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I costi delle materie prime, le fiere in presenza e l'oro 14 carati che piace ai russi. Intervista a Giordana Giordini

La presidente della sezione orafi di Confindustria racconta come è andata la fiera di Vicenza appena terminata, il significato di quella di Instanbul e l'attesa per OroArezzo

"Sarebbe un momento favorevole e il clima in fiera a Vicenza ne è stato la conferma". Questo il commento di Giordana Giordini presidente della sezione orafi di Confindustria Toscana Sud appena tornata dalla manifestazione della gioielleria in Veneto. "Ho parlato con molti miei colleghi e tutti hanno confermato dinamicità nei rapporti commerciali con tutto il mondo. Sembra che, nonostante la dolorosa guerra che ci colpisce prima di tutto dal punto di vista umano, non ci siano ripercussioni sugli scambi orafi. E' vero che siamo legati a loro per meno del 1% del fatturato delle aziende aretine, ma la guerra appena scoppiata ci ha spaventato molto e ha fatto schizzare il prezzo dell'oro fino al picco dei giorni scorsi di circa 61 euro al grammo. Adesso si è stabilizzato sui 56 euro."

Non è certo quella di Vicenza la fiera dove comunque predomina il mercato dell'est europa e della zona degli Urali. "No qui abbiamo avuto buyers da tutto il mondo come America, anche centrale come Messico e Panama, poi Uruguay, Perù, Dubai e Africa. E' mancato l'estremo oriente, il mercato cinese e anche Hong Kong perché la pandemia non molla e ci sono ancora 14 giorni di quarantena sia in entrata che in uscita."

E adesso sta per partire la Fiera di Istanbul: "Sì anche lì molte aziende aretine saranno presenti, noi invece abbiamo scelto quella di Dubai invece che la Turchia. Ci sono comunque nostri clienti che portano merce in fiera. Ci hanno fatto una previsione aprticolare anche, ci sarà da vendere molti pezzi a 14 carati, oro dal titolo basso che è quello che va per la maggiore proprio nel mercato russo, in ucraina, nell'est Europa, lo stesso che piace agli americani. Quella di Istambul è la piattaforma commerciale dove da sempre l'oro aretino va verso queste zone geografiche e chi ha rapporti commerciali con i russi sa già che hanno temrinato tutto e saranno pronti ad acquistare di nuovo."

E poi finalmente dopo due anni si tornerà in presenza ad OroArezzo: "Finalmente davvero, c'è tanta voglia per noi di Arezzo, ma anche nei colleghi vicentini che sono contenti di tornare nella nostra città. Perché la fiera è un po' più piccola, concentrata sull'oro e la gioielleria, meno dispersiva e con buyer ben mirati che vengono per comprare, e poi sono sempre molto coccolati."

L'aspetto più negativo di questo periodo? "Viviamo un rialzo folle del costo delle materie prime, dagli stampi alle leghe, li proviamo a recuperare un po', ma non possiamo alzare molto i prezzi dei prodotti per i nostri clienti, adesso è per lo più tutto sulle nostre spalle."

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