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L'Antiquaria ai tempi del Coronavirus. Espositori garantiti, incognita turisti e visitatori

L'edizione di marzo della manifestazione prenderà il via domani, sabato 29 febbraio. L'assessore Comanducci: "gli antiquari non mancheranno"

Come sarà la Fiera Antiquaria? Quanti visitatori? Quanti espositori?
Le incognite legate all'edizione marzo 2020 sono numerose e tutte legate allo stato di allarme Coronavirus. Da una parte c'è la circolare del sindaco Ghinelli dove indica alle strutture ricettive di non ospitare chi arriva dai comuni in quarantena, posizione discussa sia per la sua rigidità che per il contenuto in quanto chi si trova nelle zone rosse è obbligato a non lasciarle. Dall'altra ci sono i cittadini che continuano ad essere tormentati da sentimenti di apprensione e scrupolo che li scoraggia dal frequentare luoghi pubblici. Tutti aspetti che, di fatto, rendono difficile fare previsioni in merito alle presenze in città per il weekend.

"In questi giorni - spiega l'assessore comunale di Arezzo Marcello Comanducci - abbiamo ricevuto numerose telefonate da parte di antiquari interessati a prendere parte alla due giorni. Essendo sospese le rassegne nel nord Italia (ad esempio il Mercante in Fiera di Parma), l'Antiquaria risulta appetibile. Staremo a vedere. Quello che è certo è che il numero di banchi non sarà risicato. Il percorso sarà garantito e i visitatori potranno godere del classico giro tra oggetti antichi e vintage".

Già, i visitatori. Tra quarantene, zone rosse, psicosi e timori legittimi, chi verrà in città per l'Antiquaria?

"Anche su questo punto una risposta certa al momento non esiste - prosegue l'assessore - Quello che mi preoccupa non sono le presenze turistiche ma i pochi aretini in giro. In questi giorni sono più volte uscito per pranzo e cena ed ho trovato locali semi deserti".

In linea con gli scenari di altre città italiane, nonostante l'assenza di casi di contagio sul territorio, ad Arezzo resta la paura di contrarre infezioni. Una fobia che si traduce in pesantissime ripercussioni sul tessuto imprenditoriale che in queste ultime settimane sta navigando a vista come sottolineato a più riprese da artigiani, commercianti ed industriali. "E così fa il turismo - spiega l'assessore - al momento il problema fondamentale è quello sul breve termine. Abbiamo visto andare in fumo il 60 per cento delle prenotazioni. Approssimativamente, sono andate cancellate prenotazioni per 1000, forse 1500, camere e appartamenti in tutta la provincia. Tradotto in euro? Una stima non esiste ed oggi è anche difficile da realizzare ma, sempre per avere una misura dell'emergenza economica, non siamo lontani dall'aver perso, in tutto l'Aretino, un milione di euro circa. Si tenga presente che febbraio solitamente è un mese fiacco. Se questa emergenza si fosse verificata a primavera l'ammanco sarebbe stato ancora più grave. Ciò detto, proprio perché quello appena trascorso è un periodo meno affollato, molti albergatori lo sfruttano per ristrutturare e fare lavori di miglioria. E' evidente che chi ha fatto investimenti avrà bisogno di recuperare il gap di prenotazioni".

Comanducci scrive a Franceschini: "Caro ministro, salvi il turismo"

Tutto si giocherà nelle prossime due settimane. Se l'emergenza, come prevedono gli esperti, sarà in grado di rientrare nel breve termine "i danni saranno più arginabili" sostiene Comanducci "così da avere un'estate con flussi turistici in linea con gli anni precedenti". In questo senso fondamentale sarà l'attività di promozione "la fondazione InTour, come previsto, già nel mese di marzo inizierà con le campagne di promozione legate al turismo in città e in provincia. Vedremo come saranno recepite".

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