti tra quelli che ne discutono comprendono.

L’applicazione più vicina alle vicende politiche comunali del recente e lontano passato è quella delle cosiddette ‘strategie dominanti’, che possono essere applicate dai giocatori per prevedere, una volta considerate le possibili scelte degli altri, la loro mossa ottimale. In sostanza una strategia dominante è quella migliore per un giocatore indipendentemente dalle mosse dell’avversario.

Semplificando diciamo che ci sono due giocatori: uno è il Sindaco (Fanfani o Ghinelli), l’altro il capo di un piccolo gruppo che lo ha sostenuto alle elezioni.

Poniamo inoltre che i posti di responsabilità siano stati appena assegnati e che il gruppo non si senta contento di quello che ha ottenuto.

Con il sistema di elezione diretta, il Sindaco ottiene visibilità a prescindere da quello che decide, nel bene se prende decisioni gradite agli elettori e nel male in caso contrario.

Le luci della ribalta sono però per lo più precluse a chi non ha ruoli di responsabilità. Di conseguenza chi ha sostenuto il sindaco ma non ha ottenuto posti di responsabilità rischia di vedere i propri voti diminuire alle prossime elezioni se non riesce a convincere i suoi elettori di aver portato avanti le istanze che ha promosso durante la campagna elettorale.

Si delinea quindi una situazione in cui se il sindaco continua a mantenere il gruppo nella maggioranza il modo migliore per ottenere visibilità è andare allo scontro con il sindaco stesso su alcune questioni, così da ottenere attenzione e possibili voti in futuro.

Quindi il capo del gruppo contrasta il sindaco. Se però questi avesse applicato la teoria dei giochi si sarebbe reso conto che il sindaco ha una strategia dominante indipendentemente dalle scelte del piccolo gruppo. Questa strategia è di contrastare le istanze del gruppo. Se infatti il sindaco sostenesse il gruppo che lo contrasta, ammesso che abbia comunque i numeri per amministrare, non avrebbe nessun vantaggio, mentre contrastandolo avrebbe un vantaggio sia che il gruppo lo sostenesse sia che lo contrastasse in futuro. Il vantaggio non sarebbe forse uguale, ma è ovvio che a questo punto se il gruppo sostiene il sindaco avrà maggior vantaggio che contrastandolo.

Anche se non riuscirà a portare avanti le sue istanze immediatamente, infatti, resterà almeno all’interno della maggioranza e potrà proporre atti d’indirizzo che il sindaco faccia propri.

In caso contrario otterrà visibilità temporanea a prezzo di essere escluso dal governo cittadino perdendo quindi completamente visibilità in futuro.

Il capo del piccolo gruppo non aveva una strategia dominante: infatti contrastando il sindaco poteva ottenere qualcosa o perdere qualcosa, mentre il sindaco non aveva comunque uno svantaggio contrastando le istanze del gruppo.

Per approfondire:

https://www.lanazione.it/arezzo/politica/2012/06/30/737258-crisi_scivola_aggettivo.shtml

/politica/bagarre-a-palazzo-cavallo-la-maggioranza-nessuna-crisi-macri-fuori-dalla-coalizione/

https://www.amazon.it/Thinking-Strategically-Competitive-Business-Politics/dp/0393310353/ref=sr_1_1?s=english-books&ie=UTF8&qid=1444648326&sr=1-1&keywords=thinking+strategically

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