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Economia

Cresce la produzione nel secondo trimestre. I dati dell'industria aretina

Dopo un inizio anno tornato in flessione, il dato della produzione manifatturiera aretina si solleva in terreno positivo. Secondo la consueta indagine condotta sulle imprese con più di 10 addetti l’indicatore della produzione industriale nei mesi...

Dopo un inizio anno tornato in flessione, il dato della produzione manifatturiera aretina si solleva in terreno positivo. Secondo la consueta indagine condotta sulle imprese con più di 10 addetti l’indicatore della produzione industriale nei mesi di aprile-giugno sale al +3,3% rispetto al corrispondente periodo del 2014.

Positivi anche i dati relativi alla domanda che complessivamente cresce del 3,1% trainata soprattutto dalla componente estera (+8,6%). Anche in termini di fatturato sono i mercati internazionali a sollevare il dato pur non riuscendo a riportarlo in terreno positivo (-2,9% con il +8,4% dell’indicatore estero).

In recupero anche l’occupazione che, per il quinto trimestre consecutivo, registra infatti una variazione positiva (+1,4%).

A livello settoriale rispetto ai primi tre mesi dell’anno il quadro risulta complessivamente migliorato. Il dato più preoccupante è ancora quello della gioielleria che infatti resta in terreno negativo in termini produttivi (-7%) e anche relativamente al portafoglio ordini le prospettive a breve termine non lasciano intravedere segnali di recupero soprattutto per il mercato interno che fatica a ripartire mentre la componente estera appare più dinamica (+3,3%).

Continua a crescere la produzione per i macchinari e mezzi di trasporto (+12,6%). Positivo anche il dato del sistema moda che migliora dell’1,9% relativamente al tessile e abbigliamento e del 3,6% per il pelli, cuoio e calzature. Incoraggianti per questi comparti anche i dati della domanda che, grazie ancora una volta ai mercati internazionali, registra variazioni complessivamente positive e incoraggianti (+4,8% e +20,8%).

Bene infine l’andamento produttivo dell’elettronica (+9,3%) che però continua a flettere in termini di fatturato. Positivi gli ordinativi e l’occupazione.

I dati relativi al legno-mobilio nel secondo trimestre non sono tali da formulare una interpretazione sugli andamenti del settore per cui si ritiene opportuno rinviare al prossimo trimestre un commento in tal senso.

Passando ad una breve analisi dimensionale sono ancora le piccole realtà (quelle con meno di 50 addetti) a faticare maggiormente in questa fase di recupero. La produzione industriale resta in flessione (-2,7%) così come il fatturato, la domanda e l’occupazione (rispettivamente -2,4%, -3,2% e -0,9%). In miglioramento soltanto il dato degli ordinativi esteri.

Più brillanti i dati delle medie e grandi imprese che recuperano in termini produttivi rispettivamente del 10,5% e del 7,3%. L’export Aretino nel II trimestre 2015

Le esportazioni del comparto manifatturiero aretino, in linea con quanto già rilevato nei primi tre mesi, continuano a migliorare anche nel secondo trimestre dell’anno mettendo a segno un ulteriore +7,1% che mantiene il dato semestrale a +7,5%.

In valore assoluto le vendite all’estero nei mesi di aprile-giugno si avvicinano ai 2 miliardi di euro cioè 112 milioni in più rispetto al corrispondente periodo del 2014. Esportazioni provincia di Arezzo – II trimestre (valori espressi in euro) Scendendo nel dettaglio settoriale i principali comparti per valore dell’export aretino restano ancora i metalli preziosi e l’oreficeria che insieme coprono oltre il 60% del dato totale manifatturiero.

I flussi relativi a questi settori quindi meritano delle considerazioni più approfondite.

Il dato dei metalli preziosi in questi ultimi anni ha profondamente influenzato le dinamiche complessive soprattutto perché le significative oscillazioni del prezzo dell’oro, trattando i dati in valore, hanno fatto segnare variazioni importanti.

In questa prima metà dell’anno in realtà il quadro è leggermente cambiato: le quotazioni in euro crescono (+14,7% e +14,8% i dati del I e del II trimestre) mentre i metalli preziosi indietreggiano nel periodo in esame dell’1,3%. Migliori i dati dell’oreficeria che infatti segna un +7% dopo un dato di apertura anno in forte calo (-14,4%).

Il settore sembra quindi allinearsi ai segnali positivi che caratterizzano gli altri comparti, primo fra tutti quello del sistema moda che anche nel secondo trimestre 2015 vede crescere il valore delle esportazioni del 3,2% grazie in particolare alle calzature e all’abbigliamento.

Continua il buon andamento dell'industria alimentare (+16,7%) e delle bevande (+13,2%), bene anche l’elettronica (+40%) i metalli (escluso quelli preziosi) e la chimica che con una crescita superiore al +50% copre oltre il 5% del valore complessivo delle esportazioni manifatturiere aretine.

In frenata infine i mezzi di trasporto (-13,4%).

fabianelli_andrea“ I numeri della congiuntura del 2° trimestre- afferma Andrea Fabianelli Presidente di Confindustria Toscana Sud- dopo tanti, troppi anni tutti in rosso o, nella migliore delle ipotesi, di ripetute docce scozzesi, dovrebbero essere accolti e valutati con soddisfazione: una boccata d’ossigeno per l’andamento dell’attività industriale sul territorio di Arezzo. Dico dovrebbero perché sono dati con il più davanti per la produzione industriale, per la domanda, per il fatturato, per l’occupazione ma, se un industriale non può non avere sempre fiducia sul futuro, credo sia più opportuno leggere e valutare questi dati con attenzione e grande cautela. L’economia europea non tira, sono in aumento fenomeni disgreganti e conflittuali all’interno dei singoli paesi della Ue e tra blocchi di paesi diversi: lo sguardo gettato sul futuro non ci dà fiducia. La cautela di cui parlo è imposta dal fatto che, se escludo il dato sull’occupazione, positivo da cinque trimestri consecutivi anche per aver adottato il jobs act, gli altri dati sono tutti con il segno positivo perché l’export continua a tirare, facendo la sua parte. Da pochi giorni il presidente di Confindustria Squinzi ha mostrato fiducia sulla possibilità che gli ultimi mesi del 2015 e il 2016 facciano registrare per l’Italia numeri migliori delle previsioni. Il vero problema economico dell’Italia, a parte il suo –mostruoso- debito, è che per la seconda industria manifatturiera d’Europa il mercato interno è fermo, bloccato da troppi anni e l’export, purtroppo, non basta e non basterà mai a tenere a galla il paese. Fino a quando non matureranno le condizioni per dare una forte accelerata al mercato nazionale, anche i dati positivi – ben vengano ovviamente- dovranno essere sempre guardati e valutati con grande attenzione e cautela.”

sereni-salvini1“I segnali provenienti dalla rilevazione dell'Osservatorio congiunto – commenta Andrea Sereni, Presidente di Unioncamere Toscana – ci inducono, pur nella ormai consueta cautela che accompagna da anni le analisi economiche locali e nazionali, a guardare con maggiore ottimismo al futuro. La fase di ripresa che sta caratterizzando questi mesi non è ancora abbastanza robusta ma alcuni segnali di consolidamento della crescita economica possono essere colti. Sorvegliato speciale rimane però proprio il settore più strategico per il nostro sistema economico, l'oreficeria, che se consideriamo l'intero primo semestre 2015 presenta una contrazione dell'export del 4% (derivante in larga parte dal primo trimestre dell'anno) pur in presenza di una crescita del prezzo del metallo (in euro) del +14,8%. Una performance negativa ascrivibile soprattutto alla ulteriore contrazione delle esportazioni verso il mercato di sbocco più importante per i nostri prodotti di oreficeria (il 41,9% del totale), gli Emirati Arabi Uniti che evidenziano un -20,5% semestrale in controtendenza rispetto a tutti gli altri mercati.

Il secondo mercato, Hong Kong, che rappresenta un decimo del totale esportazioni, fa infatti registrare un +46%, la Turchia un +5,3% , la Francia un +8% e gli Stati Uniti un importante +11% che li posiziona poco sotto il mercato transalpino. Tornando al dato generale, come da tempo andiamo ripetendo, per migliorare definitivamente il quadro, soprattutto quello occupazionale, restano comunque indispensabili misure in grado di rilanciare anche la domanda interna, sia per consumi che per investimenti”

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