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Imprese artigiane, saldo ancora negativo rispetto allo scorso anno. Crollano edilizia e manifatturiero

Non sono ancora rose e fiori. Per le imprese artigiane dell'Aretino la crisi non sembra allentare la sua morsa, e anche se il settore ha presentato un saldo positivo nel secondo trimestre (più 20 imprese), rispetto al 2015 il segno meno è sempre...

Non sono ancora rose e fiori. Per le imprese artigiane dell'Aretino la crisi non sembra allentare la sua morsa, e anche se il settore ha presentato un saldo positivo nel secondo trimestre (più 20 imprese), rispetto al 2015 il segno meno è sempre presente.

Al 30 giugno, infatti, le imprese artigiane si attestano complessivamente a 10.362 unità, in flessione dell'1,4% rispetto alla metà del 2015, che va a sommarsi alla diminuzione dell'1,6% riscontrata l'anno precedente.

Ad avere problemi maggiori sono due settori, quello delle costruzioni (nel quale operano il 37 per cento delle imprese) che ha segnato il -2,6 per cento e quello del manifatturiero (che rappresenta il 32 per cento delle imprese) in calo dell'1,2 per cento.

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“L'andamento complessivo del sistema delle imprese artigiane aretine - ha sottolineato Andrea Sereni, presidente della Camera di Commercio di Arezzo - continua ad essere pesantemente condizionato dalle ricorrenti flessioni evidenziate dai due settori di maggior peso: -2,6% nelle costruzioni, in cui operano il 37% delle imprese, e -1,2% nel manifatturiero, che rappresenta il 32% delle imprese. Per questo l’artigianato è il solo comparto che continua a registrare cali significativi delle imprese, mentre a livello generale si notano segnali di ripresa della dinamica imprenditoriale. Alle flessioni dei due settori principali si affiancano anche quelle del commercio (-0,6%) e dei trasporti (-2,3%).

Fortunatamente ci sono anche specializzazioni che invece mostrano dei segnali di risveglio: si tratta delle altre attività di servizi (+0,2%), dei servizi alle imprese (+4,7%), dell'agricoltura (+1,6%) e delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+4,8%)”.

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“Continua l'erosione delle imprese artigiane - commenta Giuseppe Salvini segretario generale della Camera di Commercio di Arezzo x - che nel corso degli ultimi sette anni hanno perso quasi 1.200 aziende. Il settore artigiano è costituito prevalentemente da piccole e micro imprese, il cui mercato di riferimento è spesso locale o al massimo nazionale e quindi particolarmente sensibile alla crisi dei consumi e degli investimenti che ha colpito il nostro Paese negli ultimi anni. Anche fra le imprese artigiane si notano comunque segnali di un processo di adeguamento societario verso forme più strutturate (società di capitali) e meglio rispondenti alle nuove sfide dei mercati”.

Sono in crescita le società di capitale (+6,5%), mentre tutte le altre sono in flessione più o meno marcata: -3,7% le società di persone, -1,5% le imprese individuali e -8,5% le altre forme. Le imprese artigiane per operare scelgono frequentemente le forme societarie più semplici ed anche meno costose: le imprese individuali sono infatti di gran lunga la tipologia più diffusa, con quasi settemila duecento unità, e rappresentano quasi il 70% del totale delle imprese artigiane. Sono seguite poi dalle società di persone che con 2.235 unità rappresentano quasi il 22% del totale. Il restante 8% è costituito in prevalenza dalle società di capitale mentre è trascurabile il peso delle altre forme.

Imprese artigiane in provincia di Arezzo per forma giuridica

Imprese artigiane in provincia di Arezzo per settori di attività economica

A livello territoriale le imprese artigiane sono localizzate in prevalenza nell'Area aretina, in cui hanno sede il 39,2% delle imprese totali, ed in Valdarno (26,8%). Più ridotta la presenza in Valdichiana (15,6%), Casentino (10,5%) e Valtiberina (7,9%).

Tutte le aree territoriali sono accomunate dalla tendenza negativa già evidenziata a livello provinciale, ma l'ìntensità della contrazione è diversa da territorio a territorio: solo l'Area aretina presenta una flessione inferiore alla media provinciale (-0,8%). Tutti gli altri comprensori sono al di sopra: il Valdarno e la Valtiberina (entrambe -1,9%), la Valdichiana (-1,6%), ed il Casentino (-1,5%).

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