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Economia

Decreto liquidità. Binazzi: "Per le imprese vocate all’export i mercati non si riconquistano in un giorno"

Pe Cna va garantito il rispetto dei termini di pagamento della pubblica amministrazione verso le imprese e forme di protezione da acquisizioni straniere per aziende strategiche dell’economia

“Assicurare alle imprese liquidità nel più breve tempo possibile. Specie ad un tessuto produttivo, il nostro, costituito da migliaia di artigiani e piccole e medie imprese” è il grido di dolore di Franca Binazzi, presidente Cna Arezzo che aggiunge “la crisi di liquidità non risparmia nessuno e già costringe molti imprenditori ad attingere ai patrimoni personali, per non parlare poi dell’estrema difficoltà nel reperire materie prime e forniture da parte di chi lavora per le filiere essenziali, anche se a cicli ridotti”

La mancanza di liquidità a disposizione delle imprese può innescare un pericoloso effetto a catena di blocco dei pagamenti. È un meccanismo che deve essere interrotto immediatamente prima che la rottura dell’anello più debole determini l’estensione dello stato di crisi a tutto il sistema.

“Dare ossigeno agli imprenditori piegati dall'emergenza coronavirus, fino alla ripresa delle attività alla fine del lockdown produttivo – è l’urgenza sollevata da Franca Binazzi -  Ci aspettiamo che non ci siano ripensamenti dell’ultima ora sul decreto liquidità annunciato dal Governo e sull'entità della garanzia statale per i prestiti alle aziende: fino a 800 mila euro garanzie al 100% e aumento delle garanzie al 90% per 200 miliardi di prestiti fino al 25% del fatturato per tutte le imprese di tutte le dimensioni. Le aziende di dimensioni minori come le nostre devono poter contare su una copertura totale per finanziamenti di importo limitato con un preammortamento di almeno sei mesi. Altro aspetto non secondario le procedure da semplificare: niente forma scritta e altri passaggi formali difficili da gestire da remoto. Semplificare deve essere la linea guida per il futuro su tutti i fronti”. 

Pe Cna va garantito allo stesso modo il rispetto dei termini di pagamento della pubblica amministrazione verso le imprese e forme di protezione da acquisizioni straniere per aziende strategiche dell’economia italiana come si legge in queste ore per evitare il deterioramento del nostro tessuto economico.

“Il tempo, lo sappiamo, non è una variabile indipendente – osserva la Presidente Binazzi - condividiamo la priorità di adottare tutte le misure restrittive per contenere l’epidemia ma dobbiamo anche pensare ad una miriade di micro, piccole e medie imprese per le quali diventa urgente una strategia per l’uscita progressiva dalla fase emergenziale, con l’individuazione dei criteri per iniziare ad allentare le restrizioni, sia per gli spostamenti individuali, sia per la graduale riapertura di attività produttive.

I numeri della cassa integrazione forniscono un quadro del tessuto manifatturiero aretino fermo al palo: metalmeccanica, oro e moda, sono settori export oriented i cui mercati non si riconquistano in un giorno, specie di fronte a paesi europei che non hanno interrotto la produzione. Presto si troveranno a fare i conti con un mercato che nel frattempo si sarà riposizionato, dovendo recuperare spazi che altre imprese, di altri Paesi, avranno occupato. Al momento la dead line è al 13 aprile, vedremo se il governo, con l’ok degli scienziati, dopo quella data avrà intenzione di allentare la stretta sulle attività produttive con tutte le precauzioni del caso: distanza di sicurezza, sanificazione, mascherine, guanti, divisori, almeno fino a quando non sarà disponibile il vaccino.  

I nostri imprenditori stanno tenendo duro, vogliono fare la propria parte con grande senso di responsabilità per vincere la guerra contro il coronavirus, ma è evidente che nessuno uscirà da questa pandemia come c’è entrato”. 

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