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Ecco la Nuova Banca dell'Etruria e del Lazio Spa. Alla guida delle banche-ponte Nicastro, la nota di Bankitalia

Una nuova era, di passaggio, che non ha conseguenze per correntisti e dipendenti, ma che di fatto trasforma la Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio in Spa. Con la pubblicazione del decreto legge salva-banche approvato dal Consiglio dei Ministri...

Una nuova era, di passaggio, che non ha conseguenze per correntisti e dipendenti, ma che di fatto trasforma la Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio in Spa. Con la pubblicazione del decreto legge salva-banche approvato dal Consiglio dei Ministri che in via straordinaria si è riunito di domenica pomeriggio, cambierà anche il nome dell'istituto di credito aretino che aggiungerà davanti il termine Nuova ed alla fine la sigla che la contraddistingue come Società per Azioni e non più come società cooperativa.

La stessa operazione di salvataggio, senza utilizzo di soldi pubblici e di sottoscrizioni di azioni, riguarda la Banca Marche, la Cassa di Risparmio di Ferrara e CariChieti.

In sostanza da lunedì 23 ci saranno 4 nuove banche-ponte, ognuna per ogni istituto di credito coinvolto. Tutte e quattro saranno presiedute da Roberto Nicastro (nella foto), l'ex direttore generale di Unicredit. L'operazione servirà per poter utilizzare 3,6 milioni di euro del fondo di risoluzione che salverà l'operatività delle nuove banche. In questi quattro organismi infatti convergeranno gli asset positivi delle banche, lasciando invece in un'unica bad bank le sofferenze che saranno svalutate passando da un valore complessivo di 8,5 a 1,5 miliardi di euro in modo da facilitarne la vendita sul mercato, come ha spiegato Bankitalia. I crediti "saranno venduti a specialisti nel recupero crediti o gestiti direttamente per recuperarli al meglio".

I fondi per il risanamento

BANCA3Il decreto salva-banche si inserisce nella direttiva che prevede anche il cosiddetto risanamento interno facendo ricorso al meccanismo del bail-in con prelevamenti sui conti correnti sopra i 100 mila e ad esempio. Questo meccanismo non scatterà per queste quattro banche, è una delle specifiche inserite nel decreto salva-banche per Banca Etruria e per gli altri 3 istituti di credito italiani. I fondi per il risanamento arriveranno dal piano B, approvato anche dall'Unione Europea, che prevede di attingere subito dal versamento dei 500 milioni di euro, da parte di tutto il sistema bancario, al Fondo interbancario previsti per il 2015, insieme all'anticipo del contributo dei prossimi 3 anni. A questi 2 miliardi si aggiunge poi una maxi linea di credito, a titolo oneroso da parte di Intesa, Unicredit e Ubi, per garantire l'operatività corrente.

La Commissione europea in un comunicato ha specificato che il Fondo di risoluzione "erogherà 3,6 miliardi di euro alle banche ponte, per capitalizzarle e per coprire la differenza negativa fra gli attivi trasferiti e le passività. Conformemente alla normativa europea, l'operazione sarà finanziata dai contributi del settore bancario italiano al fondo di risoluzione. Le misure comprendono anche un trasferimento di attivi deteriorati dalle banche ponte a una nuova società veicolo per la gestione degli attivi. Il Fondo di risoluzione garantirà questa misura concernente gli attivi deteriorati rafforzando ulteriormente i bilanci delle banche ponte. Il beneficio connesso a tale garanzia è stato quantificato approssimativamente in 400 milioni di euro di ulteriore supporto del fondo di risoluzione".

Sono evidentemente meccanismi complicati che cercheremo di seguire e spiegare con semplicità nei prossimi giorni, cercando di capire quali potranno essere le conseguenze. Di sicuro siamo davanti ad una svolta.

Una nota esplicativa arriva direttamente da Bankitalia che elenca i passaggi in un documento che vi forniamo in versione originale:

Informazioni sulla soluzione delle crisi di Banca Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, CariChieti e Cassa di Risparmio di Ferrara

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