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Economia

Nel bilancio della fondazione: 3mila presenze al Raro Festival, incasso di 22mila euro e spese per 666mila

E' il primo bilancio sociale della Fondazione Guido D'Arezzo. I dati incrociati del Raro Festival, le percentuali del pubblico degli eventi musicali. E il mandato per il direttore: "Quei numeri devono aumentare"

Ventuno eventi in 77 giorni, distribuiti in 11 settimane che hanno attirato in tutto (biglietti gratuiti compresi) un pubblico di 54.200 persone. Il 62% degli spettatori ha preso parte agli eventi di arte, il 13% a quelli di teatro e danza, il 22% a spettacoli musicali e di polifonia, il 3% ad altro. Il totale degli incassi ammonta a 243.545 euro. 

Questi sono alcuni dei dati più significativi che sono stati messi nero su bianco nel primo bilancio sociale della Fondazione Guido d'Arezzo che ha voluto fermare un'istantanea dell'anno 2019.

Eventi, pubblico, incassi e costi

La maggior parte del pubblico è da ascriversi alle visite della mostra, dislocata in più location, "La regola di Piero" di Mimmo Paladino. 60 istallazioni, 150 opere visitabili in 230 giorni effettivi di apertura che hanno portato 35mila presenze e 120mila euro di incassi, contro una spesa di 226mila euro. Seguono, ma con un decimo di spettatori della mostra di Paladino, due eventi diversissimi tra loro, uno storico, caratterizzante Arezzo come il Polifonico e poi la prima edizione del Raro Festival. Nel primo caso i numeri raccontano di un venti da 8 giorni, con 600 artisti da 13 diverse nazioni. Una ricaduta sulla città con 6000 pasti consumati, 1739 pernottamenti e quindi circa 3000 presenze.  

Metà bilancio della Fondazione per il Raro e la mostra di Paladino. Teatri, eventi, Polifonico: tutti i numeri

I dati del Raro Festival

Nel tanto discusso Raro Festival,  ci sono stati 10 eventi in cartellone con 175 artisti coinvolti, 4580 pasti consumati e 1350 pernottamenti. 3.000 le presenze complessive di cui 1.780 paganti per un incasso totale di 22.344 euro. La prima edizione di questo programma di spettacoli di opera lirica e sinfonica, ha fatto molto discutere nei mesi scorsi, nel momento in cui è stato pubblicato il bilancio della Fondazione Guido d'Arezzo che vi ha impegnato 666mila euro per l'organizzazione degli eventi, vitto e alloggio delle compagnie. "Le cantatrici villane", il concerto inaugurale, la Traviata degli specchi, Omar Pedrini in Piazza Grande  sono alcuni degli spettacoli messi in piedi sotto la direzione artistica del maestro Donato Renzetti. Gli attacchi politici non sono mancati a questo nuovo festival aretino per gli alti costi e le poche ricadute economiche sulla città. Il sindaco Ghinelli, presidente della fondazione e che ha la delega alla cultura, lo ha sempre difeso a spada tratta rivendicando la qualità dell'offerta e il fatto che fosse solo la prima edizione di un palinsesto di opere rare.

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La musica

Nel settore musicale gli occhi cadono sulle percentuali degli eventi. Alla musica, compresa anche la polifonia, sono state dedicate 29 giornate nel 2019 di cui 3 in inverno, 4 in primavera, 19 in estate durante la quale si svolge il Polifonico, 3 in autunno. il prezzo medio dei biglietti per gli spettacoli musicali a pagamento è stato di 25,00 euro, a questi si sommano 11 giornate di eventi musicali gratuiti. Tra i 54.200 spettatori, solo il 22% deI pubblico ha partecipato ad eventi musicali o di polifonia, un dato che scende se si guarda a quelli a pagamento, di 38.320 persone solo il 10% è andato a eventi di musica, mentre sale se si contano i soli eventi ad ingresso gratuito: 11.283 spettatori totali di cui il 64 agli eventi di musica e polifonia. Dati che possono significare un'abitudine degli aretini a frequentare eventi musicali a ingresso gratuito, come prima Arezzo Wave e poi il Mengo Festival hanno insegnato, ma anche un'offerta musicale che deve essere diversificata e aumentata.

Ghinelli: "E' una sfida per la fondazione, abbiamo dato mandato al direttore, perché quei numeri devono aumentare"

La costruzione del bilancio sociale 2019

ghinelli-barbetti-rossiTre le sezioni in cui è articolato il resoconto: in una prima parte si presenta l’assetto istituzionale dell’ente e il programma delle attività. Una seconda sezione racconta con pagine agili quali sono gli eventi realizzati e con quali risultati. In chiusura il documento presenta schede critiche che presentano i luoghi degli eventi, il pubblico, chi ha lavorato per la fondazione, chi ne ha parlato e chi ne ha collaborato oppure sostenuto i progetti realizzati.

“Quello che presentiamo – dichiara Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo e presidente della Fondazione Guido d’Arezzo – è un efficace documento di sintesi che fotografa il lavoro svolto dalla Fondazione a poco più di un anno dalla sua nascita. Ne emerge una città viva, che si diverte e si nutre di cultura. Una città che merita di essere candidata a “Capitale Italiana della Cultura”. Tuttavia, la redazione di un simile documento non è un atto celebrativo. La volontà è piuttosto quella di offrire ai cittadini un resoconto all’insegna della trasparenza e della partecipazione”.

“Il bilancio sociale – commenta Roberto Barbetti, direttore della Fondazione Guido d’Arezzo -  è uno strumento necessario per raccontare chi siamo, quali sono i risultati ottenuti. Un resoconto che ci permette di dialogare con l’esterno attraverso fatti e cifre che vengono presentati con un linguaggio comprensibile alle collettività. La volontà è di essere trasparenti e aperti verso la città. Al contempo grazie al bilancio di sostenibilità ci dotiamo di uno strumento che ci permette di programmare i prossimi obiettivi da perseguire. Con questo documento non abbiamo la presunzione di dire che è andato tutto bene. L’idea è piuttosto quella di evidenziare e analizzare ciò che ancora manca per continuare a crescere e fare sempre meglio”.

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