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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Export. Nei primi tre mesi 2021 l'oreficeria aretina supera i valori pre-crisi, l'analisi di Intesa San Paolo

Dal punto di vista delle province a maggior specializzazione nel sistema moda, si distinguono Firenze e Arezzo in crescita rispetto al 2020 e con livelli di esportazioni già superiori ai dati pre-crisi

I distretti del sistema moda, tra cui anche quello aretino, trainano l’export toscana. A dirlo sono i dati censiti nel primi trimestre 2021 dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo che ha redatto l’analisi del Monitor dei Distretti della Toscana. Tra i dati che spiccano c’è il ritorno in positivo delle esportazioni dei distretti tradizionali che hanno raggiunto i 4,7 miliardi di euro con una crescita rispetto al primo trimestre 2020 del +13,6%.

Così come si evince dal report di Intesa San Paolo, il paese che presenta la crescita in termini assoluti più importante rispetto al periodo pre-crisi è la Cina che supera i livelli di esportazioni del primo trimestre 2019 di 75 milioni di euro (+61,4%), grazie soprattutto alla buona risposta che i distretti del sistema moda hanno saputo offrire alla maggior domanda locale dei consumatori cinesi che, a causa delle limitazioni agli spostamenti, hanno concentrato gli acquisti nel territorio nazionale. Bene anche il trend verso i principali mercati europei come Francia (+14,3% verso 2020 e +9,6% verso 2019) e Germania (+8,6% verso 2020 e +4,5% verso 2019). La Svizzera si conferma il primo mercato di riferimento e mostra un significativo rimbalzo rispetto al primo trimestre 2020 (+26,1%), mentre è ancora su livelli inferiori al 2019 (-5,1%) che si era distinto con il valore di esportazioni più elevate dell’ultimo decennio.

Dal punto di vista delle specializzazioni, il sistema moda mostra forti segnali di rimbalzo sui mercati esteri (+17% verso il primo trimestre 2020), grazie alla crescita registrata da cinque dei nove distretti monitorati tra i quali l’abbigliamento di Empoli e l’oreficeria di Arezzo hanno già superato anche il valore di esportazioni pre-crisi. Tra le varie specializzazioni, i ritardi più marcati li sente ancora il comparto tessile che mostra il permanere di un calo anche nel confronto con il 2020 (-18%), mentre dal punto di vista delle province a maggior specializzazione nel sistema moda, si distinguono Firenze e Arezzo in crescita rispetto al 2020 e con livelli di esportazioni già superiori ai dati pre-crisi. Questo andamento può essere in parte legato alla maggior specializzazione nei settori che si collocano più a valle della filiera e che hanno saputo cogliere prima la ripresa dei mercati internazionali, mentre sentono difficoltà più marcate i territori maggiormente vocati alle lavorazioni a monte come la concia per Pisa o il tessile per la provincia di Prato. Tra i mercati di destinazione si impone il fenomeno della ripresa delle vendite verso i mercati asiatici, trainati da Cina e Corea che hanno quasi raddoppiato i valori del primo trimestre 2019 (+94%), grazie soprattutto ai beni di consumo come pelletteria e abbigliamento. Bene anche le esportazioni verso la Francia (+18% verso il 2020, +11% verso il 2019), mentre gli Stati Uniti presentano una crescita più contenuta rispetto all’anno precedente (+1,8%) e un ritardo rispetto al primo trimestre 2019 (-8,4%) ad eccezione del distretto dell’Oreficeria di Arezzo che invece ha mostrato un buon risultato con un incremento del 71%.

I comparti dell’agro-alimentare e dei mezzi di trasporto superano i livelli pre-crisi in tutte le relative specializzazioni distrettuali. Il primo, dopo la tenuta del 2020 (+3%), ha confermato il trend di crescita anche nei primi tre mesi del 2021 (+4,1%) trainato dal distretto del florovivaismo di Pistoia (+39%) che ha più che compensato il calo nel distretto dei vini dei colli fiorentini e senesi (-9,7%) e dell’olio toscano (-1,8%). In particolare, il distretto pistoiese, dopo le difficoltà legate alle misure di contenimento della primavera dell’anno scorso, ha ottenuto dei buoni risultati nella seconda parte dell’anno che si sono rafforzati nel 2021, grazie al forte impulso derivante dalla crescente attenzione verso la riqualificazione ambientale degli spazi sia pubblici, sia privati.

Anche il comparto dei mezzi di trasporto evidenzia degli andamenti nettamente positivi grazie soprattutto al distretto della nautica di Viareggio che offre un contributo importante con circa 90 milioni di esportazioni rispetto ai 44 milioni del primo trimestre 2019 e i 33 milioni del primo trimestre 2020; si tratta di un settore fortemente legato a produzioni pluriennali per il quale un confronto puntuale su un periodo non è rappresentativo o esaustivo, ma è significativo evidenziare i segnali positivi confermati anche da recenti operazioni di crescita nel mercato borsistico che hanno interessato società del distretto. Continua anche per la camperistica della val d’Elsa il trend positivo registrato già a partire dal terzo trimestre del 2020, frutto anche della scelta del camper come vacanza che garantisce il rispetto delle esigenze di isolamento e di vicinanza alla natura create dalla pandemia; le esportazioni sono state pari a 250 milioni di euro in crescita del 61% rispetto al primo trimestre 2020 e superiori del 23% rispetto al primo trimestre 2019.

In controtendenza rispetto agli altri, il distretto del cartario di Lucca che, dopo la tenuta mostrata nel 2020 (+1%), segna una variazione tendenziale negativa nel primo trimestre 2021 con un calo del -18%.  Nei distretti della filiera meccanica continua il calo per le macchine per l’industria cartaria di Lucca in gran parte legato all’andamento nel mercato americano (-60% verso il primo trimestre 2020). Stabilità invece rispetto al 2020 e al 2019 per il distretto delle macchine per l’industria tessile di Prato che ha realizzato un’importante commessa verso il Brasile che in riferimento ai dati del primo trimestre 2021 diventa il primo mercato di riferimento del distretto.

I ritardi più marcati verso il primo trimestre 2019 li evidenziano il sistema casa (-21,5%) e i distretti della meccanica (-19,8%). Tra i distretti del sistema casa da segnalare il ritorno in positivo delle esportazioni del mobile imbottito di Quarrata che crescono del 11%, grazie in particolare al buon andamento delle vendite verso il Regno Unito, più che raddoppiate anche rispetto al primo trimestre 2019. Il distretto del marmo di Carrara vede l’incremento rispetto al 2020 delle esportazioni verso la Cina (+10,5%) e verso il Regno Unito (+53%), ma non riesce a compensare il calo verso Stati Uniti (-12%) e Arabia Saudita (-67%) condizionato in particolare dalla componente lavorata.

Tra le specializzazioni della regione rivestono un ruolo significativo i poli della farmaceutica toscana e del biomedicale di Firenze: dopo il buon andamento del 2020 (+26%), effetto anche della maggior attivazione legata alla pandemia, i poli toscani continuano nella crescita sui mercati internazionali con un incremento dell’8% per il polo della farmaceutica guidato in particolare dalle province di Siena (+26%) e Firenze (+5%), e un aumento del 15% per il biomedicale di Firenze.

Le attese per i prossimi mesi sono di un progressivo rafforzamento del commercio internazionale con prospettive di recupero dei livelli pre-Covid già durante il 2021 per diversi settori: le imprese distrettuali dovranno cogliere le opportunità presenti sui mercati internazionali, dove gli scambi sono in forte accelerazione e inoltre, dovranno cercare di intercettare i nuovi modi di consumo e i diversi canali di vendita.

“Nel primo trimestre dell’anno la Toscana spicca per l’incremento più elevato in termini assoluti di export distrettuale, grazie alla capacità degli imprenditori di saper cogliere i segnali dei mercati, alla qualità del made in Italy regionale e grazie al forte legame tra le aziende appartenenti alle filiere produttive locali, commenta Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo - L’Italia, infatti, è il paese dei distretti e delle filiere e Intesa Sanpaolo, grazie a Programma Sviluppo Filiere, offre strumenti e risorse a circa 1400 di fornitori di ben 61 filiere produttive toscane che sviluppano nel complesso un giro di affari di oltre 7,3 miliardi di euro. Il nostro obiettivo – conclude Severini – è favorire ulteriormente l'accesso al credito per le PMI in questa cruciale fase di ripresa del ciclo produttivo”.

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