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Economia

"Traditi i contratti calmierati, serve un tetto al gas. È in ballo il futuro dell'industria aretina"

Il presidente di Confindustria Toscana Sud, Fabrizio Bernini lancia l'allarme sul prezzo dell'energia: "La nostra produttività sta reggendo, ma per quanto ancora?"

È il tema dei temi per l'economia del Paese: il costo dell'energia. Il rincaro in atto e quelli ulteriori paventati stanno fortemente preoccupando famiglie e imprese, anche sul territorio aretino. "C'è già sofferenza, occorre invertire al più presto la rotta", attacca il presidente di Confindustria Toscana Sud Fabrizio Bernini guardando con timore all'autunno venturo. "Riguardo alle possibili criticità in provincia di Arezzo, avremo un quadro più completo entro ottobre", aggiunge.

Chi fermerà la produzione, probabilmente, sarà invece la cooperativa che gestisce la vetreria Ivv di San Giovanni, una scelta già adottata lo scorso febbraio. Per il resto, nell'Aretino, il quadro non appare fosco come altrove. "Le nostre aziende sono sane, ma per continuare ad esserlo devono creare guadagno e di conseguenza assumere e investire. Per farlo c'è bisogno di sostenibilità e le prossime bollette rischiano di non essere affatto sostenibili", aggiunge Bernini.

Il presidente degli Industriali delle province di Arezzo, Siena e Grosseto spiega: "Il caro energia sta pesando molto, chi ha consumi importanti sta soffrendo. Con la caduta del governo Draghi, purtroppo, il quadro rischia di aggravarsi". La ricetta? "Mettere un tetto al prezzo del gas, altrimenti è impossibile andare avanti con la giusta serenità. Le aziende sane hanno voglia di crescere e svilupparsi. Servirebbe un governo che sappia prendere in mano la situazione, perché questi mesi, con queste tariffe, stanno pesando. Mi auguro che dopo il 25 settembre ci sia subito un esecutivo in grado di calmierare il prezzo del metano, magari operando in sinergia con gli altri paesi europei, per un tetto continentale. Altrimenti agendo a livello nazionale".

I prezzi in bolletta sono raddoppiati, quando va bene. In alcuni casi triplicati. Ma anche chi aveva lunghi contratti con prezzo fisso sta incontrando gravi problemi. "Faccio l'esempio di un'azienda nostra associata - continua il presidente - perché è emblematico: aveva stipulato un contratto calmierato fino al 2025. Ma all'improvviso il fornitore ha detto che non c'era più gas". In sostanza, è impossibile ormai trovare prezzi anche solo vicini a quelli dello scorso anno.

"Va aggiunta una cosa importante: purtroppo noi si fa di tutta l'erba un fascio, ma non dovrebbe essere il solo prezzo del gas, andato alle stelle, a determinare quello dell'energia. In questo modo si penalizza, ad esempio, chi riesce ad ottenere elettricità, ad esempio, da fonti rinnovabili. Ecco: il nuovo governo dovrebbe in primis cercare di arginare l'aumento indiscriminato che deriva dal semplice prezzo per megawattora", aggiunge Bernini. "Per fortuna - conclude - la maggior parte delle industrie aretine è attrezzata per non chiudere a fronte di bollette folli, perché un periodo di stop significa perdere clienti, fette di mercato. Non ce lo possiamo permettere. Ma non ci possiamo permettere nemmeno di rimanere al palo, non crescendo e non creando più lavoro per dover pagare tariffe mostruose".

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