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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Prime conseguenze del coronavirus: 230 aziende in meno in provincia di Arezzo. Il peggior dato in 10 anni

La nati-mortalità delle imprese del primo trimestre 2020 nella provincia di Arezzo: prime ripercussioni dell’effetto Covid 19

Nei primi tre mesi del 2020 nel territorio della provincia di Arezzo si è registrato un saldo negativo fra iscrizioni e cessazioni di 230 imprese. Il saldo è particolarmente critico, uno dei peggiori degli ultimi dieci anni e rispetto al 2019 (-202 imprese) si ha un peggioramento di 18 imprese.

In netto calo sia le iscrizioni (-16,5%) che, in misura minore, le cessazioni (-9,5%). Tra gennaio e marzo si registrano 561 nuove aperture, a fronte di 672 dello stesso trimestre dell’anno precedente, e 791 chiusure contro le 874 del 2019.

“Il bilancio della nati-mortalità delle imprese tra gennaio e marzo  – evidenzia l'avvocarto Marco Randellini, segretario generale della Camera di Commercio di Arezzo e Siena - è condizionato, come normalmente accade per ogni trimestre di inizio anno, dalle abituali chiusure comunicate sul finire dell’anno precedente alle quali però , per questo 2020, si vanno ad aggiungere gli effetti  delle restrizioni seguite all'emergenza Covid-19 e dello stato di eccezionalità in cui l'economia reale si sta muovendo in questo periodo. Se ci concentriamo sul mese di marzo siamo in grado di cogliere le prime ripercussioni prodotte dall’emergenza sanitaria: vediamo infatti che, più che condizionare il dato le chiusure aziendali, che anzi diminuiscono, sembra esserci stato un effetto scoraggiamento per quanto riguarda le nuove iscrizioni (65 in meno rispetto al marzo 2019). Coloro che avevano programmato nei mesi scorsi l’avvio di una attività imprenditoriale si sono fermati a causa dell’emergenza coronavirus e delle incognite sulle future prospettive del nostro sistema economico. Pur nella sua provvisorietà appare invece positivo il dato che vede un aumento del numero degli addetti, che superano le 120.000 unità, soprattutto nel manifatturiero ed in particolare nel settore della gioielleria ed oreficeria. L’auspicio è che,  grazie anche ai vari interventi a sostegno della liquidità aziendale e di supporto alle Pmi, il sistema imprenditoriale possa recuperare, il più rapidamente possibile, i livelli di operatività e di fatturato pre Covid-19 e mantenere i livelli occupazionali raggiunti.”

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Lo Stock delle imprese e l’andamento per settori economici

Lo stock complessivo delle imprese registrate in provincia di Arezzo sui attesta a 37.102 aziende, in diminuzione dello 0,6% rispetto al primo trimestre del 2019. Gli addetti al contrario aumentano dello 0,9% e superano le 120 mila unità (120.432). Diminuiscono le aziende agricole (-1,2%) anche se gli addetti risultano più di quelli dello scorso anno (+0,5%). Analogo andamento anche nel manifatturiero, in cui si registra un calo dello 0,4% delle imprese a cui fa riscontro però un aumento del 3,1% degli addetti: all’interno del macro settore le aziende produttrici di gioielleria ed oreficeria diminuiscono in numero (-2%) ma aumentano a livello occupazionale (+0,7%), mentre il  comparto della moda presenta una contrazione sia in termini di imprese che di occupazione (-0,8% e -0,4% rispettivamente). Esaminando il terziario, tutto il commercio appare in difficoltà (-2% le imprese e -1,3% gli addetti) e quello al dettaglio in particolare. Ancora non emergono segnali critici nei servizi turistici (alloggio e ristorazione), ma resta la preoccupazione per le prospettive di un settore per il quale alla fine del lockdown non corrisponderà probabilmente una ripresa effettiva del lavoro.

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Le imprese artigiane si attestano in provincia di Arezzo a 9.805 unità, in diminuzione dell’1,1% rispetto al 2019. Resta invece invariato il numero degli addetti.

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