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I sindacati: "Se Ubi licenzia ci saranno barricate", Massiah: "Sensibili all'occupazione". Il silenzio su via Calamandrei

“La nostra volontà esclude licenziamenti. Serve un accordo con le organizzazioni sindacali sugli esuberi. Siamo sensibili alla problematiche dell’occupazione. Gli esuberi nascono dalla necessità di realizzare economie di scala”. Victor Massiah...

“La nostra volontà esclude licenziamenti. Serve un accordo con le organizzazioni sindacali sugli esuberi. Siamo sensibili alla problematiche dell’occupazione. Gli esuberi nascono dalla necessità di realizzare economie di scala”. Victor Massiah, amministratore delegato di Ubi Banca, cerca di chiarire gli aspetti che preoccupano maggiormente i dipendenti delle banche ponte acquistate, tra cui Etruria, ovvero nuova Banca Tirrenica, come è stata ribattezzata.

Nel piano industriale fino al 2020, presentato questa mattina e corretto proprio a seguito del closing, si parlava di un terzo del personale in esubero, per un totale di 1.569 dipendenti da tagliare. Un dato lordo, come specificato nel piano industriale e ribadito da Massiah. Di questi, infatti, 530 sarebbero già considerati in uscita nel 2016, secondo un piano interno alle good bank, concordato con i sindacati, per il quale è prevista la completa attuazione entro il 2019.

Oltre al personale, sono previsti anche tagli anche alle filiali: 140 in meno gli sportelli tra le tre nuove banche. Tuttavia non è stato chiarito durante la conference call di Massiah, che ha seguito la presentazione del piano industriale, né la localizzazione degli esuberi, né quella degli sportelli da chiudere. E' stata però confermata la volontà di procedere più rapidamente possibile all'aumento di capitale da 400 milioni di euro.

E, per quanto riguarda Arezzo, resta il dubbio sul destino della sede di via Calamandrei, ipotetica sede di un centro direzionale. L'indizio dato dal nuovo nome (Tirrenica) non appare di buon auspicio per la centralità di Arezzo.

Durissima la reazione dei sindacati, tra cui la Fisac Cgil che in una nota attacca:

Ci sono molti modi per presentarsi ai lavoratori - dice Maria Agueci -. Ubi ha scelto, forse, il peggiore. La storia di Banca Tirrenica inizia con una trattativa sulla riduzione di personale e con l’assenza della scelta sulla localizzazione della direzione della macro area che, a nostro parere, non può che essere Arezzo. I lavoratori hanno fatto tutto quello che era possibile e il barile, se possiamo usare questa espressione, è stato raschiato fino in fondo. E’ chiaro che si apre una fase nuova e delicata che dovrà vedere sindacati e lavoratori uniti nel difendere l’occupazione. La necessaria riorganizzazione, di cui parla Ubi, non può basarsi sul tradizionale schema di riduzione dei posti di lavoro.

Agueci ha poi aggiunto: "C'erano circa 4.800 lavoratori nelle tre banche al novembre 2015: 1.600 in Etruria, 2.800 Marche, 400 Carichieti. Ora siamo rimasti in 4.500, altri 1.000 sono in esubero secondo Ubi. Le uscite dovranno essere assolutamente su base volontaria: altrimenti barricate".

@MattiaCialini

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