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Economia

Credito erogato: secondo trimestre 2015 ancora in segno meno. I dati della Camera di Commercio

La situazione dell'erogazione del credito bancario nel panorama aretino. E' questo il tema dell'ultimo report elaborato dalla Camera di Commercio di Arezzo. A presentare ed illustrare la quadro generale sono il presidente di Unioncamere Toscana...

La situazione dell'erogazione del credito bancario nel panorama aretino. E' questo il tema dell'ultimo report elaborato dalla Camera di Commercio di Arezzo. A presentare ed illustrare la quadro generale sono il presidente di Unioncamere Toscana Andrea Sereni e il segretario generale della Camera di Commercio, Giuseppe Salvini.

“Grazie ai dati statistici sul credito forniti da Banca d'Italia al sistema camerale toscano - evidenzia Andrea sereni, Presidente di Unioncamere Toscana e della Camera di Commercio di Arezzo - il nostro Ufficio Studi ha potuto predisporre questo report che delinea la situazione del credito nel secondo trimestre 2015. Un report che si apre con il dettaglio sui prestiti bancari alla clientela residente in provincia di Arezzo che si attestano, a metà 2015, a 9,16 miliardi di euro, l'8,2% del totale dei prestiti erogati in regione. Non si intravedono al momento segnali di stabilizzazione in un quadro che continua ad essere caratterizzato dal segno negativo. Sia il primo che il secondo trimestre mostrano infatti una diminuzione del credito erogato: in particolare il secondo trimestre ha accusato una pesante flessione sui dodici mesi dell'1,1%. L'erogazione del credito ha seguito però andamenti diversi a seconda dei destinatari dei prestiti: pur tenendo conto che a metà anno sia il settore pubblico (-7,8%) che quello privato (-0,9%) subiscono una flessione del credito, all'interno del privato si hanno tendenze molto differenziate. Se da un lato il credito alle famiglie diminuisce dello 0,5%, dall'altro quello al sistema delle imprese cresce dello 0,6%, continuando una serie positiva iniziata alla metà dello scorso anno”.

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“All'interno del sistema delle imprese poi- prosegue Sereni - sono in particolare le imprese medio-grandi a beneficiare di questo miglioramento (+1,1%) mentre, al contrario diminuisce il credito erogato sia alle piccole imprese (-1,4%) che quello alle famiglie produttrici (-0,8%). Il finanziamento alle imprese in provincia di Arezzo ha un andamento abbastanza simile a quello medio regionale (+0,4%): grosso modo in tutte le province infatti, con le sole eccezioni di Lucca e Siena, cresce il credito al sistema economico ma, anche negli altri territori, quasi esclusivamente a beneficio delle imprese medio-grandi. Solo la provincia di Siena presenta un andamento controcorrente: in questo caso infatti diminuisce il credito alle medio-grandi ed aumenta quello rivolto alle alter due categorie. Fra i vari settori di attività economica è in aumento del 2,6% il finanziamento delle attività manifatturiere (anche se a metà anno si osserva un ritmo meno vivace) e delle altre attività (+14,3%), categoria che comunque ha un peso piuttosto limitato in termini quantitativi. Continua inesorabilmente a diminuire il credito al settore edile che a metà anno presenta una flessione sui dodici mesi del 2,2%. Anche nei servizi la situazione non è certamente rosea: a giugno infatti è risultata una flessione dell'1,5% che va ad aggiungersi ad una lunga serie di segni negativi.Continua ad essere negativo l'andamento del credito alle imprese che svolgono attività artigiana anche se il livello delle contrazioni che stanno caratterizzando il 2015 sono è più basso di quello degli anni precedenti e sensibilmente al di sotto dei valori medi della Toscana: a giugno 2015 il tasso di variazione mostra una diminuzione del 3,9% dell'ammontare complessivo dei prestiti erogati contro un -5,6% dell'intera regione. Al contrario, purtroppo, continua ad aumentare lo stock dei prestiti in sofferenza che a metà anno raggiungono quota 143 milioni di euro, circa un quarto del totale. Ciò testimonia le difficoltà con cui si devono confrontare quotidianamente le imprese artigiane costituite in prevalenza da piccole imprese e con una folta presenza nel settore edilizio, come abbiamo visto le due categorie più colpite dalla stretta creditizia e dalle difficoltà di mercato.”

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“Per quanto concerne il totale dei depositi in provincia di Arezzo – spiega il Segretario Generale dell'Ente Dott. Giuseppe Salvini – questo si attesta a metà 2015 a oltre 6,5 miliardi di euro, di cui oltre 2,6 miliardi costituiti da depositi a risparmio. Dopo un rallentamento nella prima metà dell'anno, riprende decisamente vigore la crescita dello stock totale dei depositi in provincia: il dato annuale di fine anno mostra un incremento del 7,1%. I depositi a risparmio crescono anch'essi ma ad un ritmo meno brillante (+5,0%). Sono le famiglie le titolari maggior parte dei depositi: ad esse sono infatti riconducibili oltre 5 dei 6,3 miliardi complessivi con una crescita sui dodici mesi del 6,9%. Questo è un chiaro segnale del clima di incertezza economica e lavorativa con il quale convivono molti nuclei famigliari che porta ad aumentare la propensione al risparmio per cercare di fronteggiare eventuali eventi avversi

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“La consistenza delle sofferenze in provincia di Arezzo a metà 2015 – prosegue Salvini- si attesta sui 1,7 miliardi di euro, in crescita sia rispetto al primo trimestre (+3,1%) che rispetto alla metà del 2014 (+9,3%).Rispetto allo scorso anno gli incrementi più rilevanti si sono registrati nelle costruzioni (+26,1%) e nelle attività industriali (+10,2%), mentre i servizi sono rimasti al di sotto della media (+2,9%). Il tasso di decadimento dei prestiti, inteso come rapporto fra flusso di nuove sofferenze e consistenza dei prestiti ad inizio periodo, si attesta al giugno 2015 al 4,8%, permanendo sotto la soglia del cinque per cento che aveva caratterizzato la fine del 2013 e buona parte del 2014. Il tasso di decadimento della provincia di Arezzo si mantiene comunque piuttosto alto e sensibilmente superiore a quello medio regionale (3,7%). I valori relativi alle imprese sono chiaramente più elevati di quelli delle famiglie, con una differenza di quasi cinque punti percentuali (6,3% contro 1,7%). All'interno delle imprese, poi, il tasso di decadimento dei prestiti delle piccole imprese, che comprendono quelle realtà imprenditoriali di piccola dimensione e dalla forma organizzativa più elementare, è mediamente più basso (3,7%%) di quello del complesso delle imprese. A livello settoriale, il manifatturiero, dopo l'impennata che ha sfiorato quasi l'otto per cento nel corso del 2014, sta gradualmente rientrando su livelli più moderati inferiori al sei per cento (5,7% a giugno 2015). Il settore delle costruzioni continua ad essere caratterizzato da tassi di decadimento quasi doppi rispetto al manifatturiero ma, anche in questo caso, la tendenza degli ultimi trimestri è orientata ad un graduale discesa a livelli più bassi che, rispetto al massimo del 14% osservato nel settembre 2014, si attestano a metà anno al 10,7%. Infine si attesta al 6,7% il tasso di decadimento nei servizi.Per concludere, è evidente che gli effetti della prolungata fase di crisi ed una ripresa che si annuncia per il momento moderata non consentiranno nel breve periodo una riduzione significativa degli indici di rischio e, a meno di operazioni straordinarie di cessione, l’ammontare di crediti in sofferenza generati nel corso degli ultimi anni continuerà a pesare in maniera significativa sul sistema”.

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FOCUS SUI TASSI DI INTERESSE

Il livello dei tassi di interesse sui prestiti a breve termine riferiti ai finanziamenti alle imprese che rientrano nelle categorie dei rischi autoliquidanti (affidamenti concessi sotto forma di smobilizzo crediti) e a revoca (linee revocabili in qualsiasi momento da parte della banca e non sostenute dal cosiddetto beneficio del termine) condiziona il sistema economico nel ricorso al credito. I tassi su prestiti a breve termine risentono marcatamente delle variazioni dei tassi ufficiali per cui, i tagli operati dalla BCE in tal senso hanno ovviamente contribuito ad una riduzione del costo del credito. Alla metà del 2015 il tasso di interesse per i rischi autoliquidanti praticato alle imprese si attestava al 4,9%, ritornando così su livelli che non si vedevano dal 2011. Operando un confronto sui livelli dei tassi nelle varie province d'Italia, Arezzo si colloca all'incirca a metà classifica fra la provincia di Bolzano in cui si pagano i tassi di interesse più bassi (3,1%) e quella di Olbia-Tempio in cui al contrario raggiungono i valori più elevati (7,3%).

Anche per quanto riguarda i prestiti a breve nella forma di operazioni a revoca si nota una rapida riduzione dei tassi praticati in media nella provincia di Arezzo che a metà 2015 si attestano a livello complessivo al 7% (nel 2013 erano abbondantemente sopra l'otto per cento): molto diverse le condizioni praticate alle imprese (9,3%) rispetto alle famiglie (4,1%). Arezzo non esce bene dal confronto con le altre realtà territoriali, collocandosi nella parte della classifica nella quale i tassi praticati alle imprese sono mediamente più alti: il 9,3% aretino è infatti molto più vicino al massimo praticato in provincia di Vibo Valentia (10,5%) piuttosto che al minimo anche questa volta di Bolzano (4,9%).

I tassi di interesse sui prestiti a medio-lungo termine riferiti ai finanziamenti che rientrano nelle categorie dei rischi a scadenza (linee contraddistinte da una scadenza oltre la quale decadono e vanno riviste: possono consistere in linee temporanee a rientro unico, in contratti di leasing, in finanziamenti a medio termine con rimborso rateale) stanno diminuendo sia per le famiglie consumatrici che per le imprese attestandosi alla metà del 2015 rispettivamente al 2,7% (famiglie) ed al 3,2% (imprese). Le condizioni praticate nella nostra provincia sono di poco superiori a quelle medie nazionali (3%) e pongono Arezzo grosso modo alla metà della graduatoria nazionale che vede Vercelli come provincia in cui i tassi sono più bassi (2,4%) e Crotone in cui al contrario sono più alti (4,4%).

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