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Cura all’italiana dell’evasione fiscale: più tasse e meno spesa pubblica

La solita cura per l’evasione fiscale: aumentare le tasse e ridurre la spesa pubblica. Cosa c’entrano con l’evasione? Come il cavolo a merenda, niente, come sempre. A giorni verrà varata la manovra finanziaria dove ci saranno riduzioni della spesa...

La solita cura per l’evasione fiscale: aumentare le tasse e ridurre la spesa pubblica. Cosa c’entrano con l’evasione? Come il cavolo a merenda, niente, come sempre. A giorni verrà varata la manovra finanziaria dove ci saranno riduzioni della spesa pubblica ed aumenti delle tasse per almeno 10 miliardi di euro, se basteranno. Circa la riduzione della spesa pubblica, l’operazione sarà relativamente semplice. Il tutto verrà spacciato, come di consueto, sotto la voce risparmi, in nome di quella truffa agli italiani che va sotto il nome di spending rewiev. In parole più semplici ci saranno grossi tagli, per esempio alle prestazioni sanitarie, nonostante l’impegno delle regioni che fanno i salti mortali per tenere in assetto il sistema sanitario. Ma dei tagli parleremo in un’altra occasione. Purtroppo ci sarà un bell’aumento delle tasse anche, con tutta probabilità, sotto forma di riduzione delle spese deducibili e detraibili in dichiarazione dei redditi. In altre parole ci saranno meno sconti fiscali per spese mediche, scolastiche e quant’altro. Quindi, pagheremo più tasse.

Peraltro, che poi nel 2016 la pressione tributaria è destinata ad aumentare, lo ammette anche il Governo nel Documento economico e finanziario, giornalisticamente parlando nel def. Infatti lì scrive, nero su bianco, seppur con le solite circonlocuzioni, che la pressione fiscale è destinata ad aumentare, salvo il manifestarsi di tutta una serie di veri e propri miracoli a seguito dei quali la pressione fiscale diminuirebbe. Insomma, la pressione fiscale diminuirà quando gli asini voleranno. Divertente, diciamo così, è notare come Lorsignori stanno preparando, mediaticamente parlando, il terreno all’aumento delle tasse.

La fantasia scarseggia, ed il metodo è sempre lo stesso, consolidato da decenni. Come consueto diversivo, hanno ricominciato a rimescolare sull’annoso, e certamente grave, problema dell’evasione fiscale con l’abituale allarmismo. A tal fine sono stati prodotti, come prevedibile, ponderosi studi. Da questi documenti sostanzialmente inutili, si deduce che questa volta l’evasione fiscale supererebbe addirittura i 90 miliardi di euro. Un numero colossale, spaventoso, se fosse reale. Da immediata destituzione, e senza tanti complimenti, del Ministro dell’economia e delle finanze, del Direttore generale dell’Agenzia delle Entrate e del Comandante generale della Guardia di Finanza. Ma non è un numero attendibile, come non lo sono i fantastiliardi dello zio Paperone. Come più volte ci siamo detti, e come ormai dovrebbe essere noto a tutti, l’evasione fiscale non è un fenomeno stimabile, se non per quantificazioni di larghissima massima. Se poi c’è ancora qualcuno che insiste a prendere per buone queste stime, facendo involontariamente il gioco di Lorsignori, non so più cosa farci. Ormai lo sapete a cosa servono queste stime da fantascienza dell’evasione fiscale. A cercare di far accettare agli italiani almeno 10 miliardi di euro di effettivo aumento delle tasse e di effettiva riduzione della spesa pubblica. Se basteranno.

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