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Il desolante 2 giugno degli alberghi aretini: i "turisti" regionali non bastano. "Chiusa la metà delle strutture"

La speranza adesso è riposta nel prossimo fine settimana: in quei giorni infatti non solo saranno nuovamente possibili gli spostamenti tra le regioni, ma ad Arezzo tornerà anche la Fiera Antiquaria

Metà delle strutture alberghiere non ha ancora riaperto i battenti: non ci sono abbastanza turisti e questo ponte del 2 giugno appare desolante agli occhi degli addetti ai lavori. I turisti - quelli toscani ovviamente - non sono ancora tornati a far rotta su Arezzo: qui non c'è il mare e resta ridotta la possibilità di visitare musei e opere d'arte (vista la necessità di prenotare e quella di scaglionare gli ingressi), così in tanti dall'entroterra hanno preferito raggiungere la costa invece che le nostre splendide zone. 

"La possibilità di circolare tranquillamente all'interno della propria regione, non ha aiutato - spiega Laura Lodone di Confcommercio - Arezzo in un certo senso è rimasta tagliata fuori, come altre città d'arte. Anche perché in questo periodo a riempire le strutture ricettive era un turismo di tipo diverso, legato ai convegni, al business, alle grandi manifestazioni. E dato che queste non ci sono e non sono programmate, molte strutture non hanno ancora riaperto". 

Circa la metà hanno deciso di attendere ancora. Ma già dopodomani, quando saranno permessi gli spostamenti da fuori regione la musica potrebbe cambiare. Anche perché Arezzo ha un appuntamento importante: quello con il ritorno della Fiera dell'Antiquariato. 

"La speranza è che questo evento faccia da traino - spiega Lodone -. Proprio nelle ultime settimane la città ha avuto una grande visibilità televisiva (vedi la trasmissione 4 Ristoranti ndr) non sappiamo ancora se riuscirà a sfruttarla a pieno. Dovremo attendere per capirlo". 

La Fiera, che si svolgerà al Prato con nuove regole, potrebbe portare oltre 250 espositori. E anche gli appassionati del settore potrebbero cogliere al volo la prima occasione per tornare a viaggiare raggiungendo Arezzo. 

Intanto però gli albergatori devono far fronte a questo 2 giugno. A riaprire sono state le strutture più grandi, come l'hotel Minerva, l'Etrusco, il Piero della Francesca, il Gentiluomo. Il numero di camere è comunque importante (va ben oltre la metà del totale), ma all'appello mancano ancora strutture storiche o che si trovano in posizione strategica. 

"Siamo convinti che le prenotazioni arriveranno all'ultimo minuto - afferma Lodone - perché la situazione è in divenire ed è difficile programmare qualsiasi cosa. Di fatto il turismo è una di quelle attività che non può contare sulla clientela, fidelizzata, del luogo, come invece accade per la ristorazione o nel settore della cura della persona. Il turismo ha come presupposto la libertà di movimento e solo quando si tornerà a viaggiare come prima, non solo in Italia ma anche tra Paesi diversi, si potrà parlare di una ripresa". 

Il timore però è che quest'anno di turisti stranieri Arezzo ne vedrà pochi. I tour operator sono "ingessati", non hanno portato avanti la consueta programmazione. Gli unici timidi segnali positivi arrivano dalle compagnie aeree che ricominciano a fare rotta sull'Italia: ma i primi voli arriveranno a partire dal 1 luglio. "Per tornare al parco voli consueto - spiega Lodone - dovremo attendere fino agli inizi del 2021". 

Ma resta l'incognita dei mercati fino ad oggi più promettenti: quello americano ad esempio. Nei prossimi mesi potranno arrivare turisti dagli Usa? Altrimenti, verso quali mercati dovranno guardare gli albergatori aretini? 

Tante domande, nessuna certezza. 

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