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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Confartigianato Grafici: "Risposte rapide sui materiali per gli alimenti, necessario garantire la sicurezza per produttori e consumatori"

Baldi: "Vanno chiariti i dubbi normativi legati ai processi di lavorazione di questi prodotti"

Dopo i mesi di chiusura totale a causa del coronavirus la ripresa è difficile per tutti, ma non mancano le aziende che tentano di restare sul mercato facendo ricorso anche alla fantasia.

“Nel nostro settore – spiega Maurizio Baldi, presidente provinciale e regionale di Confartigianato Grafici – che comprende una vasta serie di attività, dalle tipografie agli scatolifici, ai fustellifici, non manca la voglia di competere e mantenersi in piedi anche riconvertendo l'attività.

Prima dell’epidemia -ricorda Baldi – nonostante la crisi avesse colpito duramente molte aziende, specie quelle più piccole e che avevano maggiori difficoltà a riconvertire al digitale, c’era comunque la possibilità di barcamenarsi lavorando per produrre brochure, cataloghi, biglietti da visita e altro, per le aziende del comparto della moda e di quello orafo. Oggi che questi settori sono in profonda crisi e alla crisi si sono aggiunte le ordinanze che vietano il materiale cartaceo per l'attività promozionale, anche questo sbocco è venuto meno e molte delle nostre imprese hanno la necessità direi vitale di trovare altri settori nei quali riconvertire.”

Uno di questi settori è stato individuato nel packaging alimentare e negli articoli usa e getta che vengono utilizzati dal settore del food per offrire maggiore sicurezza ai clienti in questo momento. Ma le cose non sono semplici, anche dal punto di vista normativo.

“Il problema principale – spiega Baldi – sta nella definizione Moca, ovvero materiale e oggetti a contatto con gli alimenti. Qui ci vuole chiarezza perché dobbiamo sapere se i prodotti che vengono utilizzati devono rispondere a questa classificazione, sempre e comunque, oppure no. Abbiamo bisogno di risposte chiare dagli organismi deputati e per questo avevamo già scritto al Ministero della salute, ma non abbiamo avuto risposta. Abbiamo rimandato un’altra lettera e chiediamo con forza una risposta perché da questa dipende la possibilità di vivere di non poche aziende in un momento di grande difficoltà.

“Nella situazione di assoluta difficoltà in cui versa il settore tipografico, dovuta all’azzeramento della richiesta dei servizi propri di tale attività a causa dell’emergenza sanitaria in corso – si legge nella lettera - e stante la crescita dell’attività di asporto nel settore della ristorazione, molte aziende del comparto si stanno riconvertendo alla produzione di contenitori per il trasporto dei cibi.

Fin dall’entrata in vigore del Decreto Legislativo 10 febbraio 2017 n. 29, erano emersi dubbi interpretativi rispetto ai processi di lavorazione di materiali destinati a venire in contatto con prodotti alimentari (imballaggi, confezioni, incarti, etichette, contenitori, recipienti, buste, ecc.).

Le maggiori perplessità, in particolare, riguardano alcuni oggetti in carta la cui natura può prestarsi, alla luce delle norme relative ai materiali e oggetti destinati a venire a contatto con prodotti alimentari e alimenti, ad interpretazioni diverse.

Ci riferiamo, ad esempio, ad oggetti come scatole utilizzate per l’asporto di caffè/brioche o ai porta posate in carta o cartone che entrano - potenzialmente e indirettamente - a contatto con gli alimenti. Lo stesso può dirsi per il tovagliolo di carta che, nonostante il suo uso sia rivolto alla pulizia di bocca e mani, è spesso utilizzato per avvolgere pietanze (panini ed altro) o la posateria.”

“Chiediamo – conclude il presidente regionale di Confartigianato Grafici – una risposta urgente e chiarimenti definitivi per mettere le nostre imprese in condizione di sopravvivere riconvertendo la loro attività nella produzione di materiali che garantiscano la salute e aiutino anche le imprese del settore food ad offrire un servizio migliore alle persone.”

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