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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Fabi, nuova Banca Etruria: "Quale futuro per i dipendenti?"

"Mentre si sta lentamente mettendo in moto la fase delle aggregazioni fra banche popolari, dall'ultimo incontro col presidente Nicastro si è appreso che  slitteranno a settembre i tempi per la vendita di Nuova Banca Etruria e delle altre tre...

"Mentre si sta lentamente mettendo in moto la fase delle aggregazioni fra banche popolari, dall'ultimo incontro col presidente Nicastro si è appreso che slitteranno a settembre i tempi per la vendita di Nuova Banca Etruria e delle altre tre banche oggetto della nota procedura di "risoluzione" del novembre

scorso".

A intervenire sull'argomento è Fabio Faltoni, dipendente e sindacalista in Nuova Banca dell'Etruria e segretario provinciale della FABI - Federazione Autonoma Bancari Italiani, il sindacato dei bancari più rappresentativo - per numero di iscritti - a livello nazionale.

Non sappiamo ancora se saranno vendute in blocco o ad una ad una, ma sappiamo che la procedura prevede la consegna, a breve, dell'info-memorandum a chi si è fatto avanti nell'asta di gennaio, poi questi soggetti passeranno all'approfondita analisi dei conti in vista della presentazione delle offerte, infine si arriverà alla vendita. Armiamoci di santa pazienza, potremmo dire.

Il grande Fondo americano Apollo, fattosi avanti per l'acquisto di Banca Carige-Genova e Imperia, potrebbe essere interessato pure all'acquisto delle quattro nuove banche e anche degli Npl (sofferenze) lasciati nella Rev; il responsabile Italia del Fondo Apollo è un ex collega a UniCredit di Nicastro.

Non solo, è di queste ore la notizia che il Governo sta lavorando con l'Unione europea per ottenere l'autorizzazione al risarcimento totale, o quasi, degli obbligazionisti subordinati. E non parliamo poi dei vari filoni di indagine aperti ad Arezzo, dei quali leggiamo ogni giorno.

Insomma, uno scenario molto complicato, uno scenario dove settembre sembra ancora lontano, ma se invece parliamo di occupazione, di posti di lavoro, delle legittime preoccupazioni dei lavoratori, non è certamente presto per cominciare a ragionarci seriamente.

Se è vero che la metà circa dei dipendenti di Nuova Banca Etruria lavora in provincia di Arezzo - direzione generale (punto molto delicato, questo), direzione territoriale e filiali - è anche vero che la FABI ha a cuore la sorte di tutti i lavoratori del Gruppo, nessuno escluso. Lavoratori che da troppo tempo stanno soffrendo - oltre che tagli di stipendio - attacchi violenti ed ingiusti, mortificazioni, incertezze, se non denunce vere e proprie, lavoratori che sono vittime incolpevoli della grave situazione, come abbiamo detto e ribadito più volte.

La FABI ha da tempo istituito un coordinamento fra i propri sindacalisti di tutte e quattro le banche, di concerto con un interscambio continuo con i sindacalisti FABI di tutte le maggiori banche Popolari.

Tutta la FABI, a partire da quella aziendale e provinciale, per arrivare ai massimi vertici con il Segretario Generale Lando Sileoni e col Segretario Nazionale Attilio Granelli, è in prima linea ogni giorno per tutelare l'occupazione dei dipendenti di Nuova Banca Etruria, per ricordare a tutti l'elevata professionalità dei colleghi, una "forza lavoro" veramente virtuosa, per livelli di istruzione e preparazione, per età media e percentuale di occupazione femminile. Inoltre, in pochi anni saranno quattrocento le uscite di lavoratori grazie ai prepensionamenti stabiliti con due Fondi Esuberi. E a tal proposito, il presidente Nicastro ha confermato, anche il 16 marzo scorso, che gli eventuali esuberi di personale derivanti dalla vendita, saranno gestiti

solo con gli strumenti contrattuali previsti, cioè grazie al Fondo di categoria, che prevede esclusivamente prepensionamenti volontari; un Fondo che non prevede esborsi a carico della fiscalità generale, è giusto ricordarlo in tempi di "attacchi al bancario".

E la FABI - facendo il proprio lavoro di rappresentanza dei lavoratori, senza cioè invadere campi non suoi - continuerà a lottare e vigilare a tutti i livelli, a tutti i tavoli sindacali, in tutti i consessi, affinché si ponga la massima attenzione al futuro dei lavoratori, che sono davvero la "Good bank", la parte buona della banca, che garantisce professionalità, servizi e collegamento con il territorio, fatto questo da non trascurare.
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