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Good Bank, Fisac Cgil: "No ai tagli, sì al nuovo modello di banca". Attesa per la vendita

Predicano calma e gesso, attendono che dalla nebbia esca chi rileverà la banca dell'oro di Arezzo, ma intanto hanno pronte le proposte per dare continuità all'azienda e difendere i posti di lavoro. Abbiamo incontrato Maria Agueci della Fisac Cgil...

Predicano calma e gesso, attendono che dalla nebbia esca chi rileverà la banca dell'oro di Arezzo, ma intanto hanno pronte le proposte per dare continuità all'azienda e difendere i posti di lavoro.

Abbiamo incontrato Maria Agueci della Fisac Cgil, con lei anche Federico Marcantoni della Rsa della sede centrale. Sono entrambi dipendenti di Banca Etruria da molti anni e stanno seguendo da vicino le vicende della Good Bank di via Calamandrei. Una lunga chiacchierata focalizzata soprattutto sul presente e sui rischi connessi alla vendita, con la pasionaria Agueci pronta a lanciare messaggi sia ai colleghi che alle istituzioni aretine. bancaetruria-fisacgil-agueci-marcantoni Come vedete il processo di vendita delle Good Bank ed in particolare di Banca Etruria? "Finché non vediamo formalizzata una proposta d'acquisto preferiamo focalizzarci sul momento attuale, su come vivono i dipendenti in attesa che si dipani la matassa e si arrivi ad una soluzione definitiva. Anzi ricordiamo al nostro proprietario, il fondo di risoluzione che siamo una banca, che ci metta in condizione di fare al meglio il nostro lavoro." Adesso pesa molto la condizione attuale di incertezza? "Certo l'incertezza attuale non aiuta il nostro lavoro, così come un piano industriale di un mese per l'altro. Abbiamo invece bisogno di averlo a disposizione a più lunga scadenza per presentarlo ai nostri clienti." Cosa vi aspettate dal compratore, chiunque esso sia? "Noi attendiamo con ansia il compratore e il suo piano industriale, ci aspettiamo che sia di rilancio. Non vogliamo assolutamente sentire parlare di tagli e di mobilità territoriale. La politica dei tagli è fallimentare, non sono la cura e nemmeno la soluzione, sono una scorciatoia che non porta valore, ma crea un logoramento al ribasso. I risultati sono migliori delle previsioni, grazie alle persone che lavorano in questa banca, il disastro che si poteva verificare non c'è stato. Adesso attendiamo l'accordo per la continuità d'impresa e la difesa dei posti di lavoro, perché noi dipendenti stiamo già pagando un prezzo salato con le giornate di solidarietà che ci portano via una mensilità ogni anno per tre anni, non ci vengono più pagati nemmeno gli straordinari e con il monte ferie che è stato azzerato." Ma avete delle proposte? "Certo siamo pronti ad accogliere la proprietà quando verrà, abbiamo pronte una serie di proposte per mettere al centro il lavoratore, unico valore aggiunto per la banca. Basti pensare che il senso di responsabilità dei lavoratori ha permesso a Banca Etruria di essere considerata innovatrice per la gestione del precontenzioso dei NPL. Le nostre proposte vanno nella direzione di valorizzare le professionalità sulla gestione dei NPL, limitare la pressione commerciale rispetto a quanto avviene comunemente, fornire servizi di consulenza alle imprese. Chi meglio di una banca può conoscere i settori di mercato e stilare business plan. E' un nuovo modo di fare banca che va ben oltre il piazzamento di titoli e di carte di credito." Un nuovo modello di banca quindi? "Sì, che faccia formazione continua per la gestione del precontezioso perché gli incagli non diventino crediti deteriorati. Un nuovo modello che possa prevedere filiali strutturate e specializzate, per sviluppare business plan aziendali, che preveda giornate formative per la clientela, con figure professionali specializzate nel recupero dei crediti incagliati, per l'analisi del cliente e la vendita di impieghi più adatti ad ogni caso." C'è un messaggio che mandate ai vostri colleghi? "Nel momento peggiore sono gli unici che hanno retto, hanno tenuto, hanno continuato a parlare con la gente, a lavorare, producendo performance molto meno negative rispetto a quanto poteva accadere. A loro dico che non è il momento dei piagnistei e delle lamentele, ma è il momento di lavorare con calma e gesso sul concreto e sul quotidiano" Risponde Maria per prima, ma Marcantoni aggiunge: "Il non giusto è già successo adesso è il momento di fare le cose per bene." Cosa ne pensate del fatto che alcuni dirigenti di Banca Etruria siano ancora al loro posto? Che non sia stata fatta completa pulizia? "Noi prendiamo atto che l’autorità di risoluzione ha ritenuto che fossero funzionali alla fase transitoria dell’ente ponte." E le istituzioni della città? Vi siete domandati dove sono? Le avete sentite vicine? "Innanzitutto va ribadito e tutti loro lo devono capire, che la banca del territorio si potrà avere solo con i dipendenti mantenuti a lavorare su Arezzo e provincia, siamo circa 800 adesso e sulla difesa di questi posti di lavoro, il sindaco e altri rappresentanti dovrebbero dare battaglia. Chiediamo quindi che le istituzioni lavorino per la difesa dell'occupazione, per l'affermazione di un progetto per la banca che sia apolitico, si sveglino dal letargo in cui sono stati finora e si rendano conto della posta in gioco, stiamo parlando dei loro cittadini e dell'economia di un'interà città, quindi che facciano il loro mestiere, noi lo stiamo già facendo."
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