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Antiquaria. Confesercenti: "Il Comune preveda ristori per gli espositori"

"Dire che ‘non valeva la pena correre rischi’ ci pare irrispettoso per una categoria che da oltre 50 anni, regala mensilmente una delle più belle manifestazioni che la città"

“Quali sono i requisiti per poter tornare a far lavorare gli espositori?”. È questa la domanda che Confesercenti rivolge a Palazzo Cavallo alla luce anche delle dichiarazioni del primo cittadino che ha spiegato come lo svolgimento dell’edizione di febbraio della Fiera Antiquaria “avrebbe comportato rischi che non valeva la pena correre”, puntualizzando che “è stata una scelta dolorosa, ma che d’accordo con il Prefetto abbiamo deciso così”. Adesso quindi Confesercenti chiede quali siano i criteri e i requisiti che la Fiera Antiquaria necessita per  poter essere svolta.

“Sono soggettivi? Oggettivi? Ma soprattutto: quali sono? Se gli espositori non potranno fare il mercato dell’antiquariato neppure in zona gialla, a quale colorazione devono auspicare per poter tornare a lavorare e non vivere nell’incertezza di mese in mese?
afferma Mario Checcaglini, direttore di Confesercenti - Gli espositori dovranno attendere la conclusione delle vaccinazioni?”. Per Confesercenti gli espositori non possono più aspettare e “l’amministrazione dovrà prevedere anche i ristori da destinare agli espositori ai quali non è stato consentito di poter lavorare. L’amministrazione comunale ci dica quali sono i requisiti per tornare a svolgere la Fiera Antiquaria in sicurezza. Dire che ‘non valeva la pena correre rischi’ ci pare irrispettoso per una categoria che da oltre 50 anni, regala mensilmente una delle più belle manifestazioni che la città sappia offrire a vantaggio anche dell’indotto cittadino”.

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