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Etruria, Marche e Carichieti integrate in Ubi entro febbraio 2018: 1.569 esuberi, taglio di 140 filiali

"Siamo al termine di un’operazione estremamente articolata". Victor Massiah, Ceo di Ubi Banca, commenta il closing. Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti entrano nel nascente universo di Banca Unica. Il completamento dell'integrazione, con la...

"Siamo al termine di un’operazione estremamente articolata". Victor Massiah, Ceo di Ubi Banca, commenta il closing. Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti entrano nel nascente universo di Banca Unica. Il completamento dell'integrazione, con la migrazione It (information technology) verso il sistema Ubi, è prevista entro febbraio 2018; il primo istituto che migrerà sarà Nuova Banca Marche, entro ottobre 2017.

Il closing determina un cambiamento di prospettive per Ubi, con la revisione del piano industriale fino al 2020, nelle cui linee guida sono anticipate le misure per il futuro di Etruria, ora Banca Tirrenica.

In tre anni Ubi ridurrà il personale di 3mila risorse, la maggior parte (2.170) con accesso al Fondo di solidarietà (di queste 530 riguardano le tre banche ponte). Gli esuberi delle good bank sono 1569. Nel complesso ci saranno 4mila uscite e 900 ingressi, nell'ambito di un ricambio generazionale. Saranno ridotti gli sportelli, 700 per tutto il gruppo, 140 delle banche ponte.

Massiah: "E' la prima operazione di Atlante"

Massiah ripercorre le tappe dell'acquisto: "Abbiamo dovuto avere autorizzazioni da diverse entità: dall’autorità per la competizione di Bruxelles, dal nostro supervisore a Francoforte, la Bce, dall’autorità che governa la concorrenza nel mercato italiano, l’antitrust, dall’Ivass, perché abbiamo acquistato anche una società assicurativa. Erano poi previste delle condizioni per il closing, come la cessione di 2,2 miliardi di asset che dovevano essere acquistati dal Fondo Atlante. Siamo finalmente giunti al termine di questo articolato processo: direi che possiamo essere fieri di quanto fatto perché Bruxelles fino ad oggi non ha autorizzato altre operazioni, perché Francoforte non ha autorizzato altre operazioni, perché è la prima volta che l’Antitrust dà una autorizzazione che include il mercato dell’online, quindi c’è una situazione anche innovativa dal punto di vista della giurisdizione dei mercati, e perché anche questa cessione di 2,2 miliardi di euro verso il Fondo Atlante costituisce la prima operazione “reale”: si è parlato di tante operazioni ma questa è la prima operazione reale che Atlante fa".

I tempi dell'integrazione

Ci sono poi i primi passi da muovere e un'integrazione da fare entro il primo trimestre del 2018. "Avremo - ricorda Massiah - immediatamente le assemblee delle banche, avremo una situazione di transizione in cui, sotto quella che io so già sarà l’illuminata presidenza di Osvaldo Ranica, avverrà la presa in gestione da parte di nostri collaboratori di queste banche, insieme ai colleghi che sono già presenti lì. Avremo evidentemente la gestione della transizione che provvederà, entro la fine dell’anno, alla conversione verso il sistema informativo di almeno due delle tre banche - e comunque entro il primo trimestre del prossimo anno la conversione di tutte le banche sul sistema informativo del nostro gruppo - per poi avere una operazione finale di incorporazione di queste banche nel nostro gruppo secondo il progetto di Banca Unica che abbiamo già attuato su noi stessi a cavallo tra il 2016 e l’inizio di quest’anno".

I tagli

Infine Massiah si concentra sulla riduzione dei costi e sulla riorganizzazione. "Le tre banche che arrivano, e le altre società loro collegate, giungono da un contesto di grande crisi, di grande difficoltà, che implica inevitabilmente delle azioni cosiddette di turnaround che vanno innanzitutto a incidere sulla struttura dei costi e sulla qualità del credito. Saranno quindi necessarie delle importanti riorganizzazioni, ci saranno delle uscite di personale inevitabili e allo stesso tempo, però, la pulizia che è stata fatta sulla situazione del credito non performante migliorerà nettamente il costo del rischio; insieme all’introduzione del nostro sistema informativo potremo abbattere in misura significativa, di decine di milioni all’anno, il costo dell’information technology e sarà possibile, per fortuna, ridurre il costo della raccolta perché, evidentemente, l’affidabilità del nostro gruppo implica anche un costo della raccolta presso clientela molto inferiore a quello che hanno dovuto attuare le banche per poter difendere la propria raccolta; comunque è stata una difesa di qualità, se confrontata con altre situazioni di crisi".

@MattiaCialini

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