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Export e import: il quadro aretino. Moda, gioielli e oreficeria traino per commercio estero

La provincia di Arezzo chiude l'anno 2015 con un saldo commerciale verso l'estero di oltre 2,7 miliardi di euro. Sia le importanzioni che le esportazioni marcano segno positivo rispetto all'anno precedente anche se, di fatto, le prime...





La provincia di Arezzo chiude l'anno 2015 con un saldo commerciale verso l'estero di oltre 2,7 miliardi di euro. Sia le importanzioni che le esportazioni marcano segno positivo rispetto all'anno precedente anche se, di fatto, le prime hanno un ritmo molto più incalzante rispetto alle seconde. In particolare i flussi verso l'estero si sono attestati a fine anno a circa 6,7 miliardi di euro, in aumento del 3% rispetto al 2014. Non tutto l'anno però è stato caratterizzato dal segno positivo: se infatti si analizza l'andamento trimestrale delle esportazioni si può comunque evidenziare che la crescita si è verificata solo nella prima metà dell'anno, mentre dal terzo trimestre in poi si sono registrate due flessioni consecutive.

Tab. 48 - Interscambio con l'estero della provincia di Arezzo – anno 2015

tab_exportI principali prodotti esportati dalla provincia di Arezzo sono tre: i metalli preziosi, la gioielleria e la moda. In particolare i primi due, per le caratteristiche peculiari dei prodotti commercializzati, in cui il valore della materia prima riveste un ruolo determinante nella definizione del valore finale del prodotto esportato, meritano una premessa in merito all'andamento dei prezzi dei metalli preziosi ed in particolare dell'oro.









Nel corso del 2015, infatti, il prezzo del metallo giallo ha fatto segnare un aumento medio del 9,7% delle quotazioni espresse in euro, nonostante si fosse in presenza di una fase di mercato caratterizzata da spinte ribassiste. Questo andamento apparentemente anomalo trova spiegazione nella svalutazione dell'euro nei confronti del dollaro statunitense: nel corso del 201 5 la moneta europea ha perso infatti in media il 16,5% rispetto a quella americana. La flessione dell'8,4% del prezzo dell'oro espresso in dollari si è quindi trasformata nell'aumento già indicato delle quotazioni in euro.




Il primo aggregato dell'export aretino in termini di valore è quello dei metalli preziosi: i flussi verso l'estero si sono attestati nel 2015 a 2,2 miliardi di euro, in crescita del 4,4% rispetto al 2014. Il primo mercato di sbocco è la Svizzera che da sola copre oltre la metà dei flussi complessivi (51,5%) ed è in crescita rispetto al 2014 del 30,8%, recuperando così quanto perso nell'anno precedente. Al contrario è in flessione del 21,6% il secondo mercato, la Francia, che si attesta a fine anno a circa 360 milioni di euro.

Il secondo aggregato è quello della gioielleria ed oreficeria che presenta flussi verso l'estero per oltre 1,8 miliardi di euro. Nonostante il già citato incremento del prezzo dell'oro, le esportazioni si contraggono dell'1,1% che, se confrontato con i risultati degli altri principali poli produttivi nazionali, mette ancora più in evidenza le difficoltà che il distretto aretino ha incontrato nel corso del 2015. La particolare concentrazione dell'export aretino di settore in un particolare mercato, quello degli Emirati Arabi Uniti, ha costituito un chiaro elemento critico. Gli Emirati Arabi Uniti, oltre che mercato finale di sbocco, costituiscono anche una sorta di hub commerciale per buona parte del Medio Oriente: dopo aver sperimentato una rapida ed impetuosa crescita, hanno ridotto recentemente ridotto sensibilmente la domanda. Le tensioni geo-politiche ed in particolare la crisi di tutto il comparto petrolifero, costituiscono elementi di criticità che tendono a frenare i mercati di tutta l'area mediorientale. Proprio in considerazione del particolare peso rivestito da questo mercato, i miglioramenti di osservati in altri Paesi di destinazione non sono stati comunque in grado di bilanciare le perdite.








Gli altri distretti orafi, forse proprio in virtù di un diverso mix di mercati di sbocco, sono riusciti ad ottenere risultati migliori: sono cresciute infatti sia le esportazioni vicentine (+4,1%) ed in particolare quelle di Valenza in provincia di Alessandria (+27,8%)




Il comparto della moda a livello aggregato presenta nel 2015 un export complessivo di oltre un miliardo di euro che è inferiore del 3,3% rispetto a quello messo a segno nel 2014. Il segno negativo è stato determinato dalle flessioni dei prodotti tessili (-16,3%) e dagli articoli in pelle (- 12,2%), solo parzialmente compensate dalla crescita dell'abbigliamento (+4,9%) e delle calzature (+22,8%).

I principali mercati di sbocco del settore tessile sono costituiti da Paesi tipicamente di delocalizzazione produttiva dell'abbigliamento (Romania, Bulgaria, Tunisia).
Nel caso dell'abbigliamento i mercati di riferimento più importanti sono tutti in crescita: Francia (+2,6%), Stati Uniti (+11%), Hong Kong (+4,8%) e Regno Unito (+7,1%). Da segnalare la crescita del 44,8% delle esportazioni verso la Russia, nonostante le restrizioni imposte dalle reciproche sanzioni con l'Unione Europea, e al contrario la flessione del 20,2% del mercato cinese.

Nella pelletteria la contrazione complessiva è determinata in particolare dalle flessioni di Stati Uniti (-4,6%), Hong Kong (-1 9,8%), Francia (-25,9%), Giappone (-1 7,2%), Regno Unito (-26,1 %) e Cina (-33,2%). Fra i principali partner, solo la Corea del Sud (+0,7%), la Germania (+2%) e gli Emirati Arabi Uniti (+23,6%) presentano una variazione positiva rispetto al 201 4.

Infine, il 2015 è stato un anno molto positivo per le calzature: sono infatti in crescita tutti i principali mercati di riferimento, con la sola eccezione della Francia (-24,5%). In alcuni casi, anche in considerazione dell'entità modesta dei flussi dell'anno precedente, gli incrementi si sono spinti addirittura alla terza cifra: Emirati Arabi Uniti (+222,7%), Corea del Sud (+139,9%), Kuwait (+392,3%), Turchia (+334,7%) e Russia (+348,8%). di rilievo, comunque, anche le variazioni dei primi due Paesi, Stati Uniti (+1 0,7%) e Svizzera (+47,6%).

Concludendo con gli altri principali comparti merceologici in termini di flussi verso l'estero, tutti sono caratterizzati dal segno positivo. Le apparecchiature elettriche crescono del 12,5% e toccano i 487 milioni di euro di export. I prodotti chimici crescono del 20,9% e superano i trecento milioni. L'export dei macchinari cresce dello 0,5% e raggiunge quasi 126 milioni di euro, seguito a breve distanza da quello dell'elettronica (103 milioni) che cresce invece a passo molto più spedito (+22,8%). Infine ottimi segnali provengono dai risultati messi a segno da due settori molto importanti per l'agro-alimentare aretino: sono in crescita, infatti, sia le esportazioni dei prodotti alimentari (+7,3%) che quelle delle bevande (+4,7%) costituite essenzialmente da vino.












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