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Commissioni inchiesta banche. M5S: "Venga ascoltato Ghizzoni su Etruria", Casini: "Faremo luce"

Due anni dopo il salva-banche. Tra meno di una settimana ricorre il secondo anniversario dall'entrata in vigore del decreto che ha sconvolto radicalmente il mondo del risparmio e la concezione del sistema bancario. Il 22 novembre 2015, gli...


Due anni dopo il salva-banche.

Tra meno di una settimana ricorre il secondo anniversario dall'entrata in vigore del decreto che ha sconvolto radicalmente il mondo del risparmio e la concezione del sistema bancario.

Il 22 novembre 2015, gli obbiglazionisti di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti hanno visto il proprio patrimonio (investito in bond subordinati) azzerato.

Una pagina molto dura della storia recente che ha avuto come conseguenza l'avvio di inchieste giudiziarie e un vero e proprio terremoto che ha profondamente scosso tutto il sistema del credito italiano oltre che la politica.

Se a questo si aggiungono anche le problematiche di Monte dei Paschi e delle banche venete ecco che il quadro diventa ancora più variopinto.


E' proprio per fare chiarezza su questi temi che da tempo è stata istituita una commissione di inchiesta parlamentare. L'istituto, presieduto da Pier Ferdinando Casini, ed ha iniziato il proprio lavoro da qualche settimana.

Il primo punto ad essere stato affrontato è quello riguardante le banche venete. Secondo la tabella di marcia terminato questo capitolo sarà il momento di Mps e poi dell'Etruria (dicembre?)


Di queste ore le richieste lanciate dai componenti M5s della commissione che vogliono audire il presidente Bce Mario Draghi su Mps e l'ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni su Etruria. Nel mirino dei pentastellati il presidente della commissione Casini che "sta abusando del proprio potere discrezionale di filtro sulle domande dei commissari".



"Come temevamo - si legge in una nota del M5S - il presidente Casini sta abusando del proprio potere discrezionale di filtro sulle domande dei commissari. Stavamo per chiedere notizie ai procuratori milanesi Giordano Baggio e Stefano Civardi circa l'ispezione di Bankitalia su Antonveneta del 2007, atto che non avevamo ritrovato nella nostra documentazione. Casini ci ha subito interrotto sostenendo che in realtà quelle carte fossero disponibili: poi però si è scoperto che il presidente mentiva o che comunque aveva torto. Tuttavia, nel frattempo, aveva già frustrato la possibilità per noi di fare una domanda fondamentale circa la valutazione da parte di Via Nazionale in merito allo status della banca decotta che ha scassato i conti di Mps. Reclameremo in via ufficiale rispetto a una gestione dei lavori che non punta alla verità, ma si cura soltanto di non disturbare i manovratori"

Pronta la replica di Casini: "Rassicuro i 5 stelle: ho richiesto al governatore Visco, per iscritto e telefonicamente, le carte relative alle ispezioni Bankitalia su Antonveneta".

Ed è sempre il presidente della commissione a tornare sull'argomento durante una lunga intervista apparsa quest'oggi su La Stampa.
"Ovvio che fare luce comporta chiarimenti spiacevoli, ma non possiamo nemmeno recitare la parte di Alice nel paese delle meraviglie. Scaricarne la colpa sulla Commissione d'inchiesta sarebbe troppo facile e comodo per tutti - dice Pier Ferdinando Casini - ascolteremo sia Vegas che Visco. Nel vivo ci siamo già. La linea della Commissione è quella di approfondire le crisi bancarie partendo dalle più recenti e procedendo a ritroso. Mi sembra difficile che questa Commissione possa concludere i lavori senza nemmeno aver sentito il governatore di Bankitalia e il presidente della Consob. Ascolteremo entrambi, ma verso la fine perché prima occorre che tutti gli aspetti da chiarire siano già sul tavolo, adesso sarebbe prematuro. Siamo al lavoro per evitare che l'accertamento dei fatti diventi terreno di scontro da campagna elettorale e per fare in modo che ci si concentri sull'oggetto costitutivo fissato dalla legge: capire cosa non ha funzionato nella gestione degli istituti bancari coinvolti, se l'attività di vigilanza è stata idonea e tempestiva, fornire indicazioni per prevenire altri casi. Voglio dare atto della serietà con cui condividono questo percorso il gruppo parlamentare di Forza Italia, a partire da Renato Brunetta, e quello del Pd, incominciando da Mauro Marino. C'è l'idea comune che la Commissione non sia la sede di un regolamento di conti, ma serva soprattutto a dare indicazioni anche severe per il futuro. Se riusciremo nel nostro intento, questo lavoro sarà stato utile, altrimenti parleremo di occasione persa. Ma ho fiducia. Difficile evitare le tensioni. E comunque, le divergenze tra Banca d'Italia e Consob non ce le siamo inventate noi commissari. Sono purtroppo una realtà".


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