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Decreto dignità, Campinoti (Confindustria Toscana Sud): "Nel nostro territorio centinaia di posti di lavoro persi"

Il presidente di Confindustria Toscana Sud, Paolo Campinoti, si schiera al fianco degli imprenditori del Nord–Est di Confindustria Veneto contro il Decreto Dignità. Un argomento molto sentito, sul quale interviene con parole che pesano come...

Il presidente di Confindustria Toscana Sud, Paolo Campinoti, si schiera al fianco degli imprenditori del Nord–Est di Confindustria Veneto contro il Decreto Dignità. Un argomento molto sentito, sul quale interviene con parole che pesano come macigni

L’economia del nostro paese, la vita e lo sviluppo delle imprese italiane è gravemente minacciata dagli assurdi provvedimenti voluti dal Ministro Di Maio all’interno del Decreto Dignitàsiamo nelle mani di un Ministro che ha avocato a sé sia il Ministero del lavoro che quello dello sviluppo economico, paradossale già di per sè, ancora di più se si pensa che il soggetto in questione non ha mai lavorato dentro un’ impresa. Le norme inserite dai 5 stelle palesano proprio un’assoluta ignoranza sui temi di sviluppo d’impresa, andare verso il baratro è un attimo. In un momento in cui le imprese italiane con molti sacrifici avevano ripreso il cammino della crescita, il Decreto Dignità come un macigno affossa tutto ed in particolare proprio coloro che vorrebbe proteggere: i lavoratori.

Non ascoltare le imprese, non comprendere le loro necessità, non interpretare i nodi essenziali di sviluppo legati ad industria 4.0 e le sue specificità, significa paralizzare le aziende che saranno quindi costrette a tagliare massicciamente la loro offerta di lavoro.

Già nel nostro territorio, la maggior parte delle imprese, sta facendo amari calcoli su quante persone non potranno essere confermate se il Decreto rimarrà invariato, in Toscana Sud da una prima stima ammontano a diverse centinaia.

Si deve smettere di cambiare quadri normativi di riferimento per le imprese con la velocità e la leggerezza di un battito d’ali da parte dei politici, le imprese hanno bisogno di regole certe e durature per programmare il loro operato.

Il Decreto Dignità spazza via tutte le possibilità di interessamento verso il nostro paese per investitori esteri, scoraggiati da un quadro normativo che invece che abbracciare il rinnovamento ed il cambiamento, ci riporta a prospettive e visioni datate.

Sempre di più gli imprenditori di questo Paese si faranno sentire contro questo assurdo impianto normativo, contenuto per di più dentro un decreto, strumento riservato a casi eccezionali in cui l’esecutivo avoca a sé il potere legislativo, non certo dovrebbe farlo per regolare tematiche strutturali per l’economia delle imprese ed il mercato del lavoro, senza alcun confronto con le parti sociali.

Convocheremo per i primi di settembre presso la nostra associazione un dibattito con tutti i parlamentari eletti nei nostri territori, nessuno si deve tirare indietro, soprattutto i leghisti che da sempre hanno considerato centrale l’ascolto e la difesa delle esigenze delle imprese.

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