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Economia

Confartigianato: "Bene lo sblocca cantieri, ma servono modifiche al codice degli appalti"

Cerofolini: "Occorre una riserva per le piccole imprese del territorio"

Bene il decreto “sblocca cantieri” ma sul codice degli appalti restano ancora criticità. Questo il commento di Giordano Cerofolini, presidente degli Edili di Confartigianato Arezzo, dopo l'audizione al Senato di rappresentanti della stessa Confartigianato e altre organizzazioni nell’ambito dell’esame del DL 32/2019 recante “Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici”.

“Per noi di Anaepa -Confartigianato Edilizia – spiega Cerofolini - il cosiddetto decreto ‘Sblocca cantieri’, va nella direzione giusta, ma restano criticità del Codice degli appalti che penalizzano le piccole imprese e frenano il rilancio degli investimenti e del settore delle costruzioni.

Anaepa, unitamente alla Confederazione – ricorda Cerofolini - è intervenuta numerose volte, nelle diverse sedi negli ultimi anni, per sollecitare modifiche urgenti ed una rilettura complessiva del Codice mettendo al centro della propria azione gli obiettivi da raggiungere. Questi sono: massima semplificazione e rapidità dei procedimenti; lotta alla corruzione e ai conflitti d’interesse per favorire la trasparenza; riduzione degli oneri documentali ed economici a carico delle imprese; razionalizzazione delle procedure di spesa; efficienza e professionalizzazione delle stazioni appaltanti; valorizzazione della territorialità e della filiera corta.

Quest’ultimo tema in particolare, che sarebbe fondamentale per le piccole imprese del territorio – continua Cerofolini - non viene declinato nel decreto in maniera efficace. Se l’innalzamento a 200 mila euro della soglia minima per assegnare gli appalti con procedura negoziata è sicuramente una previsione positiva, resta il fatto che oltre tale soglia si dovrà ricorrere alla procedura aperta mediante bando di gara. E questa, proprio per la sua stessa natura, con la possibilità per chiunque di partecipare e senza imposizione di limiti, rappresenta, di fatto, un ostacolo insormontabile anche quando le stazioni appaltanti volessero individuare criteri premianti per le imprese del territorio.

L’affidamento degli appalti secondo il principio del km zero invece – sottolinea Cerofolini - permetterebbe alle comunità locali, di “riappropriarsi della cosa pubblica”, rendendo più stretto il legame fiduciario con l’impresa che effettua i lavori in termini di corretta esecuzione e rispetto dei tempi di agire valorizzando il saper fare, esaltando le lavorazioni tipiche e, non da ultimo, di offrire concrete possibilità di lavoro.

Complessivamente – conclude il presidente provinciale degli Edili di Confartigianato - in merito alla partecipazione delle micro e piccole imprese al mercato degli appalti, il decreto è carente di una normativa che rafforzi l'inclusione di queste imprese nell'ambito dell'affidamento dei lavori pubblici in una condizione di partenza che certamente le vede generalmente penalizzate dal punto di vista legislativo. Per risolvere questo problema Anaepa e Confartigianato hanno chiesto di introdurre una riserva di appalto per le MPI. Soltanto attraverso la definizione di una quota di riserva, infatti, si possono orientare le stazioni appaltanti ad impiegare, nella esecuzione delle opere, le MPI e riequilibrare una situazione che invece vede protagoniste, anche negli affidamenti di piccolo importo, le imprese più grandi.”

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